Il fatto

5 giugno, una data per celebrare l’ambiente ( e ricordarci che ne abbiamo solo uno)

5 giugno 2024 | 11:31
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5 giugno, una data per celebrare l’ambiente ( e ricordarci che ne abbiamo solo uno)

Quest’anno il tema è  il “Ripristino della Terra, Desertificazione e Resilienza alla Siccità”

Roma, 5 giugno 2024- il 5 giugno si celebra la giornata mondiale dell’ambiente. Una giornata fatta per ricordare che di mondo ne abbiamo uno solo, e che dovremmo proteggerlo più di quanto non si faccia, per pensare a quello che ancora c’è da fare, ma anche per celebrare i traguardi già raggiunti visto che, negli ultimi anni, la legislazione in materia ambientale è senz’altro aumentata. La consapevolezza, tuttavia, sembra non essere abbastanza.

Le origini della giornata

La giornata fu istituita dall’Assemblea Generale nel dicembre del 1972, assieme allo United Nations Environment Programme . Nel giugno di quell’anno si era svolta la prima conferenza delle Nazioni Unite sulla protezione dell’ambiente, a Stoccolma. Da quell’anno, il 5 giugno è dedicato all’organizzazione di eventi, workshop e conferenze per portare l’attenzione sul tema e farlo diventare mediatico.

Quest’anno il tema è  il “Ripristino della Terra, Desertificazione e Resilienza alla Siccità”.

Il tempo di agire

“L’umanità dipende dalla terra- si legge dalle Nazioni Unite- eppure, in tutto il mondo, un cocktail tossico di inquinamento, caos climatico e decimazione della biodiversità sta trasformando terre sane in deserti ed ecosistemi fiorenti in zone morte. Stanno annientando le foreste e le praterie e stanno esaurendo la forza della terra per sostenere gli ecosistemi, l’agricoltura e le comunità”

Parole che comunicano un’innegabile senso d’urgenza. Non c’è più tempo, bisogna passare all’azione: “Questo significa che le coltivazioni stanno fallendo, le fonti d’acqua stanno scomparendo, le economie si sono indebolite e le comunità sono in pericolo, con i più poveri che vengono colpiti più duramente. Lo sviluppo sostenibile sta soffrendo. E siamo intrappolati in un ciclo mortale: l’uso del suolo è responsabile dell’undici per cento delle emissioni di anidride carbonica che riscaldano il nostro pianeta. È tempo di liberarsi”.

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