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L’agguato nel sonno, poi la tortura: 26enne deformato al volto da una gang

5 giugno 2024 | 10:15
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L’agguato nel sonno, poi la tortura: 26enne deformato al volto da una gang

Incubo per un giovane a Verona, vittima della furia di 6 suoi connazionali

Verona, 5 giugno 2024- L’agguato nel sonno, poi le torture e la rapina: è successo a Verona dove cinque marocchini sono stati arrestati oggi dalla polizia di Stato di Verona per tortura e rapina aggravata e lesioni personali aggravate e deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso ai danni di un 26enne. Uno dei sei è ancora ricercato.

Gli indagati sono tutti marocchini, già noti alla giustizia, senza fissa dimora e irregolari sul territorio nazionale. La vasta operazione di polizia giudiziaria, a conclusione di un’attività di indagine avviata dalla squadra mobile con la collaborazione del personale della sezione di p.g. del Compartimento Polizia Ferroviaria per Verona e il Trentino Alto Adige, ha visto in campo anche le Volanti della Questura ed equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine di Padova, oltre a personale del locale Gabinetto di Polizia Scientifica e del Reparto Cinofili di Padova.

I fatti

La vittima, anche lui marocchino, si era resa protagonista, lo scorso 19 maggio, del vano tentativo di salvataggio di un ragazzo somalo finito nel canale Camuzzoni e che risulta tuttora disperso; in occasione di quel tragico evento, aveva perso la vita un giovane originario del Benin, il cui corpo era stato recuperato poche ore dopo in quelle stesse acque. Appena dieci giorni dopo il tentativo disperato di aiutare i due uomini in difficoltà, il giovane è rimasto vittima di un agguato organizzato ai suoi danni da sei suoi connazionali che lo hanno sorpreso di notte, nel sonno, nell’edificio abbandonato in cui stava dormendo: senza dargli il tempo di realizzare cosa stesse accadendo e dopo averlo reso inerme legandogli mani e piedi, si sono scagliati contro di lui con bastoni e bottiglie ferendolo gravemente, fino addirittura a provocargli una deformazione permanente al viso. Prima che il giovane riuscisse a scappare, lo hanno rapinato dello smartphone e di 400 euro. (Fonte: Adnkronos)

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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