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Europee, Renzi e Calenda: storia di un prevedibile flop

10 giugno 2024 | 04:17
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Europee, Renzi e Calenda: storia di un prevedibile flop

Stati Uniti d’Europa ed Azione non raggiungono la soglia di sbarrimento del 4%, motivo per cui non avranno nemmeno un deputato

Roma, 10 giugno 2024 – Stati Uniti d’Europa (lista che fa capo a Matteo Renzi ed anche Emma Bonino) ed Azione (di cui Carlo Calenda è segretario) sono fuori dal Parlamento europeo. Secondo quanto riferito da Eligendo, il portale del Ministero dell’Interno, entrambi non riescono a raggiungere il 4%, ovvero la soglia di sbarramento necessarie per eleggere almeno un deputato. Ma anzi, da quel 4% entrambe le liste risultano distanti. Stati Uniti d’Europa si ferma al 3,60%, Azione addirittura al 3,30%. Insomma un flop totale, per non dire un’ecatombe. La quale, tuttavia, era abbastanza prevedile.

Renzi-Calenda, un matrimonio politico che non s’ha da fare

Specifichiamo: correvano separati. Nonostante qualche timida proposta di accordo, si tratta di un matrimonio politico che non s’ha da fare. Ci hanno provato per le Politiche 2022 ed in parte ci sono anche riusciti, dato che se avessero corsi da soli, probabilmente non avrebbero ottenuto il seggio in Senato. Dopo di che, raggiunto l’obiettivo ognuno per la sua strada. Porte sbattute, stoccate in televisione, provocazioni continue. E, dunque, l’addio senza troppi rimpianti. Un destino facilmente previsto da numerosi analisti ed osservatori.

Non tanto per i programmi politici (condividono quasi tutti i punti ed hanno anche lavorato insieme ai tempi del Governo Renzi, quando Calenda era ministro dello Sviluppo economico), quanto per i due caratteri troppo accentratori. Entrambi vogliono prendersi la luce della ribaltà, non possono coesistere. Ma qui tra i due litiganti, non gode nessuno. O meglio a gioire sono Pd, Lega e Fratelli d’Italia, che grazie al flop di Sue ed Azione ottengono qualche seggio in più.

In questo, la batosta elettorale presa da Macron non ha giovato. Sia Stati Uniti d’Europa che Azione, infatti, confluiscono nel gruppo “Renew Europe”, di cui il presidente francese è il principale esponente. Se alcuni elettori potevano essere incuriositi dalle loro proposte, non è da escludere che possano aver desistito, preferendo votare un partito dal più ampio bacino elettorale, con la logica del “voto utile” che potrebbe aver prevalso. In fondo, i numeri parlano chiaro.

Ora, però, che succede? Una domanda banale dalla risposta complessa, quasi un rebus. Già, perchè non solo non vogliono correre insieme tra di loro, ma non vogliono nemmeno unirsi a Pd e 5 Stelle, ovvero gli altri partiti di centrosinistra. Ovvero famoso “Campo Largo” di cui si parla ormai da mesi, ma che non vede mai la luce.  In fondo, i numeri parlano chiaro. Risultato molto risicato alle Politiche, numerose sconfitte alle Regionali, ed ora la netta debacle delle Europee. Quale futuro ora per Renzi e Calenda, che sull’Europa avevano puntato tanto, se non tutto? La notte è ormai quasi finita, eppure è lunghissima. Specialmente per loro.

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