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Europee, Vannacci salva la Lega

10 giugno 2024 | 23:24
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Europee, Vannacci salva la Lega

Il generale, candidato in tutte le circoscrizioni, ottiene da solo oltre mezzo milione di preferenze. Ma Salvini perde tanto terreno (anche al nord)

Roma, 10 giugno 2024 – Si può riassumere tutto in una sola notizia: dopo 20 anni, la Lega ha perso il proprio feudo a Pontida. Ovvero il paese bergamasco simbolo del Carroccio, visto che lì si svolge il tradizionale raduno sul pratone. Europee? No, elezioni comunali. Ma la sostanza non cambia, dato che in occasione della tornata elettorale europea, la Lega ha dovuto fare i conti con numerose difficoltà. Tra tutte, il sorpasso quasi insperato di Forza Italia. Risicato, ma è comunque sorpasso rispetto alle Politiche 2022, oltre che rispetto alle varie elezioni precedenti. Il partito di Salvini non è andato oltre la quota del 9%. Percentuale più alta rispetto alle elezioni di 2 anni fa (8,8%), ma come detto già in altre circostanze, i numeri vanno interpretati, dato che in questo caso tocca fare i conti con il partito azzurro. Stando ai numeri, infatti, i voti sarebbero stati molti meno se non fosse stata per la candidatura del generale Roberto Vannacci.

I numeri

Candidato in tutte le circoscrizioni e capolista in Italia Centrale, Vannacci ha ottenuto oltre mezzo milione di preferenze. Salvini l’ha candidato come asso pigliatutto, o come mossa della disperazione, consapevole delle enormi difficoltà degli ultimi anni. Il generale, protagonista della politica italiana dopo il controverso libro “Il mondo al contrario”, si è preso tutto lo spazio possibile, che probabilmente non si sarebbe mai aspettato di avere. Eppure il suo libro è stato oggetto di dibattito nei talk show in prima serata, telegiornali e tutto il resto. Vannacci ha ringraziato, senza fare troppi complimenti.

La scelta ha pagato? Al generale certamente, dato che andrà ad occupare un comodo seggio a Bruxelles e Strasburgo. Ma alla Lega? Difficile dirlo, dato che le preferenze al generale potrebbero facilmente occultare la perdita di terreno leghista. Al sud, tanto per cominciare.

Stando ai dati forniti da Eligendo, il portale dedicato del Ministero dell’Interno, nella circoscrizione Italia Meridionale, il Carroccio si è fermato al 6,85%, nettamente dietro a Forza Italia (10,76%) ma anche al pur deludente Movimento 5 Stelle (16,84%). Quella parte d’Italia che agli anni di Bossi era un tabù, una linea che i leghisti del nord non volevano nemmeno superare, Salvini l’aveva fatto diventare un ricco covo di voti. Ma ormai sembra essere solo un ricordo del passato. Nella circoscrizione Isole, va ancora peggio. Salvini non va oltre il 6,99%, triplicato da Forza Italia (20,33%) e Fratelli d’Italia (21,25%).

La vera sorpresa (in negativo) arriva dal nord, storicamente la roccaforte leghista. Nella circoscrizione Italia Nord Est, la Lega si attesta al 10%, doppiato da Fratelli d’Italia (31,91%). In quella Nord Ovest la musica non cambia: Lega all’11,90%, FdI oltre il 30%. I numeri parlano chiaro: Meloni si è presa migliaia (se non milioni) voti che, di solito, andavano al Carroccio.

Chiudiamo l’analisi dei numeri con la circoscrizione Italia Centrale. E qui c’è un dato interessante, dato che il Carroccio ha fatto registrare la percentuale più bassa di voti, ovvero il 6,71%. Distante anni luce da FdI (31,07%) ed è dietro anche a Forza Italia (7,03). Per dovere di cronaca, va ricordato che a Roma è ancora in corso lo spoglio dei voti, a causa dei servizi informatici andati in tilt. Ma i numeri ormai sono quelli. 

Se nelle scorse settimane numerose indiscrezioni parlavano di una leadership di Salvini a rischio in caso di voto negativo alle Europee, questo per il vice premier sembra essere un pericolo scampato. Ma per un pelo. Chi lo ha mollato, almeno a parole, è Umberto Bossi. Che nella Lega, diciamo così, è ancora qualcuno. “Voto Forza Italia, la Lega ha tradito” ha annunciato il fondatore del Carroccio, in maniera clamorosa. Dopo il voto Salvini ha sbottato: “Non mi piace chi scappa e cambia bandiera a seconda delle convenienze”. Insomma, un vero e proprio scontro tra i due leader più importanti della storia leghista, seppur per motivi diversi. A cominciare dalla questione meridionale. Intanto, tra i 2 litiganti il terzo gode. Vannacci, s’intende (Foto: Facebook Matteo Salvini)

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