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Francia e Germania travolte da ondate di anti-europeismo

10 giugno 2024 | 02:09
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Francia e Germania travolte da ondate di anti-europeismo
Il presidente Macron ed il cancelliere Scholz

Macron doppiato da Le Pen, ha sciolto l’Assemblea Nazionale e convocato le elezioni, mentre Scholz superato dall’estrema destra di AfD: l’asse franco-tedesco ha cambiato direzione

Francia e Germania svoltano a destra, senza se e senza ma. I paesi trainanti dell’Europa, che hanno contribuito a fondare l’Ue per come la conosciamo oggi, spesso “accusate” di convergere in base ai loro rispettivi interessi, ora si trovano a fare i conti con un fenomeno a loro sconosciuto. L’anti-europeismo. L’asse franco-tedesco ha cambiato direzione, o meglio, ha svoltato a destra. All’estrema destra.

Macron alla resa dei conti

E’ quanto emerge dai risultati delle elezioni Europee, a cominciare dalla Francia. Rassemblement National, che fa capo a Marine Le Pen, ha doppiato i voti di Renaissance, il partito del presidente Emmanuel Macron. Una batosta elettorale troppo grande per girarsi dall’altra parte. Senso di responsabilità istituzionale? Forse, ma difficile credere si tratti solo di questo. Il capo dell’Eliseo gioca d’azzardo, butta sul campo le poche carte che ha a sua disposizione. O tutto o niente, o la va o la spacca.

Come? Sciogliendo l’Assemblea Nazionale, convocando le elezioni per il 30 giugno (tra 20 giorni), allertando i francesi sui rischi che comporterebbe non solo avere l’estrema destra al governo dell’Europa, ma anche all’Eliseo. Forse ispirandosi alla mossa del presidente spagnolo Sanchez che, dopo la batosta alle amministrative, decise di anticipare le elezioni per “non dare il tempo” agli avversari di organizzarsi. Risultato? Ha vinto lui. Una mossa di alta ingegneria politica, con un pizzico di follia. Ma che alla fine, ha pagato.

Ma per Macron la situazione è molto più difficile, dato che il consenso nei suoi confronti è ai minimi storici. Una rottura iniziata con la riforma delle pensioni datata 2023, approvata tramite un colpo di mano, una forzatura costituzionale con cui venne bypassata l’Assemblea Nazionale. La spaccatura ulteriore si è verificata negli ultimi mesi, a seguito della sua “non esclusione” di inviare truppe Nato in Ucraina. Qualunque fosse (e sia) l’obiettivo di Macron in merito, i francesi non apprezzano (e nemmeno i suoi colleghi europei).

Ciononostante, poco dopo il discorso di Macron alla nazione, Parigi è scesa in piazza “invadendo” Place de la République, in protesta contro la vittoria di Le Pen e soprattutto contro la decisione di Macron di farsi da parte in fretta e furia. Come se il cuore francese fosse stato colpito, perforato. Perchè Francia significa Europa, da sempre. Un calo di Macron ed un avanzamento di Le Pen era previsto. Ma non a tal punto. Anche perchè l’affluenza, pur non raggiungendo i drastici livelli italiani, è bassa anche in Francia (poco superiore al 52%). Quindi quasi metà dei francesi non è andata a votare. Ma ora le cose potrebbero cambiare. Perchè un terremoto, in questo caso rappresentato dal voto degli altri, scuote.

Scholz, peggior risultato di sempre

Il cancelliere tedesco ci aveva messo la faccia, e non solo in senso figurato. Il suo volto ha tappezzato i manifesti elettorali di tutta il Paese, nel tentativo di riconciliare il suo rapporto con i tedeschi, che ormai sembra compromesso. Con il cancelliere che non è riuscito a raccogliere il pesante testimone passatogli da Angela Merkel, una delle più grandi personalità dell’era politica moderna. Anche perchè, come in Italia, i governi incontrano le vere difficoltà sull’economia. E’ lì che cadono, se le cose non vanno. E la Germania deve fare i conti con una grave crisi: la recessione. 

Dunque, quel volto sui manifesti che avrebbe dovuto trainare i tedeschi, è invece stato un boomerang. L’Spd non va oltre il 14% (punto più, punto meno). Si tratta del peggior risultato di sempre per un partito a sostegno del cancelliere.

Scholz è stato superato addirittura dall’estrema destra di AfD, la vera vincitrice di quest’elezione (pur essendo la CdU il primo partito). Talmente radicale da essere stata espulso dal gruppo europeo di riferimento, Identità e Democrazia (leggi qui). Si tratta di un partito che, ad inizio anno, ha proposto un referendum per uscire dall’Unione Europea, affermando che “la Brexit è stata una decisione corretta”. Un’idea che è piaciuta al 16% degli aventi diritto, ovvero quella che si è recata alle urne per votarli. E’ il momento delle decisioni importanti, quelle che pesano. Secondo alcune indiscrezioni, Scholz avrebbe detto che non ha intenzione di dimettersi nonostante la pesante sconfitta. Ma il dato politico c’è, è chiaro

Francia-Germania, quale futuro in Europa?

Come detto all’inizio dell’articolo, l’Europa ha messo la freccia a destra. Non tutta però, dato che la maggioranza a sostegno di Ursula von der Leyen ha retto l’urto, nonostante abbia perso qualche seggio. Ma ci sono voti che pesano più di altri. Perchè se è vero che i Popolari e le altre forze a sostegno di von der Leyen si metteranno insieme, sarà impossibile non tenere conto dei voti in Francia e Germania. Quale futuro, dunque? Tante domande, poche risposte. Intanto, Le Pen e AfD scalpitano. Mentre l’Europa trema.

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