Europee, vola il Pd: prova da leader per Elly Schlein
La segretaria ottiene la sua prima grande vittoria, con il Pd che diventa il partito più votato al sud. E Schlein si conferma la principale avversaria di Meloni
Roma, 11 giugno 2024 – Dopo oltre un anno, Elly Schlein dimostra di essersi presa il Partito Democratico. Non solo a chiacchiere, ma con i fatti. Costretta a fare i conti con le correnti interne, ad avere il Movimento 5 Stelle col fiato sul collo e con un Pd ai minimi storici, la giovane segretaria ha sfidato le interperie. E lo ha fatto nuotando nel mare in burrasca delle Europee, facendo registrare al Nazareno un risultato di poco superiore al 24%, ben 5 punti percentuali in più rispetto alle Politiche 2022.
Il Pd di Schlein è il primo partito al sud
Ora non ci sono più dubbi, almeno per questa fase storica della politica italiana: la principale competitor di Giorgia Meloni è Elly Schlein, e dunque il Pd. Donne a confronto, insomma. Una rarità per il nostro Paese. La stessa premier, nel suo discorso dopo le elezioni, ha sottolineato come “l’Italia stia tornando al sistema bipolare“, riferendosi non solo all’ottimo risultato di FdI, ma anche a quello dei dem. E per Schlein questa è una vittoria doppia. Ha rialzato il Pd nel suo momento peggiore, a seguito del terremoto giudiziario che ha colpito la Puglia. E’ in quel frangente che il M5S, quel momento in crescita, ha iniziato a sentire profumo di sorpasso alle Europee. Perchè chiunque ha l’obiettivo di ergersi a principale competitor di Meloni.
Ma il presidente Giuseppe Conte è costretto a porre un freno alle sue ambizioni, dato che il Pd l’ha staccato di 14 punti. Stando ai dati del Ministero dell’Interno, il Nazareno è il primo partito in assoluto nella Circoscrizione Italia Meridionale (24,32%, segue FdI al 23,58%, mentre il M5S è fermo al 16,84%). Ed anche nella circoscrizione Isole il “duello” lo vince il Pd, seppur di poco (16,73% percentuale dem, 16,24% percentuale grillina). “Conquistata” dunque quella che negli ultimi anni era diventata una roccaforte M5S.
Abilità e furbizia nelle liste
Schlein è stata abile anche nella fase dedicata alle liste. Oltre ad essersi presentata anche lei in risposta a Meloni, da una parte ha candidato alcuni big – come hanno fatto tutti – per costruirsi un bel bacino elettorale. In questo caso, l’exploit del sindaco di Bari Antonio Decaro (circa 496mila preferenze) e Lucia Annuncizata (circa 243mila) si sono rivelate scelte azzeccatissime. Ma oltre a ciò, la segretaria non ha temuto di dare spazio anche a personalità con cui discorda su alcuni punti cruciali, tra cui la guerra in Ucraina. Ne è un esempio Marco Tarquinio, espressione di una delle varie correnti interne ai dem, che ha addirittura proposto di uscire dalla Nato. Posizione che, pur non maggioritaria tra le fila dem, esiste. Insomma, un po’ di furbizia ed un po’ (tanto) rischio. Ma alla fine ha pagato.
Spesso colpevolizzata di parlare un linguaggio incomprensibile per la “gente comune”, i fatti dicono che non è così. O che comunque quella critica, se vera, l’ha fatta sua. Parlando un linguaggio chiaro e semplice, sfruttando anche il proprio effetto novità. Oltre ad essere molto giovane, infatti, è anche la prima donna a rivestire i panni di segretario del Partito Democratico, scelta ben vista da base e cittadini. I quali infatti l’hanno votata alle primarie, nonostante vertici e dirigenti dem spingessero per il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.
Questa, dunque, è la prima grande vittoria di Elly Schlein. Da lavorare ci sarà ancora tanto, soprattutto internamente. Le correnti all’interno del Pd sono come come micce, in grado di accendersi in qualsiasi momento. Basta un nulla. Ma lei si fa forte che, ad ora, i voti li porta lei ed è stata messa lì proprio dagli elettori.
Nodo Campo Largo
Secondo quanto riportato dall’Adnkronos, che cita fonti 5 Stelle, Conte e Schlein si sono sentiti al telefono. L’ex premier si è complimentato con la segreteria dem per il risultato, e nella telefonata si sono ribaditi la necessità di continuare il dialogo per lavorare insieme e costruire l’alternativa a Meloni. Le stesse fonti assicurano che non cè’è nessuna faida nel campo progressista, nessuno scontro tra Pd e M5S come era stato ventilato nel corso della giornata.
Il nodo da sciogliere è proprio questo: il Campo Largo. La tornata elettorale ha dimostrato ancora una volta, come se ce ne fosse bisogno, che da soli non si vince. Chiedere a Renzi e Calenda per conferma. Quest’ipotetica coalizione progressista, nonostante se ne parli da mesi, non vede mai la luce. A volte vanno insieme, a volte no. Dipende dalle singoli situazioni. Ma questa tarantella quanto può andare avanti ancora? Conte e Schlein spesso aprono, si dicono aperti al dialogo, al confronto. Ma poi, quando conta davvero, c’è sempre qualcosa di più importante per cui non fare questo famoso Campo Largo.
Tra l’altro, ora è in assoluto il momento peggiore per parlarne, dato che il M5S si sta ancora leccando le ferite. Ed anche Conte, per la prima volta da quando è leader del Movimento, è finito nell’occhio del ciclone, accerchiato dal fuoco amico. I tempi non sono maturi, o forse proprio per questo lo sono anche troppo. (Foto: Facebook Elly Schlein)