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Terracina, costretta a scappare in strada con i figli minori: “Temevo il peggio”

12 giugno 2024 | 16:23
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Terracina, costretta a scappare in strada con i figli minori: “Temevo il peggio”

La Polizia ha ricostruito un clima di terrore in cui viveva la donna a causa delle ripetute violenze da parte del marito

Terracina, 12 giugno 2024 – Costretta a scappare in strada, con i bambini al seguito, mentre il marito la insegue: è quanto vissuto da una donna a Terracina, dove i Poliziotti del Commissariato locale, nei giorni scorsi, hanno eseguito un’ordinanza cautelare che dispone l’allontanamento dalla casa familiare con divieto di avvicinamento ed applicazione del braccialetto elettronico, a carico di un trentasettenne terracinese, ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia ai danni del coniuge.

Le continue violenze

La misura cautelare trae origine da una tempestiva attività di Polizia Giudiziaria nata a seguito di un intervento della volante richiesto dalla stessa vittima, che in un’occasione era stata costretta a fuggire dalla propria abitazione perché inseguita dal marito e si era rifugiata con i propri bambini a casa di una conoscente. La denuncia sporta dalla donna, ha fatto emergere un quadro di comportamenti aggressivi, violenti e oppressivi, messi in atto dal marito già da diversi anni, anche alla presenza dei figli minori, originati da motivi di gelosia e peggiorati nel tempo anche per l’uso da parte dell’indagato di alcol e droghe.

Un vero e proprio clima di oppressione quello emerso dalle dichiarazioni della donna, tanto da portarla ad aver paura del marito, temendo il peggio. Quanto riferito dalla denunciante è stato poi confermato da terze persone informate dei fatti, nonché da precedenti richieste di interventi di Polizia giunti negli anni passati al 112 NUE per analoghi motivi.

L’arresto

Gli atti di indagine compiuti da personale del Commissariato di Terracina, hanno documentato una serie di percosse, condotte prevaricatorie ed oppressive dell’indagato nei confronti della vittima, oltre ad umiliazioni e sofferenze fisiche e morali, provocate dallo stesso. I numerosi riscontri investigativi, hanno portato il Sostituto Procuratore della Repubblica di Latina, titolare del fascicolo d’indagine, a richiedere l’applicazione di una misura cautelare.

Il G.I.P. del Tribunale di Latina, ravvisando il concreto pericolo di reiterazione dei reati e considerate le modalità particolarmente aggressive dei fatti contestati, ha disposto la misura dell’allontanamento dalla casa familiare ed il divieto di avvicinamento con applicazione del dispositivo elettronico di controllo.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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