Francia, patto d’acciaio a sinistra: nasce il Nuovo Fronte Popolare per fronteggiare Le Pen (e Macron)
Siglato il patto nella sinistra francese: tutti dentro (tranne Macron, tagliato fuori). E intanto a destra regna l’incertezza
Parigi, 15 giugno 2024 – Sarà Fronte Popolare contro estrema destra. In mezzo, ci sarà Macron. E’ questo lo scenario che avvolge la Francia, che il 30 giugno ed il 7 luglio sarà chiamata al voto per eleggere la nuova Assemblea Nazionale, dopo lo scioglimento per mano del capo dell’Eliseo. La sconfitta alle Europee pesa, brucia e fa ancora male. Anzi, malissimo. E preoccupa la sinistra francese, oltre che buona parte del popolo, che dopo l’annuncio di Macron è sceso in piazza per manifestare contro Marine Le Pen (leggi qui). A tal punto da unirsi sotto un’unica lista, abbandonando anche le pesanti divergenze: basta divisioni, tutti dentro. Ed ecco che nasce il Nuovo Fronte Popolare, un vero e proprio patto d’acciaio all’interno della sinistra francese. Obiettivi: fermare l’avanzata dell’estrema destra, guidata dal Rassemblement National di Marine Le Pen, ma anche mandare a casa Macron.
Tra storia e futuro
La scelta del nome non è un caso. Il Fronte Popolare fu infatti una coalizione di partiti politici di sinistra che fu al governo tra il 1936 e il 1938 e formata dal Partito Comunista Francese, la Sezione Francese dell’Internazionale Operaia (SFIO), il Partito Repubblicano, Radicale e Radical-Socialista; e l’Unione Socialista Repubblicana. Era un’altra epoca: la Seconda guerra mondiale era alle porte. La dittatura filo-nazista del maresciallo Petàin, fantoccio messo lì da Hitler nel 1940 dopo la precoce caduta della Francia, molti francesi (soprattutto quelli che hanno tanti capelli bianchi in più) se la ricordano. Gli altri l’hanno studiata.
Tutt’altro che un cartello elettorale, il Nuovo Fronte Popolare vede alleati Socialisti, Comunisti, Verdi e France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon. Un manifesto che è il frutto dell’accordo in seguito a giorni di difficilissimi negoziati: i quattro partiti hanno concordato anche di presentare un candidato unico per ogni circoscrizione. Obiettivi: fermata l’avanzata dell’estrema destra, guidata dal Rassemblement National di Marine Le Pen, ma anche
“Scritta una nuova pagina nella storia francese”. Il programma
“E’ stata scritta una nuova pagina nella storia della Francia“, ha scritto il Nuovo Fronte in un comunicato. Fra le linee politiche concordate “20 misure di rottura da approvare nei primi 15 giorni di governo” vi è l’annullamento dell’innalzamento dell’età pensionabile a 64 anni che Emmanuel Macron aveva varato lo scorso anno – l’aumento dei salari in funzione dell’inflazione e l’introduzione di una tassa sulla ricchezza, la dichiarazione di una emergenza sociale, il blocco dei prezzi dei prodotti di prima necessità, la richiesta per un cessate il fuoco immediato a Gaza e stop del sostegno della Francia al Premier israeliano Benjamin Netanyahu, la difesa dell’Ucraina, la sovanità degli ucraini e del territorio ucraino con la consegna delle armi necessari. Il NFP potrebbe superare il 25 per cento dei voti, rendendo impossibile sia al centro macroniano che al Rassemblement National e suoi alleati di avere una maggioranza stabile.
Macron: “Alleanze incoerenti su tutto”
Come detto, Macron dall’alleanza è stato tagliato fuori. Non che fosse una sorpresa: a sinistra non lo possono più vedere come presidente francese. Anche lui è un avversario da sconfiggere. Così, a margine del G7, l’attuale capo dell’Eliseo è intervenuto a gamba tesa: “Le alleanze che si costituiscono in vista delle elezioni legislative mancano di coerenza. Sul conflitto in Ucraina e sul conflitto in Medio Oriente a sinistra pensano il contrario gli uni con gli altri. Anche il Rassemblement National con Les Republicains. Mentre l’attuale maggioranza (la sua, ndr) sa dove sta sulla laicità, sull’ecologia, sull’Ucraina, su Gaza. Ci sono diverse sensibilità ma è coerente. Parla con un’unica voce ma loro no. Ora bisogna parlare di programmi, mentre ssi assiste ad uno spettacolo di grande incoerenza. I nostri compatrioti vogliono chiarezza, calma, ordine e non disordine economico, impoverimento, caos”.
A destra regna l’incertezza
Intanto, a differenza di quanto si potesse immaginare (nonostante fosse un obiettivo di Macron, leggi qui) a destra regna l’incertezza. Il capo del Partito Repubblicano francese Eric Ciotti, teoricamente, è stato espulso dall’ufficio politico del partito, dopo le sue nette aperture a Le Pen. Un’espulsione che non ha gradito, dato che si è barricato nel suo ufficio per non farsi destituire (ha letteralmente chiuso la porta con un lucchetto), come testimoniano video provenienti da diversi organi d’informazione francesi.
Il motivo dell’espulsione? I repubblicani si definiscono moderati, eredi di Charles de Gaulle: con Rn non vogliono averci nulla a che fare (tranne Ciotti). Tuttavia un tribunale di Parigi, accogliendo il ricorso di Ciotti, ha annullato l’espulsione. Formalmente, dunque, il capo è ancora lui, ma non lo segue più nessuno. Un caso quanto meno curioso. Dunque i neogollisti si trovano a dover fare i conti con una situazione paradossale, per non dire assurda.
Ciò che si evince è che Rassemblement National, oltre a se stessa, non può contare su nessuno. Almeno ai nastri di partenza. Marine Le Pen, dunque, inizia a fare aperture non previste: “Se vinceremo noi, formeremo un governo di unità nazionale. Riuniremo tutti i francesi, uomini e donne di buona volontà, consapevoli della situazione catastrofica del nostro paese “, ha dichiarato durante un viaggio a Hénin-Beaumont, per poi aggiungere: “Spetterà a Jordan Bardella (candidato premier, ndr) scegliere la sua squadra, ma oggi la questione non è distribuire i posti”, ha precisato. (Foto: Facebook Jean-Luc Mélenchon).