Il fatto

Terracina, la picchia e la segue per strada: in manette 34enne stalker

15 giugno 2024 | 11:27
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Terracina, la picchia e la segue per strada: in manette 34enne stalker

Nel corso delle attività sono stati poi acquisiti messaggi audio inviati alla vittima, nei quali l’indagato le rivolgeva chiare minacce di morte

Terracina, 15 giugno 2024- Nel pomeriggio di ieri, i poliziotti del Commissariato di Terracina hanno eseguito un’Ordinanza che dispone il Divieto di Avvicinamento alla parte offesa, con applicazione del braccialetto elettronico, nei confronti di un 34enne terracinese, ritenuto responsabile dei reati di Stalking, Tentata Estorsione e Rapina.

La vittima, ha raccontato prima oralmente e poi in sede di testimoniale di aver ricevuto percosse e minacce dall’indagato producendo anche numerosi messaggi e 18 foto ritraenti le percosse asseritamente subite dall’indagato.

Di concerto con l’A.G. gli agenti del Commissariato di Terracina hanno avviato mirati approfondimenti investigativi nel corso dei quali è stata nuovamente sentita la parte offesa, che nel confermare il suo stato di ansia e paura per gli atteggiamenti dell’indagato, ha raccontato anche di altri i episodi nei quali lo stesso, avendola vista in strada mentre era in auto, si era fermato repentinamente restando per diverso tempo a fissarla.

Nel corso delle attività sono stati poi acquisiti messaggi audio inviati alla vittima, nei quali l’indagato le rivolgeva chiare minacce di morte, confermate anche dall’esibizione di due bossoli d’arma da fuoco, che l’uomo le avrebbe mostrato facendole intendere che sarebbero stati per lei in caso di denuncia.

Sulla scorta degli elementi investigativi raccolti, l’A.G. ha richiesto l’applicazione di idonea misura cautelare. Il G.I.P. del Tribunale di Latina, ravvisando il concreto pericolo di reiterazione dei reati e considerato il dichiarato senso di ansia e paura della vittima, ha disposto la misura del divieto di avvicinamento con applicazione del braccialetto elettronico di controllo.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio

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