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Giovani, violenza e social media: “Le famiglie ritrovino autorevolezza”

18 giugno 2024 | 18:06
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Giovani, violenza e social media: “Le famiglie ritrovino autorevolezza”

Il prof. Pesavento: “Bisognerebbe istituire nelle scuole un’equipe multidisciplinare con pediatri e psicologi in modo da strutturare percorsi educativi finalizzati”

“Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ha appreso con sgomento la notizia (Qui per leggere l’articolo) riguardante un giovane disabile spintonato e scaraventato a mare da un ragazzino sul lungomare di Bari. Il video del misfatto è stato pubblicato e poi cancellato sui canali social. Sembrerebbe che ci fossero altri adolescenti coinvolti nella vicenda. Nel capoluogo pugliese, come in tante altre città italiane, il problema delle baby gang è piuttosto diffuso”: è quanto afferma il professor Romano Pesavento, presidente Cnddu.

“È orribile che un’azione tanto crudele possa essere stata oggetto di un video- continua- come se fosse uno spot su cui far convergere i like e la popolarità. I ragazzi pur di piacere ai propri coetanei e apparire “duri”, in un mondo spesso scollato da ogni riferimento concreto alle conseguenze dei propri atti, arrivano a compiere azioni fuori da ogni logica e immorali. Compiere il male diventa un’attestazione della propria virilità e della propria forza. Tutto ciò denota un’enorme debolezza da parte della società e degli adulti, che, a volte, appaiono impotenti nella loro funzione principale che dovrebbe essere quella di correggere e guidare le future generazioni. Il dialogo manca; il tempo destinato ai figli viene spesso eroso dai ritmi frenetici dell’attuale modello di vita o dall’edonismo imperante, che predica la felicità individuale a tutti i costi, azzerando responsabilità e doveri anche verso i propri familiari”

“Occorrono maggiore autorevolezza nella correzione del comportamento- conclude il professor Pesavento- e un’applicazione delle sanzioni previste anche per i minorenni consona all’entità dell’illecito / reato commesso. Il dialogo e la formazione mediante lezioni, approfondimenti, incontri con specialisti non possono mancare, ma occorre anche maggiore consapevolezza delle conseguenze cui si potrebbe andare incontro disattendendo le regole. Bisognerebbe istituire nelle scuole un’equipe multidisciplinare con pediatri e psicologi in modo da strutturare percorsi educativi finalizzati ad un migliore inserimento nell’ambiente classe da parte di quegli studenti che avessero assunto una condotta fortemente inappropriata o caratterizzati da tendenze borderline“.

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