IL MOMENTO

Maturità: sogni e nostalgia

19 giugno 2024 | 17:28
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Maturità: sogni e nostalgia

Cogliere l’attimo della vita, che aspetta solo di essere acchiappata da noi: occorre solo avere il coraggio di allungare la mano

I cancelli stanno per chiudersi. Si rientrerà lì solo da genitori, durante i colloqui con i professori. O qualcuno ci metterà piede nuovamente, non da studente ma da insegnante, per chi vorrà. La campanella d’ingresso, il respiro delle mura, il professore che entra e tutti si alzano in piedi in segno di rispetto, gli sguardi con i compagni durante le interrogazioni per cercare conforto e suggerimenti, le verifiche da mettersi le mani nei capelli. Le amicizie trovate: alcune dureranno per la vita, altre s’interromperanno poco dopo l’orale. E’ così: è la vita.  

Gli amori mai nati, mai dichiarati, mai corrisposti. Altri invece sono nati lì, tra le mura di scuola, e sono finiti in chiesa, davanti al sacerdote. Gli sguardi da innamorati, proiettati sul primo banco, o magari “rivolti” in un’altra classe, con la campanella della ricreazione a fare da Cupido. Ma anche le prime battaglie politiche, gli ideali che nascono, che vengono fuori.  magari “rivolti” in un’altra classe, perchè l’amore si trova lì. Ma anche i primi errori, i primi sbagli, i primi rimpianti. E quante altre “prime esperienze” dimentico?

In fondo a scuola ci siamo andati tutti (o quasi, purtroppo). Chi fino a pochi giorni fa, chi fino a pochi anni fa, chi  vari capelli fa. Siamo cresciuti lì, abbiamo iniziato a formarci. I primi sogni, le prime speranze, le prime risposte (magari non risolutive) alla domanda “Cosa voglio fare da grande?”.

La prima volta in cui siamo chiamati a scegliere

La Maturità, di tutto questo, è il riassunto. Chi, nella notte che precede la prima prova, non ha avuto i suoi flashback? La vita scolastica che passa tutta davanti come il vento o un mare in burrasca. C’è chi piange, ripensando ai momenti. Chi esulta, perchè dalla scuola non vede l’ora di scappare. Ma tutti si voltano indietro, guardano, osservano. Il proprio giovane passato e se stessi. Si tirano le prime somme, si butta tutto sul tavolo. “E ora, che si fa?” è una delle domande più ricorrenti dopo essere usciti dal colloquio orale, che certifica il diploma. Domanda semplice, in apparenza. Ma che dietro nasconde un rebus fatto di sogni, speranze, paure. E’ il primo momento della vita in cui siamo chiamati a scegliere. 

Carpe diem

Da lì siamo proiettati, come d’improvviso, nel mondo degli adulti. Possiamo lavorare, possiamo continuare gli studenti gli studi presso Università o altri Atenei, possiamo votare. Non tutti si sentono subito pronti a questo grande passo, che a volte richiede un po’ più di tempo, mentre altri hanno sempre avuto le idee chiare. O magari quelle stesse idee chiare, cambiano in corsa. Perchè la vita è imprevedibile: passioni, obiettivi, occasioni sogni possono sopraggiungere da un momento all’altro. E, per dirla ad Orazio, carpe diem. Cogliere l’attimo della vita, che aspetta solo di essere acchiappata da noi: occorre solo avere il coraggio di allungare la mano. Magari ci si brucerà un po’, a volte. Ma basta un po’ d’acqua e tutto si risolve: ne vale la pena. 

Fino all’ultima goccia di entusiasmo

E allora in bocca al lupo a tutti coloro che, in queste ore, sono alle prese con i loro chiusoni. Ma anche a coloro che i libri non li riapriranno più fino all’esame orale finale davanti alla commissione, per godersi a pieno le emozioni di giorni che non torneranno mai più. Ognuno se la viva a modo suo, mangiandosi tutte le emozioni possibili. Con gli anni la spensieratezza dovrà lasciare spazio ad altro: al lavoro, ai problemi familiari e personali, alle difficoltà nel pagare tasse e bollette. Mai come adesso, dopo una pandemia che ha rinchiuso in casa mezzo mondo per mesi, è tempo di godersi tutto. Fino all’ultima goccia di entusiasmo. 

E’ tutto un gioco di prospettive

Prendere in mano la propria vita, prendendo il toro per la corna, senza lasciare che i timori possano frenare il cammino. La paura è umana, nessuno di noi ne è esente. Non saremmo esseri umani. La paura di sbagliare, di fallire, di prendere scelte sbagliate. E si: gli sbagli ci saranno, i fallimenti anche, le scelte sbagliate pure. Perchè la vita è così. Ma non dovranno essere altro che mattoni su cui costruire le proprie fondamenta, imparando dagli errori, sfidando se stessi, mettendosi in gioco. Senza scansare le proprie paure, ma guardandole negli occhi. Tuffandosi anche nell’ignoto. Perchè il mondo è pieno di cose e persone che possiamo amare, con nostra sorpresa. E’ tutto un gioco di prospettive. L’obiettivo sia uno: guidare la grande macchina della vita con lo stesso entusiasmo che sta accompagnando questi giorni di maturità.

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