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Nomine Ue, la “guerra” delle poltrone

26 giugno 2024 | 16:36
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Nomine Ue, la “guerra” delle poltrone

Alta tensione in vista del Consiglio Europeo, che parte domani. Meloni: “L’Ue non nasconda la polvere sotto al tappeto”. Ma la premier rischia di rimanere col cerino in mano

Roma, 26 giugno 2024 – “Il nuovo Parlamento che si insedierà a metà luglio è frutto delle indicazioni espresse nelle urne, che hanno rappresentato una tappa molto importante nella storia d’Europa da cui trarre importanti indicazioni date anche da tutte le forze politiche: in questi mesi tutti hanno sostenuto la necessità di un cambiamento nelle politiche Ue, nessuno ha detto che sarebbe stato sufficiente mantenere lo status quo. Tutti hanno concordato su un punto: l’Europa deve intraprendere una direzione diversa rispetto al posizionamento preso finora.  Dalle urne è arrivato un messaggio chiaro e non intendiamo farlo cadere nel vuoto”. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni alla Camera nelle comunicazioni in vista del Consiglio europeo

Nomine Ue, cosa sta succedendo

Si tratta di una dura presa di posizione da parte della premier, dopo che Ecr (il Partito dei Conservatori Europei, guidato dalla stessa Meloni) è stato tagliato fuori dalle nomine dei cosiddetti “top jobs“, ovvero i presidenti della Commissione e del Consiglio, oltre che l’Alto Rappresentante degli Affari Esteri (una sorta di ministro degli Esteri dell’Ue).

Da quanto si apprende infatti, Ursula von der Leyen (Ppe) sarà rieletta presidente della Commissione Ue per un secondo mandato, mentre il portoghese António Costa (Psoe) al Consiglio europeo. Infine Kaja Kallas (Alde), premier estone, sarà nominata Alto Rappresentante. Tagliati fuori quindi i Conservatori ed anche Identità e Democrazia (ma questo era ampiamente previsto).

L’accordo arriva prima del Consiglio Europeo che si terrà domani e venerdì a Bruxelles, per decidere chi guiderà le istituzioni dell’Unione europea per i prossimi 5 anni.  L’accelerata non è un caso: l’obiettivo era chiudere l’accordo prima delle elezioni in Francia del 30 giugno, dove l’estrema destra anti-europeista a guida Le Pen potrebbe diventare maggioranza nell’Assemblea Nazionale.  . Tagliati fuori i Conservatori ed anche Identità e Democrazia (ma questo era ampiamente previsto).

Mattarella: “L’Ue non può prescindere dall’Italia”

All’Italia però dovrebbe andare la vice presidenza della Commissione, nel nome dell’attuale ministro Raffaele Fitto. Poco, troppo poco per Giorgia Meloni. A fargli sponda anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, durante una colazione di lavoro con la premier ed altri membri del Governo, ha detto:Non si può prescindere dall’Italia. Una dichiarazione che giunge – riporta l’Ansa – pur facendo presente che non è compito del Presidente entrare nelle dinamiche politiche Ue di questi giorni.

Foto: quirinale.it

L’incontro ha visto la partecipazione del Vicepremier e Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, di quello per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto e i Sottosegretari di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari.

Meloni: “L’Ue non nasconda la polvere sotto al tappeto”

La disaffezione dei cittadini verso l’Ue si è materializzata anche in un’astensione che non può lasciare indifferente la classe dirigente che in Ue sembra tentata dal nascondere la polvere sotto il tappeto continuando con logiche deludenti.

“Se c’è un dato indiscutibile che arriva dalle urne è la bocciatura delle politiche portate avanti dalla forze politiche al Governo in molti della grandi nazioni europee, che sono anche in molti casi le forze che hanno impresso le politiche europee degli ultimi anni”. La presidente del Consiglio ha citato le percentuali ottenuti nei singoli Paesi Ue dai partiti di Governo: “16% in Francia, 32% in Germania, in Spagna il 34%. Solo in Italia – ha aggiunto – il 53% degli eletti è espressione delle forze di governo”.

“Penso che la nuova presidenza della Commissione dovrebbe pensare a una delega specifica alla sburocratizzazione per dare un segnale” di cambiamento.  “Se c’è un dato indiscutibile che arriva dalle urne è la bocciatura delle politiche portate avanti dalla forze politiche al governo in molti della grandi nazioni europee, che sono anche in molti casi le forze che hanno impresso le politiche europee degli ultimi anni”.

La presidente del Consiglio ha citato le percentuali ottenuti nei singoli Paesi Ue dai partiti di governo: “16% in Francia, 32% in Germania, in Spagna il 34%”. “Solo in Italia – ha aggiunto – il 53% degli eletti è espressione delle forze di governo”. Bisogna applicare anche in Europa il principio che applichiamo in Italia: non disturbare chi vuole fare, significa essere più attrattivi degli altri, disboscare la selva burocratica e amministrativa che finisce per essere un percorso a ostacoli che penalizza le imprese”.

“Conventio ad excludendum nei confronti delll’Italia”

“Non mi stupisce – ha detto ancora – che sia emerso prima durante e dopo la campagna elettorale un certo approccio ma nessun autentico democratico che creda nella sovranità popolare può in cuor suo ritenere accettabile che in Europa si tentasse di trattare sugli incarichi di vertice ancora prima che si andasse alle urne.

“Alcuni hanno sostenuto che non si debba parlare con alcune forze politiche. Le istituzioni Ue sono state pensate in una logica neutrale. Gli incarichi apicali sono stati affidati tenendo in considerazione i gruppi maggiori, indipendentemente da logiche di maggioranza e opposizione. Oggi si scegli di aprire uno scenario nuovo e la logica del consenso viene scavalcata da quella dei caminetti, dove una parte decide per tutti. Una ‘conventio ad excludendum’ che a nome del governo italiano ho contestato e non intento condividere”.

“L’errore che si sta per compiere con l’imposizione di questa logica e di una maggioranza fragile e destinata probabilmente ad avere difficoltà nel corso della legislatura è un errore importante non per la sottoscritta per il centrodestra o per l’Italia ma per un’Europa che non sembra comprendere la sfida che ha di fronte o la comprende ma preferisce in ogni caso dare priorità ad altre cose”. Meloni sottolinea che “se vogliamo rendere un buon servizio all’Europa e alla sua credibilità dobbiamo mostrare di avere compreso gli errori del passato e avere massima considerazione delle indicazioni dei cittadini” che chiedono “un’Europa più concreta e meno ideologica“. (Foto: governo.it)

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