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Euro 2024: Berlino, la Caporetto del calcio italiano

30 giugno 2024 | 07:00
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Euro 2024: Berlino, la Caporetto del calcio italiano
La disfatta italiana contro la Svizzera (Foto: figc.it - Sito Web Federazione Italiana Giuoco Calcio)

Nel 2006 l’Italia alzò al cielo la Coppa del Mondo, proprio a Berlino. Quasi 20 anni dopo, il cerchio si è chiuso

Berlino, 30 giugno 2024 – Una premessa fondamentale: nel calcio c’è chi vince e chi perde. E’ la dura legge del gol, come cantavano gli 883 in una celebre canzone. E non è detto che a trionfare sia la squadra che, sulla carta, è più forte. La magia dello sport risiede nel Davide contro Golia, nelle imprese insperate, nelle gioie sfrenate. Ma, spesso, si deve fare i conti con il dolore della sconfitta. Tuttavia, c’è modo e modo di perdere. Si può uscire dal campo con la maglia sudata, con le lacrime agli occhi dalla fatica, con la consapevolezza di essersela giocata alla pari, di aver lasciato cuore ed anima in campo. O si può essere umiliati, perdere la faccia, in balia di se stessi, impotenti. Insomma, non si deve fare come hanno fatto gli Azzurri contro la Svizzera.

Azzurri, quanto fa male

Dunque, nessuno rimprovera all’Italia di essere usciti da Euro 2024 agli ottavi di finale (leggi qui). Può succedere di perdere. Ma è il “come” il problema. E’ il “come” che lascia una ferita enorme, dolorosa, difficile da ricomporre. Ci vuole tempo, si dirà. Ma ormai il tempo è scaduto, per tutti.

Intendiamoci: la Svizzera è una grande squadra. Ha giocatori di livello internazionale, con esperienza, che giocano in alcuni dei club migliori del mondo, guidati da un allenatore che sa il fatto suo. 3 anni fa ha buttato fuori la Francia, Campione del Mondo in carica. Insomma, non sono gli ultimi arrivati. E nei giorni precedenti alla sfida si sono dimostrati molto sicuri di se, soprattutto Freuler e l’allenatore Ma gli elvetici non sono nemmeno il Real Madrid dei Galacticos. Eppure, ieri li abbiamo fatti sembrare tale. Arrivano prima su ogni pallone, giocavano a memoria, tagliavano a fette la difesa Azzurra, morbida come il burro. Come se sapessero di essere nettamente più forti. E a conti fatti, è stato così. E lo hanno dimostrato sul campo, il massimo giudice supremo del calcio le cui sentenze sono definitive come Cassazione.

Azzurri

Foto: figc.it – Sito Web Federazione Italiana Giuoco Calcio)

Le ragioni della disfatta degli Azzurri

Ma perchè questa disparità? Beh, tante ragioni. Una preparazione fisica in evidente ritardo (la scusa della stagione lunga non regge, vale per tutte le Nazionali), giocatori non all’altezza di un palcoscenico del genere, calciatori che hanno giocato pochi minuti in stagione e si sono ritrovati titolari in un ottavo di finale (vedi Fagioli), un allenatore che dimostra per l’ennesima volta come il suo limite principale sia la non capacità di reggere la pressione delle occasioni importanti. Insomma: la debacle di Berlino non è altro che il “coronamento” di un Europeo mediocre da parte degli Azzurri, una logica conseguenza. Non si è mai vista un’Italia propositiva, pericolosa, in grado di far male. Un gioco vuoto, privo di idee e contenuti. Si può tranquillamente affermare che è stata una delle peggiori Nazionali che si siano mai viste nel corso dei tornei continentali ed intercontinentali (Europei e Mondiali).

Anche la modesta Albania, unica partita che abbiamo vinto, abbiamo dovuto sudare le 7 camicie. E tanto per cambiare, solo Donnarumma ha evitato che non vincessimo nemmeno quella. Con la Spagna gli Azzurri hanno dimostrato una manifesta inferiorità, e con la Croazia la storia è nota. E per concludere il tutto, la Svizzera ci ha dato una lezione di calcio, ma anche di atteggiamento. Nonostante Spalletti avesse usato parole forti nelle varie conferenze in Germania, le parole non si sono trasformate in fatti e sono volate via come il vento. Come spesso capita.

Un mediocre bottino che parla di soli 3 gol segnati (nemmeno uno dagli attaccanti) e 5 subiti. E se non fosse stato per Donnarumma, unico e vero campione di questa squadra, avremmo avuto bisogno del pallottoliere per contarli tutti. In fondo, l’eurogol di Zaccagni all’ultimo secondo contro la Croazia (leggi qui) non ha fatto altro che allungare l’agonia e ritardare un disastro annunciato. E, paradossalmente, ha reso più doloroso il tutto. Quella rete sembrava un segno del destino: “Dai, ce la facciamo anche quest’anno” hanno pensato un po’ tutti. Ma d’illusioni non si campa, purtroppo.

Foto: figc.it – Sito Web Federazione Italiana Giuoco Calcio)

Spalletti, quanti errori

Dopo il match, Spalletti ha detto di “non avere molti giocatori di qualità e di corsa” e che al momento “non si può fare più di questo“. Eppure, guardando la rosa, non sembra affatto così. Tra le file Azzurre c’è chi ha fatto finali di Champions League, finali di Europa League, ha vinto Scudetti e c’è anche chi ha trionfato anche con la maglia della Nazionale. E chi non l’ha fatto è perchè sta in rampa di lancio solo adesso. Sembra l’ennesima dichiarazione discutibile del commissario tecnico che, dall’inizio dell’Europeo, ne ha azzeccate poche. E forse anche da prima. A far discutere è stata soprattutto la convocazione di Fagioli, che ha giocato solo 8 partite con la Juventus a causa della nota squalifica. Eppure è stato preferito lui rispetto ad altri giocatori che hanno fatto faville (Politano e Orsolini su tutti).

Foto: figc.it – Sito Web Federazione Italiana Giuoco Calcio)

Già, perchè se Spalletti non avesse dovuto fare i conti con i suoi limiti legati alla gestione della pressione, avrebbe vinto molto più. Perchè è un tecnico preparato, ma il curriculum è ben lontano dai cosiddetti “top”: 2 Coppe Italia ed una Supercoppa con la Roma, 2 Scudetti ed una Supercoppa di Russia con lo Zenit. Poi, lo scorso anno, il primo grande successo col Napoli, arrivato in un’annata irripetibile.

Ora anche la sua panchina traballa. Da ciò che è trapelato pochi minuti dopo il match, il Ct (nonostante le enormi responsabilità del fallimento) non ha intenzione di fare un passo indietro. Non ci sarebbero dunque dimissioni in vista. Ed anzi, ha detto che “in futuro farà scelte diverse”. Spalletti ha un contratto che lo lega all’Italia fino al 2026, quando si terranno i Mondiali negli Stati Uniti e Messico (sperando che questa volta, 12 anni dopo, gli Azzurri riescano a qualificarsi). Ma le cose possono cambiare in fretta, e l’aria che tira non è delle migliori: alle 12.30 di oggi infatti è prevista una conferenza stampa alla presenza del presidente Figc Gabriele Gravina e dello stesso Spalletti, dove verrà analizzato il flop. Ma non si possono escludere dichiarazioni drastiche. Non ci resta che attendere per saperne di più

Calcio italiano in declino da quasi 20 anni

Sarebbe impossibile ed ingeneroso circostanziare la debacle Azzurra. Già, perchè il declino è iniziato molto tempo fa. Ovvero dal 2006, anno in cui l’Italia alzò al cielo la Coppa del Mondo a Berlino. E ora, 18 anni dopo, proprio Berlino diventa la Caporetto degli Azzurri. Già, perchè dopo quel trionfo, il bilancio mette i brividi: fuori in un girone mediocre ai Mondiali 2010 (da Campioni in carica), strapazzati dalla Spagna alla finale di Euro 2012, nuovamente fuori ai gironi ai Mondiali 2014, fuori ai quarti di Euro 2016 (che all’epoca venne percepito come un risultato positivo). Dopo di che, a giocare la Coppa del Mondo, non ci saremmo mai più andati. Svezia e Macedonia gridano ancora vendetta.

La vittoria di Euro 2021 altro non è stata che una goccia nel mare, un’eccezione che conferma la regola, avvenuta in piena controtendenza al declino italiano. Un successo che ha messo una pezza a tutti i fallimenti precedenti e, a questo punto, anche a quelli successivi. La debacle del calcio nostrano è sotto gli occhi di tutti: non lo vede solo chi non vuole farlo. Forse dopo quest’ennesimo flop, inaspettato alla vigilia, s’inizierà a fare qualcosa sul serio. Nascondere la testa sotto la sabbia non servirà a nulla. Perchè la Svizzera, nell’immaginario collettivo nostrano, rischia di diventare la nuova Corea.

Nel frattempo, saremo “costretti” a guardare l’Europeo fino al 14 luglio, senza i nostri Azzurri. Con la consapevolezza, e soprattutto con l’amarezza, di essercelo meritati. Ecco: è questa la cosa che fa più male.(Foto: figc.it – Sito Web Federazione Italiana Giuoco Calcio).

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