Roma, nascondevano mezzo chilo di cocaina nella busta dei surgelati: tre arresti

I carabinieri avevano notato i pusher con un atteggiamento sospetto nel quartiere Tuscolano e hanno proceduto alla perquisizione domiciliare
Roma, 2 luglio 20204 – I carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Piazza Dante hanno arrestato due uomini di 43 e 54 anni e una donna di 42 anni, compagna del primo, italiani, gravemente indiziati, a vario titolo, di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti in concorso e anche resistenza a pubblico ufficiale per il 54enne.
I tre, sono stati notati in atteggiamento sospetto da una pattuglia in borghese di carabinieri in via Cesare Baronio, quartiere Tuscolano. Il 43enne è stato visto cedere al 54enne un involucro che si è poi scoperto contenere 10 dosi di cocaina mentre la donna lo attendeva in auto, custodendo ulteriori 88 dosi della medesima sostanza stupefacente nella borsetta. Il 54enne a quel punto ha cercato di disfarsi delle dosi ricevute gettandole in un cassonetto per la raccolta dei rifiuti e ha opposto vigorosa resistenza ai carabinieri intervenuti, per poi essere bloccato.
I carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Piazza Dante a quel punto hanno deciso di perquisire tutti e tre dettagliatamente recandosi anche presso le loro abitazioni e nelle loro auto, trovandoli complessivamente in possesso di 505 g di sostanza stupefacente tipo “cocaina”, suddivisa in 969 dosi preconfezionate; 7,80 g di “hashish”; 8.120,00 euro in contanti; materiale vario per il confezionamento; 3 rolex di cui sarà accertata autenticità e provenienza; una pistola priva di tappo rosso, munizionamento e serbatoio, sulla quale saranno svolti accertamenti per valutarne l’offensività.
I due uomini sono stati condotti presso la casa circondariale di Regina Coeli mentre la donna presso la casa circondariale di “Rebibbia femminile”. Il Tribunale di Roma ha convalidato gli arresti e disposto per il 43enne la custodia cautelare in carcere, mentre per il 42enne e il 54enne gli arresti domiciliari.
Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.