IL COMMENTO

Europa, donne al potere

3 luglio 2024 | 14:26
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Europa, donne al potere

Da Giorgia Meloni a Marine Le Pen, passando per Ursula Von Der Leyen e Roberta Metsola (e molte altre): è il tempo delle donne al comando

Giorgia Meloni è presidente del Consiglio da quasi 2 anni, la segretaria Pd Elly Schlein si è consacrata leader dell’opposizione alle Europee, Ursula von der Leyen punta al secondo mandato a capo della Commissione Ue, Marine Le Pen ad un passo dal trionfo alle legislative in Francia e che sogna l’Eliseo nel 2027. Ma anche Roberta Metsola che viaggia verso la ri-elezione a presidente del Parlamento Europeo, Kaja Kallas (premier estone) pronta a diventare Alto Rappresentante degli Affari Esteri Ue. E si potrebbe continuare a lungo. Già, perchè a prescindere dalle idee politiche di ognuno, la realtà è sotto gli occhi di tutti: in Europa è scattata l’ora delle donne al potere. Sono finiti i tempi in cui, nelle posizioni di vertice, tra le figure femminili spiccava la sola Angela Merkel, cancelliera tedesca dal 2005 al 2021. Ora comanda il gentil sesso.

Donne al potere

Le donne sono pragmatiche, concrete, pratiche. Non si perdono in chiacchiere, come spesso fanno i loro colleghi uomini. Si pongono un obiettivo e fanno di tutto per raggiungerlo. Nella maggior parte dei casi lo sono fin da giovani, poi limano il tutto con l’esperienza. Non si buttano giù alle prime difficoltà, anzi, traggono forza in più per superarle. Secondo numerosi studi, hanno un’intelligenza emotiva superiore. Sono multitasking, in grado di adattarsi a qualsiasi situazione, gestendo le situazioni di crisi non con l’emotività del momento (che nella storia ha causato qualche milione di morti) ma tramite la razionalità, fondamentale in politica. Ed ecco come si spiega il fatto che, in una società ancora prettamente maschile, le donne si sono prese il loro spazio all’interno delle stanze dei bottoni, scalando i vertici di società e partiti politici. Ed anche gli elettori, o meglio i cittadini, sono stati “rapiti” da tutto ciò. 

Sulle orme di Margaret Thatcher

Il processo, che ora si trova nella sua piena fase di realizzazione (almeno in politica) a sfatare il tabù non è stata solo Angela Merkel già citata in precedenza, ma un’altra donna: Margaret Thatcher. Quando la “Lady di ferro” mise piede a Downing Street nel 1979, per diventare primo ministro del Regno Unito, qualcosa iniziò a cambiare, anche se molto lentamente. E non è un caso che quasi tutte le donne che oggi sono al comando si ispirano, in qualche modo, a lei. Non ne fa mistero nessuno. Ma d’altronde non potrebbe essere altrimenti: Thatcher riuscì a scalare posizioni su posizioni all’interno dei Conservatori britannici (il partito che fu anche di Winston Churchill) fino a diventarne la leader.

Donne

Margaret Thatcher (Foto di dominio pubblico)

All’epoca, la sua nomina a primo ministro (per la tradizione inglese, il leader del partito diventa premier in caso di vittoria alle elezioni) fu accolta come un’autentica rivoluzione. Specie in una società come quella britannica, spesso chiusa in se stessa ed autoreferenziale. Eppure, “the Iron Lady” entrò Downing Street, senza chiedere il permesso a nessuno, tutt’altro che in punta di piedi. E lì ci rimase fino al 1990. E tanto basta per essere diventata l’esempio delle successive generazioni.

La strada è tracciata (ma c’è tanto lavoro da fare)

La strada è tracciata, ma è ancora ben lungi dall’essere completata. Specie in Italia, purtroppo. Perchè se a livello di posizioni di potere il vento sta cambiando, tanto lavoro c’è ancora da fare all’interno della società civile. Nel Bel Paese, nonostante i passi avanti, c’è ancora una chiara disparità di stipendi tra uomini e donne, con quest’ultimo spesso e volentieri costrette a scegliere tra vita professionale e vita privata. Scelta che agli uomini non viene chiesto di prendere. Per non parlare della piaga femminicidi: secondo i dati Istat, circa 150 donne vengono uccise ogni anno. Numeri inaccettabili, che testimoniano la gravità della situazione. Mai come ora la violenza di genere è finita in cima all’agenda politica, da destra come a sinistra. Dunque i problemi ci sono: li tocchiamo con mano, tutti i giorni. Ma l’aria, per fortuna, sta cambiando.

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