Il giovane attentatore era appostato indisturbato su un tetto, a poche centinaia di metri dal comizio di Trump. L’attentato mette a nudo la fragilità dell’America
Washington, 14 luglio 2024 – Il sangue sulle orecchie e sul viso, le forze di sicurezza che lo circondano, il pugno alzato in segno di vittoria gridando “fight! fight!”. Ci sono momenti che restano nella Storia, e ci sono alcune fotografie che la fanno, cambiandola per sempre. L’immagine di Trump col pugno alzato e col volto insanguinato, mentre gasa i suoi sostenitori, è già diventata un simbolo.
Forse non tutti hanno ancora realizzato cos’è successo: un uomo ha cercato di uccidere l’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, tra l’altro in corsa per il bis alla Casa Bianca (leggi qui). Un attentato che mette a nudo la fragilità dell’America, alle prese con mille difficoltà che non riesce a superare, ed è grave per il Paese che traina le grandi democrazie occidentali, il quale ancora oggi si candida per essere la Nazione leader del mondo, sfidando la concorrenza cinese.
Mentre sui social avanza l’ipotesi di complotto, una false flag secondo cui Trump avrebbe organizzato il tutto in modo da ottenerne un vantaggio elettorale, per passare come un martire. Ma, appunto, sono teorie del complotto senza nessun tipo di fondamento. Anche perchè, nonostante si parli solo di Trump, è morto uno spettatore ed altri 2 sono rimasti feriti. E a fugare ogni dubbio ci ha pensato l’Fbi, la quale ha parlato di “tentativo di omicidio”.
Presidenti (o ex) sotto attacco
Trump non è l’unico presidente americano (anzi, ex presidente) ad essere stato vittima di attentati. Ricordiamo tutti l’assassinio di John Kennedy, che sconvolse il mondo intero. Facendo un salto indietro fino al 1865, impossibile scordarsi l’attentato nei confronti di Abramo Lincoln, ucciso da un simpatizzante sudista mentre era a teatro. Ma anche il tentativo di uccisione ai danni di Ronald Reagan, che tuttavia riuscì a salvarsi. E molti altri ancora. I tempi cambiano, ma in America ciò non cambia mai: c‘è sempre chi vuole fare fuori l’uomo più potente del mondo (o che lo è stato, come nel caso di Trump).
L’attentato a Trump, l’identikit del cecchino e i dubbi
L’ex capo della Casa Bianca, che spera di tornare nello Studio Ovale dopo le elezioni di novembre, è finito nel mirino del 20enne Thomas Matthew Crooks, che poi è stato ucciso dalle forze del Secret Service. Le indagini sono ancora in corso e non è chiaro se il ventenne abbia agito come ”lupo solitario” o abbia avuto dei complici.
Non sarà facile il compito per le autorità statunitensi, vista l’ambigua storia di Crooks. “Il mio nome è Thomas Matthew Crooks. Odio i repubblicani, odio Donald Trump”, questo il contenuto di un videomessaggio sui social: secondo l’Fbi, però, il ventenne era inserito nel registro degli elettori repubblicani. Avrebbe votato per la prima volta quest’anno per le presidenziali.
Il giovane della Pennsylvania era appostato indisturbato su un tetto a poche centinaia di metri dal comizio di Trump, nonostante alcuni video lo riprendano mentre prende la mira. Un episodio grave (anzi, gravissimo) anche per il Secret Service, ovvero l’agenzia governativa statunitense che si occupa di tutelare la sicurezza del presidente o di altre personalità ben definite.
Le armi
L’attentato fa riemergere l’ennesima volta l’eterna questione: le armi. Com’è possibile che un 20enne fosse in possesso di un fucile semiautomatico AR-15? Semplice: perchè può farlo, come stabilito dal II emendamento della Costituzione americana, la quale dà diritto ad ogni cittadino di possedere armi e che Trump difende strenuamente. E anzi, è notizia di questi giorni che ora i proiettili si potranno acquistare anche ai distributori automatici di Texas, Alabama ed Oklahoma. La lobby delle armi, industria potentissima negli Stati Uniti, continua a fatturare nonostante tutto.
“Non permetteremo al male di vincere”
La politica, specie quella americana, è cinica e spietata. L’attenzione si è iimmediatamente proiettata sulle elezioni di novembre e, secondo molti commentatori ed analisti, l’attentato non farà che aumentare il consenso per Trump, che la prossima settimana sarà “incoronato” ufficialmente candidato alla Casa Bianca nella convention repubblicana. Nel frattempo il Tycoon, sul social Truth, ha commentato in prima vicenda l’attentato che lo ha visto suo malgrado protagonista. Di seguito pubblichiamo il suo intervento integrale.
“Grazie a tutti per i vostri pensieri e le vostre preghiere di ieri, poiché è stato Dio solo a impedire che accadesse l’impensabile. Non avremo paura, ma rimarremo invece resilienti nella nostra Fede e ribelli di fronte alla malvagità. Il nostro affetto va alle altre vittime e alle loro famiglie. Preghiamo per la guarigione dei feriti e conserviamo nei nostri cuori il ricordo del cittadino così orribilmente ucciso. In questo momento, è più importante che mai restare uniti e mostrare il nostro vero carattere di americani, rimanendo forti e determinati e non permettendo al male di vincere. Amo davvero il nostro Paese e amo tutti voi e non vedo l’ora di parlare alla nostra Grande Nazione questa settimana dal Wisconsin”.
Ora c’è attesa di capire come si comporterà Trump. Aizzerà i suoi? O si comporterà da statista, invitando alla calma, alla prudenza, a non rispondere al fuoco con il fuoco? Da questa risposta, passa il futuro dell’America. E del mondo.