Fiumicino, “un giallo” il sequestro della sede dell’associazione Nuovo Domani
Il sequestro della sede dell’associazione Nuovo Domani scaturito da una denuncia e dalle successive indagini “comandate” dalla Procura di Civitavecchia
Fiumicino – Un decreto di sequestro è apparso presso la sede di via del Faro dell’associazione Nuovo Domani. La procura di Civitavecchia, in seguito a un esposto formale e alle successive indagini “comandate” alla polizia locale di Fiumicino, ha posto sotto sequestro la sede dell’associazione di volontariato, collaboratrice in materia di protezione civile. Le accuse mosse contro l’associazione includono danno ambientale, occupazione abusiva di area pubblica e abusi edilizi.
Indagini e scavi alla ricerca di materiale inquinante
Circa 20 giorni fa, 7-8 agenti della polizia locale hanno iniziato a scavare alla ricerca di materiale inquinante, in seguito a un esposto che sosteneva la presenza di materiali inquinanti interrati, tra cui amianto. “Va ricordato – affermano fonti vicine all’associazione – che la Nuovo Domani è iscritta all’albo di gestori ambientali, con diritto di accedere a qualunque discarica.”
Le ricerche hanno portato a scavare buche di circa 6 metri, ma non sembrano essere state trovate tracce di fusti tossici o materiali simili. Tuttavia, il magistrato ha dato mandato di sequestro per abusivismo edilizio e occupazione abusiva di suolo pubblico. “Va specificato – continuano le fonti vicine all’associazione – che una delibera comunale del 1996 assegna la sede e l’area all’associazione. Precedentemente, nel 1992, fu assegnata una sola stanza, poiché il resto era magazzino del materiale del Comune, e fuori era una discarica abusiva”. Ci volle circa un anno per bonificare l’area.
Nuovo Domani, sequestro dei mezzi
Oltre all’area, sono stati posti sotto sequestro tutti i mezzi dell’associazione, inclusi ambulanze e carri antincendio. Un risvolto della vicenda riguarda i tre cani maremmani che “abitavano” l’area: ora sono stati portati a casa di membri dell’associazione, poiché non potevano più restare nell’area chiusa.
La vicenda del sequestro solleva diverse questioni e lascia molti interrogativi aperti. Le accuse di danno ambientale e abusivismo edilizio devono ancora essere confermate, e l’associazione difende la sua posizione citando la delibera del 1996. Va anche specificato che la sede dell’associazione è in pieno centro di Isola Sacra, a livello stradale, con spazi ampiamente visibili sia dalla strada che, ancor più, dai palazzi intorno.
Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.