Caldo torrido, lavoratrice del Bioparco ha un malore

30 luglio 2024 | 15:43
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Caldo torrido, lavoratrice del Bioparco ha un malore

La Cgil: “Troppo disattenzione. La Fondazione Bioparco sta dimostrando un totale disinteresse per le condizioni dei lavoratori degli appalti a cui non è stata pagata neppure la quattordicesima”

Roma, 30 luglio 2024 – “In questi giorni di caldo oppressivo, l’Ufficio stampa del Bioparco di Roma sta diffondendo numerosi comunicati stampa sulla distribuzione di frutta fresca e giaccio agli animali del Bioparco. Una attenzione al benessere animale che ci fa davvero piacere come tratto di civiltà della Città di Roma. Peccato che altrettanta attenzione non sia dedicata al benessere delle lavoratrici e dei lavoratori del Bioparco” e’ quanto si legge in un comunicato di FP Cgil.

Ieri una lavoratrice del Bioparco, di una delle ditte che operano in appalto, è stata colta da un malore per il gran caldo, è svenuta ed è dovuta intervenire una autoambulanza del 118 per la gravità della situazione. Questo perché le lavoratrici e i lavoratori del Bioparco non hanno alcuna possibilità di avere un punto di ristoro dal caldo, delle pause nelle ore più calde, devono accogliere i visitatori da un gabbiotto tutto in ferro nel quale la temperatura sale a limiti insopportabili provvisto di un idoneo sistema di condizionamento.

Nonostante il malore la Fondazione non ha preso alcun provvedimento lasciando ancora una volta lavoratrici e lavoratori al caldo estremo. Ma del resto la Fondazione Bioparco sta dimostrando un totale disinteresse per le condizioni dei lavoratori degli appalti a cui non è stata pagata neppure la quattordicesima e stanno vivendo nella totale incertezza del proprio futuro per una gara di appalto costruita male con unico obiettivo di risparmiare e fare cassa sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori.

“Chiediamo al sindaco Gualtieri di assicurarsi che la Fondazione Bioparco si possa ricordare delle lavoratrici e dei lavoratori a cui sta riservando queste condizioni di rischio e pericolo e prenda ogni provvedimento affinché lavorare in un ente del Comune di Roma non significhi rischiare di non tornare più a casa” conclude la Cgil.

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