Porto canale di Rio Martino, una comunità in lotta per non morire
La comunità di Rio Martino chiede interventi urgenti per salvare il porto canale, bloccato dall’insabbiamento, e l’economia locale. La Regione Lazio e i Comuni coinvolti a confronto sulle soluzioni.
“Siamo prigionieri del Porto Canale di Rio Martino, e di una burocrazia che sta uccidendo il borgo”. E’ il grido di allarme, disperato, del Comitato spontaneo (suddiviso in diverse competenze) che stamattina ha parlato al tavolo della XII Commissione Tutela del territorio, erosione costiera, emergenze e grandi rischi, protezione civile e ricostruzione.
Nella Sala Latini, alla Pisana, si è svolta infatti stamattina un’audizione che ha visto la partecipazione di rappresentanti regionali, locali e delle varie categorie colpite dall’insabbiamento del canale. L’obiettivo è trovare una soluzione urgente per riaprire il porto e risollevare l’economia della zona.
Il casus belli: l’allungamento del braccio del Porto di Anzio
L’allungamento del braccio del porto di Anzio ha provocato, a cascata, l’insabbiamento del Porto Canale di Rio Martino. Questa situazione ha portato alla chiusura delle attività commerciali, ha intrappolato i pescatori e ha paralizzato l’economia locale. Le richieste di intervento immediato sono state al centro del dibattito.
Rio Martino, gli interventi delle categorie interessate
Eros Mariucci, rappresentante della categoria pescatori di Borgo Grappa e Porto di Rio Martino, ha sottolineato l’urgenza di un intervento: “Chiediamo un dragaggio immediato o un rinascimento. La navigabilità è bloccata, con 30 pescherecci prigionieri. Se escono, rischiano verbali da 2.000 euro e denunce penali. Togliete il vincolo della Capitaneria.”
Luigi Petrin, rappresentante della categoria diportisti, ha aggiunto: “Anni fa avevamo 1000 posti barca, ora non c’è più nulla. Le chiusure degli esercizi commerciali del borgo, tra cui bar, cantieri nautici e negozi, sono una conseguenza diretta.”
Lino Fanzan, rappresentante dei pensionati, ha espresso l’impossibilità di accedere a situazioni di svago, mentre Maurizio Corelli, rappresentante dei commercianti, ha dipinto un quadro desolante: “Prima c’erano poste, caserma dei carabinieri, circoscrizione, due banche e un poliambulatorio. Ora non c’è più nulla. Il 30 settembre Borgo Grappa si spegnerà definitivamente.”
La Commissione e le istituzioni locali
Angelo Tripodi, consigliere regionale, ha dichiarato: “Ho fortemente voluto questo incontro per affrontare l’insabbiamento del canale, che paralizza attività cruciali come la pesca e influisce sul turismo e il commercio locale. La Commissione ha evidenziato l’urgenza di una conferenza dei servizi tecnica per individuare aree di stoccaggio delle sabbie recuperate e sbloccare i fondi necessari”.
Il Commissario Straordinario dell’Ente Parco del Circeo, Emanuela Zappone, ha proposto un approccio duplice: “Dividere gli interventi tra emergenza e prevenzione. Abbiamo avuto un vertice in prefettura e proposto ai sindaci e ai dirigenti regionali di portare avanti un protocollo deliberato nel 2018 per il dragaggio e il possibile spostamento della sabbia”.
Il Sindaco di Sabaudia, Alberto Mosca, ha confermato la disponibilità del comune: “Per quanto riguarda Rio Martino, è stato siglato, d’intesa con il Comune di Latina, un accordo di collaborazione, corredato da uno specifico quadro economico. Questo accordo, dopo i dovuti aggiustamenti, anche perché quando si parla di fondi bisogna essere sempre molto attenti a come canalizzarli e soprattutto come allocarli secondo un ordine di priorità, lo abbiamo sottoscritto all’inizio di luglio. Quindi per quanto concerne l’intervento prioritario a cui facevamo nono riferimento gli amici delle associazioni, noi siamo pronti”.
Le difficoltà amministrative e finanziarie
Franco Addonizio, assessore all’Ambiente di Latina, ha però evidenziato le criticità finanziarie: “Abbiamo avviato la procedura di escavazione già dal mese di febbraio. Abbiamo approvato il progetto e sottoscritto l’accordo di collaborazione con il Comune di Sabaudia. Tuttavia, siamo in attesa che la Regione Lazio sblocchi i fondi. Ad oggi, non abbiamo ricevuto le somme necessarie. C’è anche l’idea di elevare Rio Martino a Porto di terzo livello… Ma tutto questo, ad oggi, rimane solo sulla carta”.
Giovanni Di Cocca, assessore alla Marina di Latina, ha sottolineato la necessità di una soluzione a lungo termine: “L’intervento attuale è solo un tampone. Dobbiamo pensare allo sviluppo dell’intera area e richiedere fondi su base progettuale per risolvere definitivamente la problematica. Porto di terzo livello? Ebbene – ha proseguito Di Cocca – i Comuni non sono in grado assolutamente di gestire o un porto di terzo livello; sotto il punto di vista amministrativo, sotto il punto di vista della burocrazia, sotto il punto di vista economico. E allora vorrei fare una proposta: chiedere ai comuni di Sabaudia e Latina quello che potrebbe essere un processo di fattibilità per il completamento delle opere di Rio Martino, e se la Regione Lazio ha veramente a cuore le sorti di quel territorio, non stanziare un fondo una tantum, ma stanziare dei fondi su una progettuale fattibile, per dare finalmente la risoluzione alla problematica”.
La soluzione proposta per l’immediato (se così si può dire…)
Stefano Donati, Direttore dell’Ente Parco Nazionale del Circeo, ha proposto di agire in somma urgenza per accelerare i tempi, evitando così la cosiddetta caratterizzazione delle sabbie, cioè l’analisi delle stesse in laboratorio, il che comporterebbe almeno venti gironi di attesa: “È possibile dragare il canale e stoccare in un sito apposito. I comuni di Latina e Sabaudia dovranno individuare le aree, e l’Ente Parco darà le autorizzazioni. La Regione si occuperà del dragaggio, attuando così una soluzione tampone a breve termine. Successivamente, saranno necessari interventi più strutturati e coordinati per l’intera costa”.
L’idea è buona, resta il fatto che tra individuazione dei siti, approvazione, preparazione degli stessi e successivo dragaggio e stoccaggio i tempi non sono comunque così rapidi. Di contro c’è un borgo che sta morendo e decine di famiglie di pescatori sull’orlo del collasso.
Rio Martino, le speranze della comunità
La comunità di Rio Martino è esasperata. Le parole di Tripodi risuonano come un’eco tra i residenti: “Non possiamo più permetterci di attendere. È ora di agire e restituire dignità e speranza a questa zona”. La situazione di Rio Martino è critica, ma le parole dei rappresentanti locali e regionali fanno sperare in una soluzione imminente. La comunità chiede azioni concrete per risolvere un problema che da troppo tempo paralizza l’economia e la vita sociale della zona.
Il Porto Canale di Rio Martino rappresenta dunque una sfida complessa che richiede interventi urgenti e soluzioni a lungo termine. La collaborazione tra le istituzioni locali e regionali, insieme all’impegno delle comunità, è essenziale per superare questa crisi. Solo attraverso un’azione concertata e determinata sarà possibile restituire vita e vitalità a questa storica zona portuale.