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“Mazzata” su Amazon, convalidato il sequestro di 121 milioni di euro

31 luglio 2024 | 20:46
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“Mazzata” su Amazon, convalidato il sequestro di 121 milioni di euro

L’azienda: ”Rispettiamo tutte le leggi e le normative vigenti in ogni paese in cui operiamo e richiediamo che le aziende che lavorano con noi facciano lo stesso”

Milano – ”Rispettiamo tutte le leggi e le normative vigenti in ogni paese in cui operiamo e richiediamo che le aziende che lavorano con noi facciano lo stesso”. Lo afferma Amazon, dopo la decisione da parte di convalida, del gip di Milano, per il sequestro di 121 milioni. ”Abbiamo definito standard elevati e un codice di condotta che anche i nostri fornitori di servizi di consegna devono rispettare per poter lavorare con noi. Il nostro codice di condotta è disegnato in modo tale da garantire che gli autisti lavorino in un contesto sicuro e abbiano compensi e orari di lavoro adeguati”, spiega l’azienda.

L’accusa contro Amazon

Un’inchiesta ha rivelato un presunto sistema fraudolento nella gestione delle consegne finali, conosciute come “ultimo miglio”, caratterizzato da un “sistematico sfruttamento dei lavoratori” e “ingenti danni all’erario”. L’indagine, che ha preso avvio dai driver, ha messo in luce le condizioni lavorative di questi ultimi, che secondo il giudice per le indagini preliminari indossano uniformi con colori e loghi stabiliti dal colosso Amazon, identiche per tutti, nonostante risultino formalmente impiegati da diverse società in appalto.

Nonostante ricevano lo stipendio da queste società, i lavoratori avrebbero difficoltà a comunicare con i loro presunti datori di lavoro, rimanendo invece costantemente collegati al software di Amazon, il cui algoritmo monitora la loro attività, compreso il numero di consegne totali e quelle completate con successo.

La difesa di Amazon

Amazon precisa che effettua ”regolarmente verifiche di idoneità per assicurare la conformità al Codice di Condotta e interveniamo se riscontriamo che un nostro fornitore non rispetta tali aspettative. Continueremo a collaborare prontamente con le autorità competenti nel corso dell’indagine”. L’azienda dichiara inoltre: ”Non usiamo cooperative, non consentiamo il subappalto e tutti i corrieri sono assunti direttamente dai fornitori di servizi di consegna, al livello G1 del Ccnl trasporti e logistica”

Amazon ”collabora con decine di fornitori di servizi di consegna, che forniscono opportunità lavorative a migliaia di persone che si occupano di consegnare gli ordini ai nostri clienti in Italia. Mentre, in qualità di titolari di aziende indipendenti, ogni fornitore di servizi di consegna è responsabile della gestione dei propri risultati”. Amazon si impegna a “garantire che le tariffe che paghiamo ai nostri fornitori di servizi di consegna siano adeguate a supportarli a operare con successo e siano discusse regolarmente con i dsp nell’ambito del rapporto contrattuale”.

”Lavoriamo a stretto contatto con i nostri fornitori per definire insieme obiettivi realistici, che non mettano pressione su di loro o sui loro dipendenti”, prosegue l’azienda. ”Utilizziamo una tecnologia che prende in considerazione molteplici aspetti, tra cui la quantità di pacchi da consegnare, la complessità della rotta e delle distanze da percorrere, inclusi i tempi per le pause, per determinare il numero di consegne che un autista può effettuare in sicurezza durante il suo turno di lavoro”.

L’utilizzo di tecnologie come queste, sottolinea Amazon, ”costituisce uno standard per il settore: la maggior parte delle società di logistica utilizza tecnologie molto simili per essere in grado di informare i clienti in tempo reale sullo stato della consegna. Lavoriamo costantemente per contribuire a migliorare l’esperienza sia per gli autisti, sia per i clienti”.

”Gli autisti sono comunque liberi di decidere se utilizzare o meno la funzione di navigazione”, precisa l’azienda. ”Siamo orgogliosi del significativo contributo economico che abbiamo dato all’economia italiana dal 2010. Continueremo, pertanto, a difendere il nostro business e a supportare la crescita dei nostri fornitori dei servizi di consegna, concentrandoci sull’innovazione sia per i nostri clienti che per i nostri dipendenti e le migliaia di piccole e medie imprese italiane che vendono nel nostro negozio. Non avremo impatti sui livelli occupazionali del personale impiegato in Italia, che continua a lavorare regolarmente servendo i nostri clienti come sempre”.

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