Olimpiadi di Parigi 2024, atletica: Fabbri, Simonelli e Battocletti verso il debutto ai Giochi
Gli Azzurri sono pronti a scendere in gara. Simonelli: “Ho molta fame, vorrei uscire con la pancia piena e il collo pesante..”
Parigi, 31 luglio 2024 – Si avvicina a grandi passi il debutto dell’atletica leggera alle Olimpiadi di Parigi 2024. Gli Azzurri sono pronti e stanno arrivando al Villaggio Olimpico e Casa Italia. Dopo la conferenza stampa di ieri di Palmisano e Stano (leggi qui) che gareggeranno da domani mattina, è stata la volta di Leonardo Fabbri (peso), Lorenzo Simonelli (100 ostacoli) e Nadia Battocletti (5000 e 10000 metri), tutti ori agli Europei di Roma, che hanno descritto le loro emozioni e le loro speranze per il torneo.
Le parole dei protagonisti – Fonte fidal.it
“Vorrei una squadra sorridente ma molto arrabbiata”: con queste parole il direttore tecnico Antonio La Torre, parlando in conferenza stampa a Casa Italia a Parigi, inquadra la spedizione azzurra ai Giochi Olimpici, al via domattina con le due gare di 20 km di marcia. (leggi qui)
“Speriamo che da domani cominci un’inerzia positiva – le parole del DT – questa è la ‘new wave’ dell’atletica italiana, con Roma è nata un’altra generazione. Quello che chiederò alla squadra è continuare su questa onda di energia. Nulla è facile, l’errore più grande è dare tutto per scontato. Dobbiamo ricordarci che gli altri esistono e il mondo produce competitor, lo abbiamo già visto in questi Giochi nelle discipline in cui l’Italia ha una tradizione. Non ci si può nascondere: bisogna essere belve feroci, con il garbo che ci compete. Se manterremo l’esplosività che abbiamo espresso, ci divertiremo”.
Il debutto è vicino per i tre campioni d’Europa Leonardo Fabbri, Lorenzo Simonelli, Nadia Battocletti, apparsi determinati e concentrati nell’incontro con la stampa italiana a Pré Catelan, nel cuore dell’enorme parco di Bois de Boulogne. La fame di medaglie, la voglia di affermarsi, la convinzione di poter consolidare a Parigi il proprio percorso di crescita: è questo il filo conduttore dei sentimenti che stanno provando gli azzurri.
Fabbri: “Crouser? Per me è al livello di Michael Jordan, una leggenda dello sport. Ma spero di avergli messo un po’ di paura”
Venerdì la qualificazione, sabato la finale del peso allo Stade de France. Leonardo Fabbri ha tutta l’intenzione di ’spaccare il mondo’ dopo due medaglie iridate (argento Budapest, bronzo indoor Glasgow) e dopo aver battuto Crouser in Diamond League a Londra, al culmine di tre mesi fantastici (11 su 11, sempre ben oltre i 22 metri). “È stata una bellissima stagione ma sono sempre stato conscio del fatto che tutte le gare sarebbero state in funzione di Parigi, per arrivare in condizione tecnica e fisica ideale. Abbiamo lavorato cercando di trovare la ‘punta’ alle Olimpiadi”. Punta che si può facilmente tradurre in numeri: 23 metri. Quelli che potrebbero servire per superare i fuoriclasse statunitensi: “Crouser? Sentirgli dire che sto cambiando la storia del peso mi vengono i brividi. Per me è allo stesso livello di Michael Jordan, una leggenda dello sport. In carriera ha perso da Kovacs, mai da un europeo nei grandi eventi. So di aver affrontato un Crouser non al 100% a Londra quindi rimango con i piedi per terra. Mi aspetto molto meglio da me e da tutti gli altri. Ma quella vittoria mi ha dato tanta fiducia e un briciolo ne ha tolta a lui. Spero di avergli messo un po’ di paura. Quando punzecchia dicendo che gli americani sono i più forti, mi gasa e mi stimola”. Si guarda dentro e rivede la delusione di Tokyo, da dove è nato un nuovo Fabbri: “Fuori dalla finale per 10 centimetri, ho trovato le forze per ripartire pensando a Parigi. Come la immagino? Non mi piace fantasticare su una gara, ma arrivare lì, essere pronto, vivere nel presente, per regalare qualcosa a chi mi vuole bene”. Si parte dalla qualificazione di venerdì, fissata a 21,35 (oppure bisogna restare tra i primi dodici): “A Roma l’ho un po’ sottovalutata ma non è scontata, bisogna lanciare con un buon ritmo: dovrò gestirla bene, massimo risultato con minimo sforzo, però con un bel gesto”. Ci sarà anche Zane Weir, quinto a Tokyo: “L’ho visto molto meglio ultimamente dopo l’infortunio, le misure recenti non lo rispecchiano. Spero di essere con lui in finale, sono fiducioso”.
Simonelli: “Ho molta molta fame, vorrei uscire con la pancia piena e con il collo pesante”
La grande rivelazione della stagione (argento nei 60hs ai Mondiali indoor, oro d’Europa a Roma) è Lorenzo Simonelli, pronto a dare l’assalto al campione del mondo Grant Holloway, anche qui in una sfida agli Stati Uniti come per il peso. “C’è stata già a Tokyo con Marcell contro Kerley, speriamo ci sia quest’anno con Fabbri e con me: sì, possiamo puntare a sfidarli. Sono stati mesi di cambiamenti che neanche io mi aspettavo. Risultati che non credevo. Fino all’anno scorso aspiravo soltanto a qualificarmi e invece arrivo a questa Olimpiade come possibile protagonista. Voglio godermi questo viaggio. Quale modo migliore se non divertirmi in gara? Ho molta molta fame, sto sognando la gara ogni notte da due settimane, vorrei uscire con la pancia piena e con il collo pesante”. Con qualche giorno d’attesa in più (batteria domenica 4 agosto) ‘Lollo’ sta vivendo a pieno l’atmosfera a cinque cerchi: “Che ‘figo’ il villaggio, non mi sembra di essere a una gara, è tipo un ‘campo scuola’. L’obiettivo è superare il maestro. Se mi ci avvicino, sono comunque molto contento. Lui vorrà prendersi l’oro che gli è sfuggito sull’ultima barriera a Tokyo”.
Battocletti: “Nelle ultime stagioni ho imparato tantissimo, sono qui per fare meglio di Tokyo”
“I risultati di Roma mi danno tanta carica – afferma Nadia Battocletti, iscritta nei 5000 e nei 10.000, le distanze che l’hanno incoronata regina d’Europa allo stadio Olimpico – Tre anni fa a Tokyo è iniziata la mia carriera internazionale, nelle ultime stagioni ho imparato tantissimo e ora sono qui per fare ancora meglio del settimo posto in Giappone”. Si comincia venerdì con il primo turno dei 5000 metri, alla ricerca della finale del 5 agosto. “Su questa distanza dipende molto dalla batteria: di solito in una c’è un ritmo folle, in un’altra c’è più tattica. Negli ultimi mesi, mentre facevo le ripetute mi sono immaginata tutti i possibili scenari, così da tenere a mente le possibili tattiche. A Tokyo sono stata una sorpresa, qui probabilmente non lo sono più: c’è molto ricambio e ciò che è scritto sulla carta non sempre è così. Poi ci saranno i 10.000 (finale diretta il 9 agosto, ndr), una gara più semplice dal punto di vista tattico ma che ho cominciato soltanto l’anno scorso, e servono un paio di stagioni per comprenderli. Mi immagino una gara tirata dal primo all’ultimo metro”.
Il presidente FIDAL Stefano Mei guarda orgoglioso i suoi azzurri: “Siamo la squadra più forte di tutti i tempi e loro sono ragazzi ‘di oggi’ a tutti gli effetti. Sono in attesa febbrile, curioso di vedere se mi sorprenderanno come nelle ultime tre stagioni e mezzo. Io sono convinto che ci faranno divertire”.
Foto Grana/Fidal
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