Ostia, lo strano caso dell’estate mai arrivata
I lidi ci sono ancora, certo, ma spenti e avvolti da un buio che sa di tristezza. Non si balla più: o si va alrove o si va a dormire presto. Ma che succede al mare di Roma?
Ostia, 30 luglio 2024- C’era una volta il mare di Roma: quando lo sparuto romano arrivava dalle accaldate serate estive della Capitale alle spiagge di Ostia, sbucando sulla rotonda della Colombo, il lungomare compariva pieno di luci. File di giovani riempivano i marciapiedi, in attesa per entrare in uno dei molti locali. C’era solo l’imbarazzo della scelta: che ognuno scelga la pista per scatenarsi che più gli aggrada, Ostia è magnanima, accoglie tutti.
Sembra una vita fa, ma era solo l’anno scorso. Al romano inavvertito a cui non è giunta voce dell’abbandono che ha colpito l’ex litorale dei divertimenti attende un’amarissima sorpresa: dall’immensa rotonda, ora, non si vede più niente. I lidi ci sono ancora, certo, ma spenti e avvolti da un buio che sa di tristezza. Niente più musica: si sente, forse, il rumore del mare dalle spiagge. Le quali alle volte accessibili, altre volte mangiate dalle onde e ingombrate da macerie. A Ostia non si balla più, niente musica e a letto presto.
Chiaramente lo sparuto romano non è l’unico a lamentarsi di questa Ostia vestita a lutto. Anche i balneari, a luglio inoltrato, hanno avuto da ridire. Ma son stati prontamente rassicurati dall’assessore alla Cultura Miguel Gotor: “Non c’è alcun ritardo da parte del Comune nelle procedure di rilascio delle autorizzazioni alle attività di pubblico spettacolo negli stabilimenti balneari, ma solo il rigoroso dovere di compiere i necessari accertamenti a garanzia della sicurezza di tutti, a partire dai cittadini. Noi abbiamo sempre voluto procedere al rilascio delle autorizzazioni e siamo consapevoli dell’importanza che il settore dell’intrattenimento estivo del litorale riveste sia per gli operatori sia per i cittadini, soprattutto per i più giovani”.
Rassegnato ormai alla lungaggine di queste autorizzazioni, il visitatore non può che accettare l’idea che, per una sera, bisogna rinunciare al ballo matto. Con cinque minuti di macchina, si arriva alla centralissima piazza Anco Marzio. Se il giorno è giusto, la si troverà allestita con qualche bancarella che, poco poco, porta un lontanissimo sentore d’estate. La scritta ”Ostia-Roma” sembra un po’ sbiadita e capita che le aiuole non siano al massimo della pulizia, ma va bene: almeno si è trovato che fare, per non perdere la serata.
Passa un’ora, lo stretto circuito degli stand ormai è stato percorso forse più di una volta. Se lo sparuto romano è un tipo estroverso, avrà scambiato qualche chiacchiera con i commercianti, e allora ci avrà messo un’ora e mezzo. Non preoccuparti, visitatore, ti puoi spostare al vicino Luna-Park, adesso. Sono due minuti a piedi: troverai un chioschetto, qualche sdraio, un palco per la musica e la stand-up comedy. L’avresti trovato, almeno: per motivi interni, è stato sgomberato.
Ora, il nostro romano è un po’ nervoso: sale in macchina e si dice che Ostia, quest’anno, non ne vale la pena. Mette in moto e guida rapidamente verso la vicina Fiumicino. Vicina e così animata, piena di luci, che sembra un altro mondo.
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