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Parigi 2024, per gli atleti non solo gare e medaglie: rischi per il caldo, il Covid e la Senna inquinata

10 agosto 2024 | 13:56
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Parigi 2024, per gli atleti non solo gare e medaglie: rischi per il caldo, il Covid e la Senna inquinata

Il bilancio del vice presidente della Simfer, la Società italiana di medicina fisica e riabilitativa: “Distinguere tra infortunio e malattia”

Parigi, 10 agosto 2024 – Non solo le gare. Gli atleti di Parigi 2024 hanno dovuto sfidare anche i rischi per il caldo, la Senna inquinata, il Covid. Le Olimpiadi rappresentano, per la maggior parte degli sportivi, il coronamento di un sogno, l’apice della carriera. “Un obiettivo non facile da raggiungere e che sottopone ogni atleta a stress psico-fisici difficilmente eguagliabili. Per comprendere bene le problematiche alle quali possono andare incontro gli atleti dobbiamo in primo luogo fare una distinzione tra infortunio (injury), termine con il quale si descrivono problematiche a carico principalmente all’apparato muscoloscheletrico come ad esempio distorsioni, contusioni, lesioni muscolari, tendinopatie, e malattia (illness), termine con il quale si descrivono le altre problematiche come ad esempio il Covid-19, le infezioni da E.Coli, l’ipertermia da sforzo”. Così all’Adnkronos Salute Andrea Bernetti, vice presidente della Società italiana di medicina fisica e riabilitativa (Simfer), fa un bilancio delle Olimpiadi 2024 di Parigi.

Infortuni e malattie

“Secondo uno studio condotto relativamente alle Olimpiadi di Tokyo sono stati segnalati in totale 1.035 infortuni e 438 malattie, pari a 9,1 infortuni e 3,9 malattie per 100 atleti durante il periodo di 17 giorni, su 11.315 atleti (5.423 donne, 48%; 5.892 uomini, 52%) provenienti da 206 Comitati Olimpici Nazionali (Noc). L’incidenza degli infortuni è stata più alta nel pugilato (27%), nel Bmx racing (27%), nel Bmx freestyle (22%), nello skateboard (21%), nel karate (19%) e nella pallamano (18%) – sottolinea Bernetti – Ci sono state poi condizioni particolari come il Covid-19 e l’ipertermia da sforzo che si sono aggiunte agli infortuni tipici di ogni singola disciplina. Potendo al momento fare un confronto assolutamente parziale con le Olimpiadi di Parigi 2024, possiamo aggiungere a questo quadro alcuni elementi che hanno caratterizzato questa recente edizione. Ad esempio si è parlato tanto degli eventi natatori svolti nella Senna – ricorda – e del rischio di infezioni contratte a causa dell’inquinamento delle sue acque, tuttavia ad oggi poche segnalazioni sono state riportate alla cronaca. Dati definitivi dai quali trarre ragionevoli conclusioni saranno eventualmente disponibili nelle prossime settimane”.

Sicuramente tutti i comitati Olimpici Nazionali “hanno staff sanitari di altissimo livello che sono pronti ad affrontare sia il rischio di infortunio che la prevenzione delle malattie. Esistono protocolli specifici di preparazione che minimizzano il più possibile ciascun rischio e trattamenti riabilitativi che vengono applicati in condizioni di necessità, senza parlare poi della definizione di tutti gli aspetti biomeccanici che per alcune discipline sono fondamentali. Terapie – continua il medico-fisiatra e professore ordinario di Medicina Fisica e Riabilitativa all’Università del Salento – come la crioterapia, la massoterapia, l’idrochinesiterapia vengono generalmente inserite nel protocollo di recupero di molteplici sport, accanto all’attenzione all’approccio nutrizionale e mentale. L’atleta olimpico deve essere valutato in modo personalizzato, conoscendo a priori le sue caratteristiche peculiari che permettono di individualizzarne la gestione da ogni punto di vista”.

“In caso di infortunio esistono poi, a seconda della gravità dello stesso, una serie di trattamenti riabilitativi che possono permettere in caso di gestire la situazione: terapia fisica strumentale (laserterapia, elettroterapia, onde d’urto), terapia infiltrativa sotto guida ecografica per meglio raggiungere il target (prp, ossigeno-ozonoterapia, acido ialuronico), rieducazione motoria e posturale. Naturalmente, in considerazione dei tempi stretti dell’evento olimpico, non è sempre possibile gestire l’infortunio durante la competizione stessa, ma dobbiamo anche considerare che a volte gli atleti giunti alla competizione hanno effettuato alcune tipologie di trattamento durante la stagione che ha portato alle Olimpiadi, e che in alcuni casi possono e devono continuare i trattamenti”, precisa Bernetti.

(Fonte Adnkronos)

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