Regione Lazio, riforma del Settore Funerario: la proposta di Legge del 2023 è rimasta… lettera morta
Nonostante la proposta di legge funeraria del 2023 promettesse una rivoluzione nel settore, a oltre un anno di distanza, la situazione è immutata, con disillusioni e polemiche che crescono tra operatori e consumatori.
Roma, 11 agosto 2024 – A più di un anno dalla presentazione della proposta al Consiglio regionale del Lazio di legge per disciplinare la materia funeraria, datata 30 luglio 2023 (firmatari Cangemi e Cartaginese), il settore continua a vivere in un limbo normativo. La riforma, che avrebbe dovuto introdurre regolamentazioni più rigorose e una maggiore tutela per i consumatori, è rimasta lettera morta. Siamo ad agosto 2024, nulla si è mosso e la disillusione tra operatori e cittadini è palpabile.
Un settore in attesa
La proposta di legge funeraria del 2023 era stata accolta con aspettative elevate. Prevedeva, infatti, un’ampia revisione delle norme che regolano i servizi funebri, con l’obiettivo di uniformare le pratiche, elevare gli standard di qualità e garantire una maggiore trasparenza nei costi. Tuttavia, nonostante le promesse iniziali e l’urgenza manifestata da diverse parti politiche, l’iter legislativo si è arenato.
Gli operatori del settore funerario, che avrebbero dovuto adeguarsi alle nuove normative, si trovano oggi a dover fare i conti con un quadro normativo ancora inesistente e spesso ambiguo. Questo stallo normativo non solo impedisce una corretta gestione delle attività, ma lascia spazio a pratiche non regolamentate che potrebbero danneggiare sia i consumatori che la reputazione delle imprese funebri.
Le aspettative irrisolte
La proposta di legge del 2023 conteneva diverse innovazioni significative. Tra queste, la creazione di un registro nazionale delle imprese funebri, la standardizzazione delle tariffe per i servizi essenziali e l’introduzione di controlli più rigorosi per garantire il rispetto delle normative sanitarie. Tuttavia, a fronte di questi obiettivi ambiziosi, la realtà è ben diversa.
A oggi, non è stato compiuto alcun passo avanti concreto verso l’approvazione della legge. Gli operatori della categoria continuano a sollecitare un intervento legislativo risolutivo. Il risultato è che il settore è rimasto sostanzialmente invariato, con tutte le criticità che già lo affliggevano prima della proposta.
I problemi esistenti
Il blocco dell’iter legislativo ha anche ripercussioni dirette sui consumatori. La mancanza di trasparenza sui costi, una delle principali criticità che la legge avrebbe dovuto risolvere, continua a essere una piaga per le famiglie che si trovano ad affrontare la perdita di un caro. In assenza di regole chiare, le pratiche commerciali scorrette sono ancora all’ordine del giorno, con prezzi gonfiati e servizi non sempre all’altezza delle aspettative, utilizzando necrofori improvvisati e senza alcuna competenza né nella vestizione delle salme né nell’approccio psicologico con i familiari del defunto.
Inoltre, la mancata definizione di standard di qualità ha lasciato inalterate le disparità tra le diverse imprese funebri. Le famiglie si trovano spesso a navigare in un mercato opaco, dove è difficile distinguere tra operatori seri e meno scrupolosi. Il registro nazionale delle imprese, che avrebbe dovuto fungere da garanzia di qualità e affidabilità, è rimasto una promessa non mantenuta. Eppure stiamo parlando di un tema delicatissimo quale il culto dei propri cari defunti.
Uno sguardo al futuro
A questo punto, la domanda è: cosa succederà ora? Con l’autunno alle porte, ci si chiede se la Regione Lazio sarà finalmente in grado di portare avanti la proposta di legge o se, al contrario, continuerà a rimandare una decisione cruciale per il settore. Le pressioni da parte degli operatori e delle associazioni sono sempre più forti, ma la risposta politica è ancora incerta.
Nel frattempo, le famiglie italiane restano in balia di un mercato che necessita urgentemente di regole chiare e trasparenti. È essenziale che la Regione Lazio (unica in Italia a non avere una legge che regoli il settore) affronti con serietà questa questione, ascoltando le istanze di chi opera nel settore e di chi vi si rivolge in momenti di grande difficoltà. Un Paese civile non può lasciare al far west un settore delicato come l’ultimo saluto ai propri cari: è una questione di regole, ma ancor più di dignità dell’essere umano.