Crisi cremazioni a Roma: centinaia di salme in attesa tra inefficienze e caldo torrido

17 agosto 2024 | 11:40
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Crisi cremazioni a Roma: centinaia di salme in attesa tra inefficienze e caldo torrido

Con il caldo estivo, centinaia di salme sono in attesa di cremazione a Roma in depositi non sempre attrezzati, rivelando un problema gestionale grave e inaccettabile.

Roma, 17 agosto 2024 – La Capitale d’Italia si trova oggi al centro di una crisi umanitaria silenziosa ma gravissima, che mette a nudo una volta di più la difficoltà gestionale delle sue istituzioni. Centinaia di salme sono infatti in attesa di cremazione, stipate in depositi che non sempre sono dotati di celle frigorifere adeguate o, peggio, dove quelle presenti risultano non funzionanti.Con il termometro che supera stabilmente i 40 gradi, è facile immaginare il disastro igienico e morale che si sta consumando. Tuttavia, per rispetto dei defunti e dei loro familiari, eviteremo di descrivere nei dettagli le conseguenze di questa situazione. Ma una cosa è certa: si tratta di un’emergenza indegna di un paese civile.

Un settore fuori controllo: il Lazio senza legge funeraria

A peggiorare la situazione c’è l’annosa questione della mancanza di una legge regionale che regoli il settore funerario (leggi qui). Il Lazio, infatti, è l’unica regione in Italia a non avere ancora legiferato in materia, lasciando il comparto in un limbo normativo che facilita pratiche discutibili e abusi. Questa lacuna legislativa, tuttavia, non può giustificare l’attuale disastro gestionale. Le salme in attesa di cremazione non sono solo il sintomo di una mancata regolamentazione, ma anche di una negligenza istituzionale che va oltre la semplice inefficienza.

Salme “parcheggiate”, testimonianze agghiaccianti

Le testimonianze raccolte dagli operatori del settore sono a dir poco sconvolgenti. Centinaia di urne cinerarie ferme, perché per legge vanno portate al cimitero solo il giorno stesso della cremazione. Ma se ciò non avviene, i magazzini degli operatori funerari si riempioni di urne vuote, e i cimiteri di salme non ancora cremate.

Le liste di cremazione in questo sono ridotte al minimo, ma le salme continuano ad accumularsi. Colpa delle ferie del personale? Della disorganizzazione generale? Di problemi strutturali? Sta alle autorità dare risposte, ma soprattutto sta a loro risolvere i problemi.

Questo quadro desolante mette in luce non solo una mancanza di organizzazione, ma anche un problema di fondo che riguarda la gestione stessa delle strutture cimiteriali e crematorie di Roma.

Salme dimenticate: la risposta istituzionale? Un silenzio assordante

In una situazione del genere, la mancanza di interventi da parte delle istituzioni è inaccettabile. La Regione Lazio, il Comune di Roma e tutte le autorità competenti devono agire immediatamente per risolvere questa crisi. Non si può continuare a ignorare un problema che coinvolge la dignità umana e il rispetto dei diritti fondamentali. È necessario un piano d’emergenza che garantisca la cremazione tempestiva delle salme e che metta fine a questa vergognosa situazione.

Un settore che ha bisogno di regole e dignità

Il settore funerario non può essere lasciato alla mercé di un sistema inefficiente e non regolamentato. Le istituzioni devono intervenire subito per garantire che ogni persona, anche dopo la morte, sia trattata con il rispetto che merita.

La gestione delle salme in attesa di cremazione è solo la punta dell’iceberg di un problema molto più vasto, che richiede interventi strutturali e un nuovo approccio alla gestione dei servizi cimiteriali. Roma e il Lazio devono dimostrare di essere all’altezza delle sfide che questo settore pone, restituendo dignità a un servizio che tocca da vicino ogni cittadino.

Credit ph: immagine realizzata con l’ausilio dell’IA

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