Ad aprile Kiev ha ordinato lo stop al rilascio dei passaporti: gli ucraini espatriati dovranno scegliere se vivere da clandestini all’estero o tornare per fare la guerra
Kiev, 19 agosto 2024 – Secondo le stime effettuate nel novembre 2023 dall’UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, i profughi dall’Ucraina che hanno trovato protezione in un altro Paese sono circa 6,3 milioni. A questi drammatici numeri, bisogna aggiungere coloro che sono scappati anni prima per varie ragioni, e quelli che sono riusciti a fuggire successivamente. Una Nazione intera costretta alla fuga o alla morte. Già, perchè nel dramma della guerra, ce n’è un altro. Più silenzioso, più nascosto, ma c’è: quello degli ucraini all’estero.
Il dramma degli ucraini all’estero
A Kiev, però, mancano gli uomini. Le truppe non ce la fanno più, hanno bisogno del cambio della guardia. I vertici delle forze armate, i falchi, da mesi pressano il Governo affinchè chiami alle armi migliaia e migliaia di persone. Anzi, milioni. Carne da cannone.
Il presidente Volodomyr Zelensky, che era restio ad abbassare l’età per la leva militare, ha ceduto alle pressioni ed ha abbassato il limite a 25 anni, precedentemente fissato a 27. Questo non vale solo per coloro che abitano anche in Ucraina, ma soprattutto per coloro che dall’Ucraina sono scappati. Il Governo sta cercando nuovi soldati tra i suoi connazionali all’estero. Le autorità di Kiev hanno infatti approvato, lo scorso 23 aprile, una legge che vieta il rinnovo del passaporto e limita altri servizi consolari agli uomini di età compresa tra i 18 e i 60 anni che risiedono fuori dai confini. Dunque, gli ucraini che fino a pochi mesi fa potevano regolarmente soggiornare in altri Paesi, alla scadenza del passaporto diventeranno automaticamente clandestini. Saranno, a tutti gli effetti di legge, dei delinquenti. Dovranno scegliere: vivere da “criminali” all’estero, magari andando in galera, o tornare in Ucraina e fare la guerra.
Ucraina, povertà e corruzione
Ora, è necessario fare un passo indietro. L’Ucraina è un Paese povero, poverissimo, ben prima dell’inizio della guerra. Prima dell’invasione russa, era il Paese più povero d’Europa dopo la Moldavia. Ora di fatto è uno Stato tenuto in vita artificialmente esclusivamente dai soldi occidentali, che peraltro continuano ad essere pochi. Al contempo, l’Ucraina già prima della guerra era il Paese più armato d’Europa. Un Paese pieno di armi, ma senza nessuna prospettiva futura.
Il lavoro non c’è, non c’è mai stato, motivo per cui migliaia di persone sono espatriate ben prima del conflitto, alla ricerca di migliori fortune nel cuore dell’Europa o in America. E l’Ucraina troppe volte nel corso della sua giovane storia, anche molto recentemente, è stata travolta da scandali corruzione. Le tangenti non si fermano nemmeno con la guerra, anzi sono più succose.
Ma come vivono gli ucraini all’estero? Si arrangiano come possono, con lavori umili più o meno pagati (spesso meno, soprattutto in Italia). Nonostante molti di loro abbiano conseguito importanti titoli di studio in patria, non sono particolarmente riconosciuti in Occidente, e quindi sono costretti a mangiare la minestra o saltare la finestra. Cercano di mantenere figli e famiglia, se ne hanno, con quei pochi euro che guadagnano. Con lo spettro della guerra fuori dall’uscio dicasa, con la possibilità sempre viva che le autorità ucraine li richiamino in patria per andare a combattere.
Le donne, in particolare, vivono in un incubo perenne. Lontane dalle bombe, ma costrette a guardare in faccia la morte ogni giorno. “Ma sarà ancora vivo? Lo avranno ammazzato i russi?” si chiedono madri, mogli, fidanzate, amiche. E coloro che non hanno un o una partner, sperano di trovarlo il prima possibile, in modo da sistemarsi. Donne che, toste come le rocce, spesso campano i figli da sole, perchè i mariti sono in guerra. Che vita è questa qui?
Lontani dalle bombe, vicini alla disperazione
La maggior parte se n’è andata nella vicina Polonia, il Paese più “generoso” nell’ospitalità, soprattutto per questioni geopolitiche e storiche tra Mosca e Varsavia, tra cui vige un odio profondo. Anche l’Italia ne ha accolti fior di migliaia, ed in generale gli ucraini nel BelPaese sono venuti in massa negli ultimi decenni. Ma spesso finiscono a lavorare a nero come lavapiatti, badanti, pulizie. E’ questa la dura, durissima realtà con cui gli ucraini devono fare i conti. E lo dobbiamo denunciare a gran voce. Altro che migliori fortune.
Gli ucraini all’estero sono lontani dalle bombe ma vicini alla disperazione, con il terrore costante di dover affrontare la morte per una causa che non sentono propria. Ed anche quel senso di naturale vicinanza nei loro confronti pochi mesi dopo la guerra, è andato via via scemando. Ed ora coloro che sono andati via con un regolare passaporto, rischiano di dover tornare ben presto per fare da carne da cannone, nell’assordante silenzio. (Foto: X @ZelenskyUaa)