Ad oggi, non c’è forma d’amore più manifesta che il rifiuto dell’oro. Nessuno, più di lui, merita di indossare una maglia appesa al chiodo da 6 anni
Roma, 22 agosto 2024 – Forse non tutti hanno ben capito cos’è successo. Paulo Dybala ha rifiutato 75 milioni di euro, dando un vero e proprio schiaffo ai petroldollari sauditi. In un calcio, anzi in un mondo, dove comanda il dio denaro, in cui i calciatori decidono di sacrificare anche la propria carriera, la Joya ha deciso di guardarsi dentro, ascoltare la sua anima. Ha messo sul piatto l’amore di una città e l’affetto dei suoi compagni di squadra con i quattrini, e alla fine la bilancia ha oscillato verso la prima. Ha deciso, autonomamente, di proclamarsi Imperatore. Perchè, e forse lui non lo sa, ma con il suo gran rifiuto si è messo la corona in testa.
Un ragazzo, ormai diventato uomo, nato a Laguna Lagra, in Argentina, che dista quasi 13mila chilometri dalla Capitale. Eppure, nonostante l’Oceano di mezzo, la Joya ha deciso di sposare Roma ed il suo popolo, il quale lo ha pregato – quasi in ginocchio – di ripensarci. Preghiere che Paulo ha ascoltato e, a quanto pare, esaudito. Sembra di essere tornati indietro agli anni 60-70, quando il compianto Gigi Riva rifiutò la Juventus e la relativa corte dell’avvocato Agnelli, per restare a vita nella sua Cagliari. Eppure siamo nel 2024, e di miliardi ne girano molti di più.
Dybala merita la 10
Ora si apre una nuova fase, completamente inaspettata. Nessuno era pronto a ciò, a cominciare dai tifosi, che ormai si stavano rassegnando a ciò che sembrava inevitabile. E non lo era nemmeno la società giallorossa, la cui posizione non è mai stata chiara (venderlo a pochi spicci nonostante la potenza economica saudita, sarebbe stato un suicidio calcistico). E certamente non lo era Paulo, che ormai si divideva tra panchine e pensieri. Ma, appunto, inizia un nuovo ciclo: allo scoccare dalla 14ma presenza, il contratto della Joya si rinnoverà in automatico, con relativo aumento di stipendio. Non saranno 75 milioni di euro, ma sono comunque fior di quattrini. Ma non basta, serve fare di più. Perchè una scelta del genere va celebrata, riconosciuta, omaggiata. Anche tramite i simboli. E, a questo punto, ne manca solo uno: nessuno, più di Dybala, merita d’indossare la maglia numero 10.
Come noto, la 10 è appesa al chiodo dal 26 maggio 2018, giorno in cui Francesco Totti disputò l’ultima sua partita in maglia giallorossa. Un ritiro ufficiale non è mai stato dichiarato annunciato, ma de facto è così. Perchè, in fondo, la 10 e Totti sono una cosa sola. L’una/o impersonifica l’altra/o. E’ così da più o meno 20 anni. Ma, prima o poi, qualcuno degno ad indossarla ci sarebbe dovuto essere, se non altro per la legge dei grandi numeri. E quel qualcuno si chiama Dybala, perchè ad oggi non c’è forma d’amore più manifesta che il rifiuto dell’oro. Dunque, la Roma dovrebbe quanto meno mettergli la maglietta sul tavolo, offrendogliela ufficialmente. Se poi la Joya vorrà rimanere con la sua 21, a cui è legato da quasi tutta la carriera, sarà una sua scelta. (Foto: asroma.com)
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