Il Santa Lucia vende a terzi, la Pisana: “Siamo preoccupati”

L’Ufficio Stampa della Regione Lazio: “L’Amministrazione regionale del Lazio esprime disappunto per la decisione della Fondazione Santa Lucia di procedere, attraverso il tribunale, all’alienazione a terzi del Santa Lucia”
Roma, 22 agosto 2024 – “L’Amministrazione regionale del Lazio esprime particolare preoccupazione e disappunto per la decisione della Fondazione Santa Lucia di procedere, attraverso il tribunale, all’alienazione a terzi del Santa Lucia. Questa scelta rischia di non garantire i livelli occupazionali, assistenziali e l’attività di ricerca. La nota inviata in data odierna ai dipendenti della fondazione rappresenta uno schiaffo al gesto di attenzione ricevuto dal Governo. Incassati infatti gli oltre 11 milioni l’amministrazione ha comunicato di voler vendere l’azienda e di volersi avvalere del concordato semplificato e non fare richiesta dell’amministrazione straordinaria (pur riservandosi entro il mese di dare una risposta definitiva). Questa poca chiarezza e scarso rispetto istituzionale preoccupa, e la Regione ribadisce la richiesta alla proprietà di fare ricorso alla ammirazione straordinaria che è l’unico strumento che ha come fine, non solo il soddisfacimento dei creditori, ma anche la salvaguardia della strategicità dell’azienda tutelando al massimo i livelli occupazionali e la qualità sino ad oggi espressa“. Lo comunica l’Ufficio Stampa della Regione Lazio.
“La Regione Lazio ha dimostrato, da oltre un anno, il massimo impegno nel cercare soluzioni per assicurare un futuro sostenibile al Santa Lucia, salvaguardando sia l’eccellenza dell’istituto che i livelli occupazionali. Pertanto, la Regione Lazio esprime rammarico per la decisione della proprietà di non accogliere l’appello alla responsabilità e alla generosità formulato dal Ministro Adolfo Urso, dal Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, e dai sindacati durante il tavolo convocato lo scorso 6 agosto presso il MIMIT” si legge ancora.
“La richiesta di amministrazione straordinaria al Ministero, da parte della proprietà, avrebbe consentito la partecipazione diretta della Regione Lazio nella gestione del Santa Lucia, insieme a un privato no-profit, e la creazione di un nuovo soggetto giuridico. La scelta di procedere con la vendita, invece, preclude questa possibilità, in quanto la Regione Lazio, per ovvie ragioni, non può partecipare ad alcuna gara.
Contrariamente a quanto dichiarato dalla proprietà del Santa Lucia, non è vero che la Fondazione sia entrata in crisi a causa della mancata remunerazione delle prestazioni da parte della Regione Lazio, che è semmai creditore, e non debitore, nei confronti del Santa Lucia“.
“La Regione Lazio ha sempre remunerato tutte le prestazioni fornite dalla Fondazione Santa Lucia sulla base delle tariffe nazionali vigenti non derogabili per le regioni in piano di rientro e valide su tutto il territorio nazionale con le quali sono remunerati non solo il Santa Lucia ma tutti i soggetti privati accreditati. Invece di assumersi le proprie responsabilità, la proprietà del Santa Lucia scarica le colpe su altri, lasciando 800 lavoratori e i pazienti nell’incertezza di una procedura di vendita gestita dal tribunale, che non offre alcuna garanzia né sui livelli occupazionali né sull’assistenza ai pazienti.
Rinnoviamo l’auspicio di una collaborazione con il progetto no-profit per scongiurare la vendita del Santa Lucia e salvaguardare così l’integrità dell’istituto” conclude la Pisana.
I sindacati: “Atto di gravità inaudita”
“È un atto di una gravità inaudita quella di comunicare, attraverso una lettera ai dipendenti e non a chi li rappresenta cioè Cgil, Cisl e Uil, tentando un’illegittima disintermediazione, la volontà della Fondazione Santa Lucia.”, così in una nota la Cgil di Roma e Lazio, la Cisl Lazio, la Uil di Roma e Lazio, la Fp Cgil Roma e Lazio, la Cisl Fp Lazio e la Uil FPL di Roma e Lazio, che sottolineano: “Se si vogliono fare scelte unilaterali, attraverso una becera disintermediazione, l’amministrazione del Santa Lucia sbaglia di grosso”.
Per questo siamo preoccupati ma allo stesso tempo indignati per la decisione della Fondazione Santa Lucia di procedere, attraverso il tribunale, all’alienazione a terzi attivando una procedura che, di fatto, solo tecnicamente è sotto la supervisione pubblica. Se la sciagurata strada fosse questa, non saranno garantiti i livelli occupazionali, assistenziali e l’attivitá di ricerca. Chiederemo, nelle prossime ore, l’immediata riconvocazione del tavolo al Ministero delle Imprese e del Made in Italy perché non è accettabile che dopo aver incassato gli 11 milioni di euro da parte del Governo, attraverso il Decreto legge “omnibus”, l’amministrazione ha comunicato di voler vendere l’azienda e di volersi avvalere del concordato semplificato e non fare richiesta dell’amministrazione straordinaria.”
“Lo abbiamo detto a chiare note – chiosano Cgil, Cisl, Uil di Roma, del Lazio e le rispettive Federazioni di Categoria – noi ci opporremo con tutte le nostre forze affinché non ci sia la svendita a privati. Quindi – proseguono le organizzazioni sindacali – senza continuità assistenziale per la cittadinanza nei servizi di eccellenza nella neurobilitazione e nella ricerca nelle neuroscienze e la salvaguardia degli attuali i livelli occupazionali e salariali per il futuro. Non ci sono altri progetti che accetteremo mai se non quella dell’Amministrazione Straordinaria, della partecipazione Regione Lazio alla gestione dell’istituto. Nelle prossime ore proseguiranno azioni di mobilitazione e di lotta, indicendo un presidio ed una fiaccolata aperta ai cittadini ed al territorio, perché su questa vertenza non retrocederemo di nulla”.
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