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Acca Larentia, l’immobile della discordia

24 agosto 2024 | 12:52
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Acca Larentia, l’immobile della discordia

Secondo un’inchiesta del Domani, la sede sarebbe stata acquistata da un’associazione vicina a CasaPound, con fondi provenienti anche dalla Fondazione Alleanza Nazionale. Acca Larentia: “Acquistarla era un atto dovuto e sacrosanto”

Roma, 24 agosto 2024 – Fine agosto all’insegna della polemica. Oggetto del contendere: la storica sede del Movimento Sociale Italiana (MSI) di Acca Larentia, dove ci fu la strage del 7 gennaio 1978. Ed anche dove ogni anno va in scena la liturgia del “presente” con saluto romano in onore dei camerati missini caduti negli Anni di Piombo. Ad accendere la miccia è stata l’inchiesta del Domani secondo cui la sede è stato acquistata, lo scorso anno, da un’associazione neofascista legata a Casapound. Secondo lo stesso quotidiano, l’immobile sarebbe acquistato per ben 68mila euro, di cui 30mila proverrebbero dalla Fondazione Alleanza Nazionale, definita dal Domaniroccaforte di Fratelli d’Italia“. Stando alle informazioni, nella Fondazioni fanno parte molti big del partito, quali Arianna Meloni, Fabio Rampelli (vice presidente della Camera dei Deputati), Gianni Alemanno (ex sindaco di Roma), Italo Bocchino (ex politico e attuale direttore de Il Secolo d’Italia) e Francesco Giubilei, presidente di Nazione Futura.

Sulla vicenda è intervenuta l’Associazione Culturale Acca Larentia che, tramite una nota riportata dall’Ansa, ha dichiarato: “L’acquisto dell’immobile e la difesa quindi del sacrario e del ricordo dei militanti uccisi è un atto dovuto e sacrosanto, in linea con la decennale attività della sezione stessa e di tutti i militanti che ancora oggi ne costruiscono, giorno dopo giorno, il percorso di salvaguardia storica come pure quello culturale e politico“.

L’Associazione stigmatizza l’ennesimo attacco a mezzo stampa riguardo il nome della sezione e soprattutto il ricordo dei caduti. Ancora una volta il sangue dei nostri caduti viene oltraggiato vigliaccamente per mere strumentalizzazioni politiche dai soliti e noti giornalisti, imbeccati celatamente a dovere, che tentano di intorbidire un’iniziativa avvenuta alla luce del sole. Chi ha contribuito al buon esito della cosa sono soprattutto tutti i singoli militanti ed attivisti che con sacrificio si sono adoperati, a tutti i livelli, per permettere la continuità e l’esistenza della sede“.

Un attacco basato per lo più su un insieme di cialtronerie mentali messe insieme a livello sensazionalistico per suggestionare l’opinione pubblica, svelando tra l’altro una serie di rapporti di conoscenza tra storici esponenti e militanti che provengono, guarda un pò che scandalo, dall’ennesima area politica di origine. Ancora più goffi sono i riferimenti, con accenti enigmatici, sui viaggi in Siria, nazione con la quale l’Italia ha storiche relazioni, mai interrotte informalmente neanche durante la grave guerra decennale che ha sconvolto il paese arabo. Sorridiamo al pensiero di essere accusati anche quindi di collusione con l’attuale ministro degli Esteri, che ultimamente ha ufficializzato la ripresa delle relazioni diplomatiche proprio con Damasco, nominando un nuovo ambasciatore italiano. Grazie ministro – conclude la nota – per averci accertati come precursori politici in difesa degli interessi nazionali“.

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