Il Fatto

Ennesimo incendio ad Ardea: le Salzare in fiamme, aria irrespirabile, cittadini esasperati

24 agosto 2024 | 20:40
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Ennesimo incendio ad Ardea: le Salzare in fiamme, aria irrespirabile, cittadini esasperati

L’ennesimo incendio nelle Salzare di Ardea mette a nudo l’incapacità delle istituzioni di proteggere il territorio e i cittadini. I fumi tossici e il degrado alimentano la rabbia della comunità.

Ardea, 24 agosto 2024 – L’ennesimo incendio nella zona dei 706 ettari delle Salzare, area demaniale di proprietà del comune di Ardea, getta una nuova ombra sul territorio, già martoriato da anni di incuria e abbandono. L’incendio, scoppiato nel pomeriggio verso le 16:30, era visibile a chilometri di distanza, con colonne di fumo che si alzavano sopra il lungomare degli Ardeatini e Tor San Lorenzo.

L’intervento dei vigili del fuoco di Pomezia, dei carabinieri della locale Tenenza e della polizia locale ha permesso di evitare il peggio, ma i danni sono ingenti e le polemiche, ancora una volta, infiammano la comunità.

Un territorio lasciato alla mercé degli incendi

L’origine del rogo è ancora incerta, ma si sospetta che possa essere stato causato dall’incuria di qualche raccoglitore di masserizie. Tra le vittime dell’incendio, anche una donna straniera, presidente di un’associazione per la tutela degli animali, che gestiva un canile non autorizzato nell’area. La donna, costretta a fuggire in costume da bagno, è stata soccorsa dalla polizia locale e trasportata in ambulanza a causa dei fumi tossici inalati. I cani sotto la sua custodia, prigionieri nelle loro celle, potrebbero non aver avuto la stessa fortuna.

La scena è quasi surreale: un territorio completamente abbandonato, dove i rifiuti – vecchi mobili, amianto e scarti di cantine – sono dati alle fiamme senza alcun controllo, sprigionando fumi tossici che si diffondono per chilometri. L’incendio di oggi è solo l’ultimo di una serie che sembra non trovare mai fine, nonostante le operazioni di bonifica tanto sbandierate dalle autorità e promosse dai media.

incendio le salzare ardea

Un fallimento delle istituzioni

Le operazioni di sgombero e bonifica, portate avanti in passato con grande enfasi dal prefetto e sostenute dalla trasmissione “Fuori dal Coro” di Mario Giordano, si rivelano ora come un lavoro incompleto.

Le promesse di sicurezza e di miglioramento delle condizioni ambientali si sono infrante di fronte alla realtà: rifiuti abbandonati, amianto bruciato, calcinacci utilizzati per tappare buche che dovevano finire in discarica, e una comunità sempre più abbandonata a se stessa.

L’incendio di oggi ha fatto emergere ancora una volta l’incapacità delle istituzioni di risolvere un problema che si trascina da troppo tempo. La situazione è ormai intollerabile per i cittadini, che vedono il loro territorio trasformarsi in una discarica a cielo aperto, e l’aria diventare sempre più irrespirabile. La rabbia monta tra gli ultimi villeggianti, ormai pronti a manifestare contro un’amministrazione comunale che sembra sorda alle loro richieste.

La salute pubblica a rischio

Non è solo una questione di degrado ambientale, ma di salute pubblica. I fumi tossici che si sprigionano da questi incendi rappresentano un pericolo concreto per la popolazione, eppure, a quanto pare, non ci sono centraline per il monitoraggio dell’aria. La ASL, interpellata più volte dai cittadini, non ha ancora fornito risposte sulla tossicità dell’aria, lasciando la popolazione nel più totale abbandono.

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Un futuro incerto

La situazione nelle Salzare è il simbolo di un fallimento gestionale e istituzionale che colpisce Ardea da anni. Un territorio che, nonostante le promesse e le operazioni di facciata, continua a essere devastato da incendi, inquinamento e degrado. È il segno di un’amministrazione incapace di garantire la sicurezza e la salute dei propri cittadini, lasciandoli soli a fronteggiare le conseguenze di scelte sbagliate e di un disinteresse istituzionale ormai cronico.

I cittadini di Ardea non chiedono altro che vivere in un ambiente sicuro e sano, ma le risposte tardano ad arrivare. E intanto, l’aria si riempie di fumi tossici, mentre le istituzioni rimangono in silenzio.

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