Prima la residenza fiscale a Montecarlo, poi la rinuncia alle Olimpiadi causa tonsillite. E ora la positività al doping, frutto di un errore. C’è sempre una buona ragione per buttare fango addosso al nostro numero uno del mondo
New York, 24 agosto 2024 – Prima la residenza fiscale a Montecarlo, poi la rinuncia alle Olimpiadi causa tonsillite. E ora ci mancava la positività al doping, frutto di un errore e per questo già dichiarato innocente dall’ITIA. C’è sempre una buona ragione per buttare fango addosso a Jannik Sinner. Il numero uno del mondo è accerchiato dal fuoco amico: deve guardarsi bene le spalle. E’ l’eterno paradosso italiano, in cui si va costantemente alla ricerca di qualche fenomeno sportivo da imitare, salvo poi massacrarlo una volta che c’è. Sembra essere una tentazione troppo forte, a tratti irresistibile: demolire un proprio rappresentante.
Qualcuno, che Sinner venisse squalificato, a tratti ci sperava. E non mi riferisco a quei suoi colleghi che, se avessero parlato un po’ di meno e vinto qualche partita in più, avrebbero vinto molto di più di quanto raccolto fin’ora. Ma mi riferisco ai “tifosi” dell’ultimo minuto, pronti a portarlo a trionfo quando scrive qualche pagina di storia, ma altrettanto veloci a scendere dal carro alle prime difficoltà. Non c’è passato solo lui: anche Gianmarco Tamberi c’è passato durante le Olimpiadi. “Fa troppe sceneggiate”, “inventa scuse perchè non sta in forma”, e tanti altri commenti di questo tipo hanno assalito Gimbo, come se fosse obbligato a giustificarsi per aver avuto una colica renale. E addirittura ha ricevuto lezioni non richieste di dieta da presunti esperti: in fondo siamo 60 milioni di CT, perchè non diventare 60 milioni di dietisti professionisti che seguono atleti olimpici?).
Sia chiaro: la stragrande maggioranza dei tifosi, e dunque degli italiani, sostiene Sinner a gran voce. Anche chi non ha mai seguito o giocato una partita di tennis in vita sua, e coì continua a fare, ce l’ha nel cuore per qualche motivo. Vuoi per la sua educazione, vuoi per il fenomeno mediatico che è diventato, vuoi per l’esempio che emana: le motivazioni sono tante, tutte bellissime. Però, un albero che cade fa più rumore di 10 che cascano in piedi. E ad un certo punto quel rumore diventa insopportabile, non se ne può più. Per quanto i social non rappresentino lo specchio della realtà (anzi, spesso è il suo opposto), è doloroso vedere quanti siano i commenti di persone che non perdono occasione per massacrare il nostro numero uno del mondo del tennis mondiale. Chiunque può vederli, basta andare sul suo profilo o su quelle pagine che si occupano di sport. Parafrasando il detto creato da Giulio Andreotti – “Il potere logora chi non ce l’ha – Sinner logora chi ce l’ha.
Mi ero già soffermato su questo punto dopo la sconfitta a Wimbledon ai danni di Danil Medvedev, come se Jannik fosse obbligato a vincere qualunque Slam (Mattarella aveva previsto che questa sarebbe stata la spada di damocle sulla sua testa), come se non si capisse che, dall’altra parte della tennis, ci sono i fenomeni veri. Ma nonostante il tema già sia stato trattato, è bene rimarcarlo. Quei commenti di schernimento, quando non offensivi, spesso e volentieri provengono da gente che cova rabbia ed invidia, che non accetta che qualcuno (e non lui/lei) ce l’ha fatta. Persone che sfogano la propria frustrazione dietro uno schermo, dato che nascondersi dietro ad esso è molto facile. E invece di applaudire, prenderlo come esempio, essere orgogliosi del fatto che un proprio connazionale è arrivato fin lì (e se l’ha fatto lui, perchè non possono gli altri), si prova a gettargli fango addosso, a togliergli i meriti. Poi, tolto lo schermo da davanti, magari gli chiedono pure autografo e foto. Funziona così.
Sinner ha le spalle larghe. Lo ha dimostrato tantissime volte nella sua giovanissima e breve, ma già vincente, carriera. L’ultima? Aver vinto alcuni tornei nonostante già sapesse della positività al doping, un fatto che poteva ammazzarlo, sportivamente parlando. Troppo forte il peso, in molti non avrebbero retto e sarebbero crollati. Ma se Jannik è il numero uno del mondo, un motivo ci sta, e non dipende solo dalle sue straordinarie qualità tecniche, ma anche dalla sua enorme forza mentale. Ma nonostante tutto ciò, è pur sempre un ragazzo di 22 anni fatto di carne, acqua e sentimenti. E leggere o sentire determinate cose, può fargli male, un male che non merita in nessun modo. E allora Jannik stia attento: badi bene ai complimenti in determinate situazioni, li prenda con le pinze. Perchè, dietro quei complimenti, potrebbe celarsi un bacio di Giuda alla prima occasione utile. (Foto: Instagram @janniksin)
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