Cultura, Turismo, Lavoro

Vittoria Targa: maestra di scuola, maestra di vita

24 agosto 2024 | 08:00
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Vittoria Targa: maestra di scuola, maestra di vita

Socia decana della Pro Loco di Fiumicino, Vittoria era una donna di cultura che ha dedicato se stessa all’insegnamento e al sociale: la sua storia

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“Cultura, Turismo, Lavoro”: un progetto della Fondazione Anna Maria Catalano, finanziato dall’Unione Europea Next Generation EU nell’ambito del PNRR Transizione digitale Organismi Culturali e creativi”.

Un paesino di pescatori, dove l’aria di mare era aria di casa e dove il porto canale ferveva di attività di giorno e notte. E proprio lì, nel cuore di Fiumicino, una delle dimore storiche divenne la “culla” dell’istruzione, dove una mastra prese l’insegnamento come una missione per far imparare ai suoi alunni l’importanza della cultura. Vittoria Targa è stata un’insegnante amata e stimata dalla comunità di Fiumicino, non solo come maestra e donna di cultura, ma anche come persona molto attiva nel sociale e nelle iniziative realizzate sul territorio.

Socia decana della Pro Loco di Fiumicino, Vittoria è nata nel 1933 ed è cresciuta a Fiumicino. E’ stata un punto di riferimento importante, un esempio di generosità e bontà d’animo. A parlare di lei, a raccontarci la sua storia e quanto di bello ha fatto per il prossimo, è il marito Luigi Cillo insieme al presidente della Pro Loco Pino Larango.

Una famiglia storica

Siamo nel 1920, e a Fiumicino c’era il “Cantinone” su via della Torre Clementina: era famoso perché, essendo lungo il porto canale, era un punto di ritrovo per i lavoratori portuali, ma non solo. Offriva la possibilità di riunirsi, giocare a carte, fare una bevuta e mangiare qualcosa. Oggi si chiama aperitivo, ma  possiamo dire che questa “formula” molto di moda, all’epoca sia nata proprio così.  Il “Cantinone” era dei genitori di Vittoria Targa, mentre il nonno era fanalista del Vecchio Faro. La sua è stata, quindi, una famiglia conosciuta da tutta la comunità, che viveva in un villino storico della città del 1925, alle spalle di via della Torre Clementina, vicino alla sede della Pro Loco di Fiumicino. Ecco quella dimora è ancora lì, in tutta la sua bellezza, ed è custode di storia e dell’aula dove Vittoria insegnava.

Quando insegnare è una missione

Vittoria Targa ha dedicato la sua vita all’insegnamento: era laureata in Scienze Politiche alla Sapienza, ha poi insegnato in molte scuole a Roma, ad Ostia Antica, a Sezze (Latina), e negli ultimi anni a Ladispoli. Ma la sua particolarità era che si portava il lavoro a casa. E non parliamo dei compiti o delle verifiche da correggere: in casa sua, nella sua biblioteca, aveva una vera e propria classe dove faceva ripetizione agli studenti di Fiumicino che ne avevano bisogno. “Ho conosciuto Vittoria nel ’75 quando sono venuto qui per fare il militare – racconta il marito Luigi -. Avevo 40 anni e volevo proseguire i miei studi, ma avevo bisogno di qualcuno che mi aiutasse e mi desse ripetizioni. Ero iscritto all’università dove studiavo economia e commercio. Ero un suo allievo, quindi, poi ci siamo innamorati e ci siamo spostati”.

Vittoria faceva ripetizioni di tutte le materie e seguiva una quindicina di ragazzi per volta. Il suo metodo di insegnamento non era il classico professore-alunno, ma prendeva davvero a cuore l’istruzione dei giovani: non spiegava tecnicamente, ma faceva in modo che l’allievo capisse in modo semplice. Non saliva in cattedra ma era tra i banchi per comprenderli, prima, aiutarli poi e trasmettergli tutte le sue conoscenze. In questo modo, loro apprendevano di più e con più entusiasmo. Vittoria non ha mai avuto figli, ma è come se ne avesse avuti a migliaia: si prendeva cura degli alunni e si assicurava ricevessero un’ottima istruzione. Aveva un buon rapporto con i loro genitori, che la chiamavano spesso e la consideravano una persona di famiglia.

Per lei insegnare fu davvero una missione che portò avanti fino all’età di 72 anni: “Non voleva andare in pensione – spiega il marito –, non ne voleva sapere perché insegnare era la sua vita. Poi si è dovuta fermare per forza, non solo per l’età ma anche perché aveva cominciato ad avere problemi alla vista. Ma avrebbe continuato all’infinito. Per Vittoria i giovani erano il futuro della nostra società, il futuro di Fiumicino”. Per questo era fondamentale l’apertura mentale attraverso la cultura e l’istruzione: mentre oggi viviamo in un mondo in cui i giovani sono “immersi” nelle nuove tecnologie, lei voleva fargli capire che il mondo non è solo lì: era questa la sua missione.

Una donna di cultura

Vittoria era una donna che amava la cultura, non solo dal lato dell’insegnamento: amava il teatro, la lettura e scriveva poesie. “Ne scriveva tante ed erano molto toccanti – racconta il Pino, il presidente della Pro Loco -. Sono state molte le occasione in cui le recitava durante iniziative che organizzavamo sul territorio”.  Lei aveva un’associazione che organizzava spettacoli teatrali. Le sue poesie parlavano di tutto quello che le stava a cuore. Parlava di episodi della storia locale, ha raccontato delle alluvioni, in particolare l’ultima che ha colpito Fiumicino nel 1937, quando la banchina era più bassa e il fiume straripava più facilmente.  Scrisse poesie sulla Fontana delle Cinque Lune che si trova in via del Serbatoio e parlò di Guglielmo Marconi.

“Fra le tante sue opere – racconta Pino – mi è rimasta impressa quella in cui Vittoria parlava di Marconi. Pochi sanno che Marconi venne a Fiumicino per realizzare un collegamento radio fra il continente e la Sardegna. Ricordo che Vittoria raccontò questo episodio in cui suo padre che tornava a piedi da lavoro lo conobbe e lei scrisse proprio di questo fatto curioso”.

Il sociale e la Pro Loco

Per tanti anni molto attiva nel sociale, Vittoria voleva rendere la sua città più bella. Insieme alla Pro Loco di Fiumicino, organizzò moltissime iniziative ed eventi sociali per perseguire questo obiettivo. Organizzava cene per gli anziani e amava condividere purché la gente stesse bene. Far del bene per il prossimo era la sua altra missione di vita.

Particolare fu l’iniziativa che la portò con la Pro Loco a L’Aquila: la città era devastata dal terremoto e superata l’emergenza la “squadra” di volontari si recò sul posto portando lì la tradizionale Sagra del Pesce di Fiumicino. Dopo le autorizzazioni rilasciate dalla Protezione Civile, le tendopoli si animarono con questa festa, che alleviò in parte le sofferenze della popolazione: tanta la gioia dei presenti, al punto che la Pro Loco ne dovette organizzare un’altra in un campo vicino. In quell’occasione Vittoria scrisse un pensiero per la cittadinanza rifacendosi ad un verso della Divina Commedia che inizia con “Temp’era”, due parole che se unite formavano proprio il nome di Tempera, la prima località dove è stata realizzata la sagra. Una bellissima idea, frutto della mente di una studiosa donna di cultura.

Vittoria Targa divenne poi socia decana della Pro Loco, che gli ha conferito la medaglia d’oro come “Simbolo del ringraziamento per l’impegno profuso e il lavoro svolto per il territorio e la sua gente – spiega Pino – e non basta questo per spiegare quanto di bene abbia fatto per la nostra comunità”.

Un segno profondo nella comunità locale

Figura di riferimento e colonna portante del territorio, Vittoria Targa ha lasciato un segno profondo nella comunità locale. Venuta a mancare nel 2017, in molti ancora oggi la ricordano con ammirazione: “Pensate che, anche dopo tanto tempo – racconta il marito Luigi – i suoi studenti si ricordavano di lei, la fermavano per strada e le chiedevano di impartire ripetizioni per i propri figli. Essendo stato anche io suo alunno, posso dire che amava davvero il suo lavoro, che non era semplicemente un lavoro ma molto di più perché lo faceva con passione. Ci sarebbero tante cose da dire su Vittoria, della splendida persona che era. E il ricordo che tutti abbiamo di lei ne è la testimonianza”.

“Vittoria è stata una meteora – dice Pino Larango -. Gli anni che si misurano in giorni purtroppo non sono tanti, ma la traccia che lasci, quella resta per sempre. Si dice che nessuno muore se lascia un ricordo di sé. E Vittoria ci ha lasciato tanto, ha fatto tanto e sarà sempre nei nostri cuori”.