Provocazioni, offese e fuori onda a Fiumicino: in Consiglio la Palestina scatena un’altra “guerra”
Si accende il dibattito con al centro il conflitto israelo-palestinese, fra polemiche e scivoloni: cosa è successo
Fiumicino, 28 agosto 2024 – Polemiche scivoloni e battutacce. Questo, e molto altro, è avvenuto durante l’ultimo Consiglio comunale di Fiumicino. Un consiglio acceso, anzi focoso. Oggetto del dibattito: il conflitto israelo-palestinese.
Andiamo per ordine. I consiglieri di opposizione in Aula avevano chiesto, tramite una mozione, l’esposizione della bandiera palestinese, insieme a quella per la Pace, fuori dal palazzo municipale. Mozione che, tuttavia, è stata bocciata dalla maggioranza. Ed è stata proprio questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Al Primo cittadino l’opposizione ha poi richiesto di esprimere la posizione dell’Amministrazione comunale in merito: “Fiumicino promuove la pace”. Queste le parole del sindaco Mario Baccini (leggi qui), che ha poi spiegato anche la motivazione della bocciatura della mozione: “Pur comprendendo il simbolismo di tale gesto, l’esposizione della bandiera in Comune non è consentita dalla legge. Tuttavia, possiamo esplorare altre forme di solidarietà. Ritengo quindi che la questione sollevata dall’opposizione sia superflua, poiché la nostra posizione contro la guerra è inequivocabile”, ha detto il Sindaco.
Ma è lì che si sono accese le polemiche: Mauro Gonnelli, ex politico di spicco del centrodestra nonché già presidente del Consiglio comunale, era presente fra il pubblico ed ha tirato fuori una bandiera palestinese: “Quarantamila morti, il maggior numero di neonati sterminati. State facendo politica o cosa? La politica deve discutere di queste cose, abbiate il coraggio“.
A questo punto, il presidente del Consiglio comunale Roberto Severini ne ha chiesto la rimozione, citando il regolamento. “È una sciarpa”, gli è stato riposto. “Allora se la metta al collo” ha fatto eco il presidente. Ma non è tutto: secondo quanto sembra dalle registrazioni del Consiglio comunale, Baccini sarebbe stato protagonista di uno scivolone. Rispondendo a Gonnelli, avrebbe detto: “La bandiera ficcatela al c**o“.
“Esponiamo per un solo minuto la bandiera della pace e quella della Palestina, in molte occasioni lo abbiamo fatto, ma in questa il presidente del Consiglio comunale ha ritenuto che fosse opportuno non farlo – ha commentato Mauro Gonnelli con un video sulla sua pagina Facebook -. Perché sappiamo bene che questi sono gli ordini nazionali, è la moda e la dialettica attuale far finta che certe tragedie non esistano. Ci sono sentimenti veri, per favore non fateci speculazioni politiche”.
La questione poi si è “risolta” con una mozione approvata all’unanimità. Ma non è tardata la replica del Sindaco che, a margine del Consiglio, ha definito “Pretestuoso ed irresponsabile il tentativo di voler far apparire il Consiglio Comunale come insensibile di fronte all’escalation brutale delle azioni militari contro i civili”. Queste le parole del sindaco al margine del Consiglio comunale (leggi qui)
Indignate le reazioni dell’opposizione: “Al di là delle questioni di merito riguardanti i punti all’ordine del giorno in Consiglio, e al netto delle eventuali problematiche aggiunte in discussione, c’è una cosa che non può essere tollerata: la mancanza di rispetto non solo dell’Aula, ma della sensibilità di una vasta parte della cittadinanza. Le battaglie ideologiche fatte in questi anni utilizzando l’aula consiliare sono diventate arroganza e disprezzo dei valori altrui, come se fossero degni di rispetto solo i valori di una parte” ha poi scritto su Facebook il capogruppo Pd Ezio Di Genesio Pagliuca.
Baccini: “Ristabiliamo la verità dei fatti”
“In Consiglio era in corso un dibattito sulla situazione della Palestina e il mio intervento, interrotto più volte, era di totale solidarietà alle vittime della guerra – ha commentato il sindaco Mario Baccini sui suoi canali social -. E’ assolutamente falso che io abbia pronunciato una frase simile sulla bandiera palestinese, come è vero però che a latere dei lavori ho espresso in maniera forte e colorita il mio pensiero sull’attività di inutile propaganda politica portata avanti con manifesti e interruzione dei lavori da parte dell’opposizione. La mia storia personale, la mia attività politica e personale non possono essere messe in dubbio da una ricostruzione strumentale e artatamente inventata per gettare discredito”.