Il fatto

Sperlonga, beccato su una moto d’acqua… ma era ai domiciliari: arrestato 32enne

29 agosto 2024 | 10:49
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L’uomo aveva aggredito due poliziotti e speronato una volante

Sperlonga, 29 agosto 2024 –  La stagione estiva volge ormai al termine ma resta alta la vigilanza dei Finanzieri del Reparto Operativo Aeronavale di Civitavecchia su tutto il litorale laziale per garantire un presidio di legalità a tutela della sicurezza pubblica in mare. Dal mese di giugno u.s., senza soluzione di continuità, sono stati eseguiti molteplici controlli di polizia finalizzati all’assolvimento dei compiti di polizia economico finanziaria e in particolare delle specifiche funzioni di polizia del mare, in base al D.L. n.177 del 19 agosto 2016 e successive modificazioni.

Nell’ambito di tale attività, militari della Sezione Operativa Navale di Gaeta hanno fermato, in data 21 agosto u.s., nelle acque antistante la località di Sperlonga, un soggetto, di anni 32 a bordo di un acquascooter. Successivi approfondimenti, condotti con l’ausilio delle banche dati, hanno permesso di stabilire che il soggetto in questione era gravato da numerosi e significativi precedenti penali tra cui violenza e minaccia a Pubblici Ufficiali, concretizzatesi nello speronamento di una volante della Polizia di Stato e nel ferimento di due agenti.

Guardia di Finanza Sperlonga

Per tali fatti, lo stesso è risultato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa a seguito delle indagini esperite dal Commissariato di P.S. Esposizione di Roma per risalire alla sua identità. Il soggetto veniva pertanto condotto presso gli uffici della Sezione Operativa Navale di Gaeta e, dopo gli adempimenti del caso, trasportato presso la propria abitazione in stato di arresto. L’attività in rassegna costituisce un esempio tangibile del capillare e costante controllo sul mare della componente aeronavale del Corpo che assicura, 24 ore su 24, un fondamentale presidio di legalità contro qualsiasi minaccia all’ordine e alla sicurezza pubblica.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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