Dal Tagikistan a Roma, arrestato terrorista dell’Isis

3 settembre 2024 | 15:16
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Dal Tagikistan a Roma, arrestato terrorista dell’Isis

L’uomo è stato fermato per riciclaggio di autovetture e possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi valido per l’espatrio

Roma, 3 settembre 2024- A seguito di specifici approfondimenti  investigativi effettuati da personale della Polizia di Stato della DIGOS di Roma, il GIP del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nella giornata di ieri,  ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del cittadino tagico S. I. (32 anni), membro attivo di un network europeo riconducibile all’organizzazione terroristica convenzionalmente denominata “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante – Provincia di Khorasan (ISIL-KP o ISKP)”, per concorso nel riciclaggio di autovetture e possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi valido per l’espatrio.

Lo straniero è attualmente ristretto presso la Casa Circondariale di Terni, in attesa di estradizione per il Tagikistan, a seguito dell’esecuzione del mandato di arresto internazionale, emesso il 16.04.2018 dal Giudice di Rudaki per il reato di “attività di mercenariato”, previsto dall’art. 401 del Codice Penale tagiko e punito con la pena massima di 12 anni di reclusione, essendosi unito nel 2014 alle fila dell’organizzazione terroristica “stato islamico”, sul territorio della Siria, dove ha preso parte alle ostilità contro le forze governative.

Dall’analisi dei contenuti del dispositivo sequestrato all’indagato, al momento del suo arresto avvenuto l’8 aprile scorso, è emerso con chiarezza che lo straniero è coinvolto, unitamente ad altri soggetti attestati in Italia e all’estero (alcuni dei quali in fase di identificazione), con posizione di rilievo, in attività di riciclaggio di veicoli di lusso da trasferire verso l’est Europa, asportati o illecitamente acquisiti in Italia.

All’interno del dispositivo sono stati rinvenuti complessivamente n. 19400 file relativi ad immagini di veicoli, raccolti nella categoria denominata “Key Evidence – Vehicles” – alcuni dei quali associabili a specifiche chat, dato che è obiettivamente indicativo del volume degli affari illeciti gestiti dall’indagato e dagli altri soggetti.

Sono stati individuati n. 17 veicoli, tutti segnalati nella banca dati interforze, in Italia e all’estero, per furto o appropriazione indebita, dei quali sono state ricostruite le singole vicende relative alla loro esportazione illecita nei paesi dell’est Europa.

Allo stesso è stata inoltre contestata l’ipotesi delittuosa prevista e punita dall’art. 497-bis C.p. per aver fatto uso, per viaggiare in Italia e all’estero, di un passaporto rilasciato dalle Autorità ucraine,  con false generalità, nonostante la sua identità sia stata accertata tramite le Autorità del Tagikistan.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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