L'ANALISI |
Esteri
/

Draghi: “Se l’Europa non cambia, per lei è finita”

6 settembre 2024 | 12:33
Share0
Draghi: “Se l’Europa non cambia, per lei è finita”
Foto d'archivio di Mario Draghi

Dall’Intelligenza Artificiale alla Difesa comune, l’Europa si trova ad un punto morto, mentre la Cina avanza a ritmi insostenibili. L’ex premier lancia il drammatico appello: “La fine dell’Europa è il mio incubo”. Ma sarà ascoltato?

Roma, 6 settembre 2024 – “Se l’Europa non si riforma, l’Unione muore“. Nel mezzo del gossip italiano, alle prese con il caso Boccia-Sangiuliano (leggi qui), è passato in sordina il drammatico intervento di Mario Draghi. Intervento che, diciamo così, è leggermente più importante. L’ex premier e banchiere centrale ha presentato, sia ai rappresentanti diplomatici dei Paesi membri sia ai capigruppo parlamentari, il rapporto sul futuro della competitività dell’economia europea, che gli era stato affidato lo scorso anno dalla Commissione Europea. Secondo le informazioni raccolte a Bruxelles, Draghi ha sottolineato l’urgenza per le istituzioni di cooperare tra loro e la necessità di riflettere a eventuali riforme istituzionali:

Per chiudere vorrei dirvi una cosa: se non si fanno queste riforme, se non si interviene seguendo questa direzione, l’Europa è finita. Lo ripeto: è finita. Ve lo dico perché questo è il mio incubo più frequente”

Europa, un continente in crisi

Parole dure, forti, inequivocabili, volte a svegliare un Continente dormiente, a cominciare dalle grandi questioni internazionali, dove l’Europa non tocca palla. In Ucraina – a parte i miliardi di aiuti inviati e le sanzioni imposte a  Mosca – l’Ue è impotente, non può spingersi oltre una certa linea rossa. In Palestina, di Europa, non c’è nemmeno l’ombra. E sta pian piano scomparendo la solidarietà atlantica, che ha tenuto l’Europa al sicuro dalla Seconda guerra mondiale in poi, e soprattutto in Italia torna a farsi sentire un certo senso di anti-americanismo intriso in parte della popolazione, un sentiment mai totalmente sopito.

Ma non è tutto. L’Unione Europea è in ritardo nella capacità di innovazione (Intelligenza Artificiale in primis) l’aumento dei prezzi dell’energia (dovuto anche alla guerra in Ucraina, ma il conflitto ha reso evidenti le dipendenze europee da Mosca), la mancanza di manodopera specializzata, la necessità di accelerare rapidamente il processo di digitalizzazione e di rafforzare urgentemente le capacità di difesa comune dell’Europa, la quale è ancora costellata da singoli eserciti nazionali. Siamo a un punto morto.

L’Europa arretra, la Cina avanza a ritmi insostenibili

Il tutto mentre la Cina diventa sempre più ricca e potente: si trova solo all’inizio del suo exploit economico, e si prepara a contendersi il dominio del mondo insieme agli americani. Da sola, la Cina produrrà un quarto del Pil mondiale entro pochi anni, ci vivono quasi 1 miliardo e 500 milioni di persone, un quarto della popolazione mondiale. Numeri da capogiro.

Sia chiaro: l’esplosione economica cinese ha un prezzo salato, il quale viene pagato con la restrizione di libertà individuali, su cui l’Europa e tutto l’Occidente hanno ancora molto da insegnare. Tuttavia, il Vecchio Continente non riesce a rispondere adeguatamente alla Rivoluzione Tecnologica in atto: nei prossimi decenni, migliaia di posti di lavoro non esisteranno più, con le macchine che lavoreranno al posto degli uomini. Una potenziale bomba sociale. L’Intelligenza Artificiale non può essere arginata, va cavalcata. E per farlo, bisogna innanzitutto rendersi conto del problema. Un primo passo? Raccogliere l’appello di Draghi. Subito, però. Non c’è più tempo da perdere.

ilfaroonline.it è su GOOGLE NEWS. Per essere sempre aggiornato sulle nostre notizie, clicca su questo link e seleziona la stellina in alto a destra per seguire la fonte.