Sangiuliano, dimissioni inevitabili. Ma Boccia non è una martire
Le cose da chiarire sono ancora troppe, possibile che la vicenda finisca in Tribunale. Ma in questa storia, degli eroi non c’è traccia
Roma, 7 settembre 2024 – Dimissioni irrevocabili, e inevitabili. Così si potrebbe sintetizzare il passo indietro compiuto dall’ormai ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano (leggi qui). Ormai non si poteva andare avanti, la frittata era fatta, e le cose da chiarire sono ancora troppe. Un bene per tutti, soprattutto per lui, che probabilmente ha passato giorni d’inferno. Da un punto di vista umano, soprattutto: un uomo in difficoltà, “costretto” ad ammettere di fronte a milioni di persone, di aver avuto una relazione extra-coniugale, per poi chiedere scusa alla moglie. Insomma, i suoi “peccati” o presunti tali nella sfera privata, li ha già pagati abbastanza, e sarebbe meglio evitare moralismi vari. Qui di politica non c’è niente, conta la persona, e a volte è necessario saper scindere le cose.
Dal punto di vista politico, invece, le cose sono ben diverse: con l’esposto presentato alla Procura di Roma dal deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli, è possibile che questa vicenda finisca in Tribunale. Da chiarire la questione relativa all’utilizzo o meno di fondi ministeriali: Sangiuliano continua a difendersi, affermando di aver pagato tutto tasca di propria, mentre Boccia va per la sua strada: “da quel che sapeva, ha pagato il Ministero”.
Sangiuliano ha sbagliato, ma di eroi non ‘è traccia
Sangiuliano ha sbagliato, ma intendiamoci: Maria Rosaria Boccia non è un’eroina o una “vittima” di questa situazione. Tra storie Instagram pubblicate in piena notte, a mozzichi e bocconi per aumentare la “suspance”, o interviste in cui parla di un ministro “sotto ricatto” senza tuttavia andare oltre ed approfondire, ma solo lanciando il sasso e nascondendo la mano, non ci fa un gran figura nemmeno lei. Il motivo per cui abbia deciso di comportarsi così è tutto da chiarire: una delusione personale ricevuta da Sangiuliano, o professionale, a causa della revoca della nomina?
Se le domande sono tante, il verdetto più importante è già stato emanato: la testa di Sangiuliano è saltata, con una lettera indirizzata alla premier Giorgia Meloni. Palazzo Chigi ha provato ad alzare le barricate per un po’, ma alla fine la diga di difesa è crollata. Forse anche perchè lo stesso ministro, ormai, non ne aveva più. Al suo posto è già arrivato Alessandro Giuli, che dovrà affrontare il G7 Cultura come primo, e bollente, dossier. Già, perchè da potenziale occasione per esportare il patrimonio italiano all’estero, ora il Governo dovrà fare i conti con il danno d’immagine che consegue da tutta questa storia. Un fallimento per tutti. (Foto: Facebook Gennaro Sangiuliano)
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