Roma, lo accoltella alla gola e si dà alla fuga: tentato omicidio a Centocelle

7 settembre 2024 | 11:02
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Roma, lo accoltella alla gola e si dà alla fuga: tentato omicidio a Centocelle

Il giovane, un 18enne, è stato poi rintracciato dai carabinieri dopo qualche giorno

Roma, 7 settembre 2024 – Prima la coltellata, poi la fuga: i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Casilina e quelli della Stazione Roma Centocelle hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto d’iniziativa un 18enne egiziano, senza fissa dimora e con precedenti, gravemente indiziato del tentato omicidio di un altro 18enne, connazionale.

L’aggressione

La sera di domenica scorsa, la vittima avrebbe avuto un diverbio con uno sconosciuto in piazza dei Mirti, nei pressi della fermata metro “Mirti”, che poi lo avrebbe colpito con un coltello al collo e sarebbe scappato a piedi. A seguito della chiamata di un passante al 112, sul posto erano intervenuti i carabinieri della Stazione di Roma Centocelle che avevano sequestrato l’arma, rinvenuta poco distante. Trasportato in codice rosso da personale del 118, il ragazzo ferito, con un buco alla gola, fu medicato e trattenuto, per miracolo non in pericolo di vita, presso l’ospedale “Vannini”.

Le indagini

Le immediate indagini avviate dai Carabinieri della Compagnia Roma Casilina hanno permesso – grazie alla denuncia del 18enne, l’escussione di persone informate sui fatti, gli accertamenti alla banca dati e l’analisi delle immagini di videosorveglianza – di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato, individuato anche dalla vittima tramite riconoscimento fotografico.

Riusciti a localizzarlo, i carabinieri lo hanno rintracciato, la scorsa sera, presso la fermata metro “Valle Aurelia” e lo hanno bloccato. L’indagato è stato portato nel carcere di Regina Coeli. Il suo fermo è stato convalidato dal Tribunale di Roma che ha disposto per lui la custodia in carcere.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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