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Immigrazione illegale. Il tallone d’Achille di Kamala Harris

11 settembre 2024 | 23:36
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Immigrazione illegale. Il tallone d’Achille di Kamala Harris

Sembra un paradosso: com’è possibile che una donna di origine indiano-giamaicane abbia, come spada di Damocle sulla propria testa, il problema dell’immigrazione? Per rispondere, sono necessarie numerose considerazioni

Washington, 11 settembre 2024 – Siamo tutti d’accordo sul fatto che l’uscita di Trump relativa agli “immigrati che mangiano cani e gatti” (leggi qui) sia una gaffe a tutti gli effetti, a testimonianza di una performance mediocre nel dibattito televisivo di poche ore fa. Un pessimo tentativo di cavalcare la linea dura sull’immigrazione illegale, sperando di scaldare qualche cuore, e soprattutto, far ribollire qualche fegato. Già, perchè le campagne elettorali si giocano sulla pancia degli elettori, non sulla loro testa. Trump, che si trova alla sua terza campagna elettorale ed una l’ha pure vinta, lo sa benissimo. Ma si tratta di un autogol a tutti gli effetti, dato che non ha bisogno di conquistare voti nel suo campo. Quelli ce li ha già, non sarà un dibattito andato storto a far cambiare idea a milioni di fedeli repubblicani. Quello di cui avrebbe bisogno sono i voti degli indecisi, così come Kamala Harris. La quale, nonostante la gaffe del suo avversario, ha un problema: l’immigrazione illegale.

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Kamala Harris e l’immigrazione illegale

Sembra un paradosso: com’è possibile che Kamala Harris, una donna di colore di origini indiano-giamaicane, abbia nell’immigrazione illegale il problema di Achille? Per rispondere a questa domanda, è necessario fare numerose considerazioni.

Il problema c’è, esiste. Milioni di americani lo toccano con mano, o rischiano di farlo, ogni giorno. Stando alle informazioni in nostro possesso, negli Stati Uniti sono presenti circa 11 milioni di clandestini, ovvero persone che non avrebbero nessun diritto di stare sul territorio statunitense. In America, insieme all’economia e all’inflazione, è la tematica più rilevante, forse ancor di più della guerra e dell’aborto. A tal punto che, già nel 1994, venne costruito un muro al confine col Messico (la maggior parte delle persone vengono da lì), in seguito ribatezzato “muro della vergogna”. Un muro rafforzato anche dalla stessa Amministrazione targata Biden.

Ora, però, dov’è il problema? La maggior parte degli americani, giudica l’accoppiata Biden-Harris colpevole di aver incrementato il problema, sicuramente di non averlo risolto. E, più generale, la clandestinità è vista come la causa dei salari al ribasso. Una crisi che attanaglia soprattutto gli Stati del Sud, quali Texas e Arizona, ovvero quelli al confine con il Messico.

Motivo per cui Kamala, nelle ultime settimane, si è trovata costretta dalle circostanze a dover utilizzare parole “di destra”. Promesse di linea dura su coloro che tentano di oltrepassare il confine dal Messico per giungere negli Stati Uniti. Ma ogni volta che qualche giornalista le fa una domanda sul tema, lei va in crisi, non sa bene cosa rispondere. Già, perchè nonostante Kamala sia stata molto brava a riciclarsi come novità, in realtà è al potere da quasi 4 anni. Ovviamente la responsabilità non è solo la sua, ma frequentare la Casa Bianca da così tanto tempo e non aver risolto la situazione, certamente non l’aiuta.

Intendiamoci: il problema sull’immigrazione illegale in America esiste da 30-40 anni, nessuno ha la bacchetta magica. Neppure Trump, che fa finta di averla (come noto, la situazione non si è risolta nemmeno sotto il suo mandato). Ma il dato politico è rilevante e non può che essere riportato, analizzato, approfondito. Perchè è su questo che si combatte la campagna elettorale che porterà alla Casa Bianca l’uomo o la donna più potente del mondo, almeno a livello formale. (Foto: Instagram @vp – Vice President Kamala Harris)

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