Ucraina, missili a lungo raggio per colpire in Russia? Biden (per ora) alza il muro
Il presidente degli Stati Uniti, al momento, blocca l’invio di missili a lunga gittata. Washington prende sul serio le minacce di Putin, alle prese con un’umiliazione interna
Kiev, 14 settembre 2024 – Se ne parla da settimane, forse mesi. Prima sotto traccia, ora alla luce del sole. Sul tavolo di Downing Street e della Casa Bianca c’è l’ipotesi di fornire a Kiev missili a lungo raggio che siano in grado di colpire la Russia. Obiettivo: battere il ferro finchè è caldo, a causa dell’incursione ucraina nella regione russa di Kursk, ed accontentare il presidente ucraino Volodomyr Zelensky, che da mesi spinge affinchè l’esercito ucraino possa effettuare una controffensiva duratura in territorio russo. Tutto ciò, però, non ha il benestare di Biden.
Missili a lungo raggio, la posizione dell’America
Andiamo per ordine. Il premier britannico Keir Starmer si è recato personalmente a Washington e, con il presidente Joe Biden, hanno parlato anche e soprattutto di questo. A livello ufficiale, fonti inglesi fanno trapelare che l’incontro serviva ad “assicurare che i due Paesi siano sullahe i due Paesi siano sulla stessa lunghezza d’onda su tutta una serie di questioni di politica estera, tra cui l’Ucraina, il conflitto in Medio Oriente, l’Indo-Pacifico, Aukus e altri temi“. Ma, a quanto sembra, centrale nel colloquio è stata proprio la questione dei missili a lungo raggioanglo-francesi Storm Shadow da inviare a Kiev. Queste armi non possono essere mandate senza l’ok di Washington, dato che i missili hanno componenti americane.
Ma nonostante la pressione di Starmet, la posizione della Casa Bianca – secondo fonti americane e stando a quanto riportato dalle più autorevoli fonti internazionali – è tiepida, se non gelida, per varie ragioni. Innanzitutto, le minacce di Putin (che, all’eventualità dell’autorizzazione ai missili a lungo raggio, ha parlato di “guerra aperta con la Nato”) sono prese molto sul serio da Washington. L’autocrate russo ha già dimostrato che non si ferma davanti a nulla per ottenere ciò che vuole, e con l’invasione dell’Ucraina ha dimostrato che, spesso, alle sue chiacchiere seguono anche brutali fatti. Specie ora che avrebbe un pretesto per alzare il tiro, visto che l’esercito ucraino gli è entrato dentro casa.
Motivo per cui, Biden ci va molto cauto, anche se prima dell’incontro con Starmer ha dichiarato che “Putin non prevarrà“.
Da considerare poi una ragione tecnico-militare: secondo i vertici americani, l’utilizzo di (pochi) missili Storm Shadow non risolverebbe nulla, provocherebbe solo un’escalation del conflitto. Il gioco non vale la candela, dunque.
Biden alza il muro
“Gli Stati Uniti non hanno cambiato la loro posizione sulle restrizioni per le forze armate ucraine all’uso di armi americane in territorio russo e oggi non ci sarà nessun nuovo annuncio” ha detto il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, in vista dell’incontro tra Biden e Starmer. “Non c’è alcun cambiamento nel nostro approccio su questo argomento“, ha detto in un briefing con i giornalisti. Un annuncio che non deve aver fatto piacere a Londra che, fin dall’inizio dell’invasione, ha avuto un atteggiamento da falco. Molto di più degli americani che, negli ultimi mesi, hanno allentato un po’ la presa, anche a causa delle imminenti elezioni. A prescindere dal premier di turno (dal 24 febbraio 2022, se ne sono succeduti ben 4), la posizione inglese di aiuto incondizionato a Kiev non è mai cambiata, ed anzi vuole rincarare la dose. Ma, al momento, Biden non ha intenzione di autorizzarne l’invio.