Roma, suicidio a Regina Coeli: detenuto trovato impiccato nella sua cella

17 settembre 2024 | 18:08
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Roma, suicidio a Regina Coeli: detenuto trovato impiccato nella sua cella
Foto d'archivio

L’uomo, un cinquantenne italiano, era stato arrestato lo scorso 25 agosto

Roma, 17 settembre 2024 – Si è tolto la vita un cinquantenne italiano, arrestato il 25 agosto scorso per maltrattamenti in famiglia, ha deciso di farla finita e verso le 6.45 è stato trovato impiccato nella sua cella del carcere romano di Regina Coeli.

È il secondo detenuto suicida in 12 ore, il 72esimo dall’inizio dell’anno. “A queste morti, vanno aggiunti i 7 appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita nel 2024. Una strage senza fine e senza precedenti che certifica, ancora una volta, il fallimento più totale del sistema carcerario”. A renderlo noto è Gennarino De Fazio, Segretario Generale della UIlpa Polizia Penitenziaria. (Ansa)

Cigl Fp Polizia Penitenziaria: “Situazione destinata al collasso”

“Ancora un suicidio per impiccagione all’ interno del carcere di Regina Coeli, il terzo da inizio dell’anno, sempre nella VII sezione. Inascoltate le segnalazioni della Polizia Penitenziaria , dopo il trascorrere dei mesi estivi in cui si sono registrate numerose proteste e rivolte all’ interno della casa circondariale, devastando la struttura, assistiamo oggi a questa ennesima vita spezzata. 72 in totale dall’inizio dell’anno“. Lo dichiara, in un comunicato stampa, Cigl Fp Polizia Penitenziaria. 

“Se non si registra un cambio di rotta – si legge ancora – la situazione è destinata al collasso, come già evidenziato nelle note precedenti; l’ istituto, infatti, ospita 1150 detenuti a fronte di una capienza di 630 posti con un tasso di sovraffollamento che superano il 150%, mentre mancano più di 200 unità di Polizia Penitenziaria. Tra le priorità andrebbe rivisto il circuito della VII sezione destinata oggi, a ubicazione ‘promiscua’, Nuovi Giunti, isolamento sia disciplinare che sanitario. La polizia penitenziaria tutti i giorni lavora in condizioni di precarietà, non potendo garantire le basi principali del servizio di istituto. Le condizioni lavorative sono ai livelli minimi storici , negli ultimi anni la sicurezza dell’istituto ha avuto una mole di lavoro così elevata e rischiosa, dato gli eventi critici quotidiani che rischia di collassare. Con le nuove leve, speriamo si affievolisca l’emergenza e che i baschi azzurri possano ricostruire e pianeggiare gli ammanchi, sembra ancora un utopia”.

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