Dagli uffici stampa della maggioranza, e dai loro profili social, emerge soddisfazione, con una serie di comunicati della vittoria, che hanno tutti un minimo comun denominatore: il riconoscimento del peso italiano in Europa. Ma è davvero così?
Strasburgo, 18 settembre 2024 – Manca solo il via libera dalla Plenaria del Parlamento europeo, dopo di che saranno conclusi tutti i passaggi formali, salvo inaspettate sorprese: Raffaele Fitto sarà commissario europeo nella squadra presieduta – di nuovo – da Ursula Von Der Leyen, che Ecr (l’eurogruppo dei conservatori che fa capo a Giorgia Meloni) non ha votato (leggi qui). Fitto, fedelissimo della premier, avrà la delega alla Coesione e alle Riforme, oltre che una delle 6 vice-presidenze esecutive. Dagli uffici stampa della maggioranza, e dai loro profili social, emerge soddisfazione, con una serie di comunicati della vittoria, che hanno tutti un minimo comun denominatore: il riconoscimento del peso italiano in Europa. Ma è davvero così?
Fitto, è davvero una vittoria?
Il ruolo di Fitto è importante ma, stando al recente passato, non troppo. Il portafoglio Coesione e Riforme, nella scorsa Commissione, era un ruolo delegato al Portogallo. Paese splendido ed eccezionale, ma che ha pur sempre 10 milioni di abitanti, mentre il Bel Paese ne conta quasi 60. In più, a differenza dell’Italia, il Portogallo non è un paese fondatore dell’Unione Europea.
Ma non è tutto. Rapportandoci sempre all’Esecutivo europeo 2019-2024, che ormai sta per chiudere i battenti, l’Italia aveva la delega all’Economia con Paolo Gentiloni, forse il portafoglio più importante e delicato di tutti. Non aveva una vice presidenza esecutiva – che conta solo sulla carta, nella pratica conta poco o nulla – ma tanto bastava. Tra l’altro la nomina di Gentiloni non venne presa bene da Meloni, come testimoniano i suoi social, anche se oggi la presidente del Consiglio e la sua maggioranza “invitano” l’opposizione a votare a favore di Fitto per difendere le questioni italiane in Europa.
Per loro stessa definizione e come previsto dai Trattati Ue, la Commissione Europea non risponde ai singoli Stati, e non lo fanno neanche i “loro” singoli commissari: l’obiettivo dell’Esecutivo è quello di difendere l’interesse generale dell’Unione Europea, anche andando contro le volontà di qualche Paese pur di raggiungere quel risultato. Un esempio banale? L’Italia ha un rapporto debito/Pil è stimato intorno al 140%. Miliardi e miliardi di debito. Fitto o non Fitto, i conti non cambiano. Dunque, nonostante i comunicati pieni di trionfalismi, la realtà sembra essere diversa. Ed è anche politicamente normale dato che Ecr ha votato contro la presidente della Commissione Europea, ovvero la stessa persone che ha poi fatto le nomine.
In se, Fitto ha certamente esperienza. In questi anni ha lavorato ad importanti dossier come il Pnrr, essendo l’ex ministro agli Affari Europei. Non è una polemica relativa alle sue qualità, che dovrà tutte dimostrare in sede europea, bensì tutto quel che gli gira intorno. Trionfalismi, dichiarazioni in pompa magna, comunicati festanti e quant’altro. La realtà, però, sembra un’altra. (Foto: governo.it)
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