L'intervista

“Ognuno brilla nei momenti più bui”: è in uscita “31 Ottobre”, il primo libro di poesie di Mirko Andriani

18 settembre 2024 | 15:21
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“Ognuno brilla nei momenti più bui”: è in uscita “31 Ottobre”, il primo libro di poesie di Mirko Andriani

L’autore, di Fiumicino, ci racconta di cosa parlano i suoi componimenti e la sua decisione di devolvere il ricavato in beneficenza

Fiumicino, 18 settembre 2024 – “Non si arriva alla luce, se non attraverso l’oscurità“… poche parole, ma un significato profondo, che rappresentano il tema centrale dell’opera di un autore di Fiumicino: Mirko Andriani, 37 anni, sta per pubblicare il suo primo libro di poesie dal  titolo “31 Ottobre”, edito da Libereria. Dei versi, i suoi, che raccontano storie e che sono in grado di far “vedere” attraverso le parole. Sono componimenti che parlano di amore, vita, morte, tempo, speranza e resilienza. Sentimenti che accompagnano il nostro vivere quotidiano perché:  “Ognuno ha la sua storia e brilla nei momenti bui, gli esclusi sono eroi se guardi oltre le apparenze”, recita uno dei suoi versi.

Mirko ha deciso di donare in beneficenza il ricavato del suo libro e ce lo spiega, insieme al significato delle sue poesie, in un’intervista che ha rilasciato a ilfaroonline.it 

Parlaci un po’ di te e raccontaci come e quando hai scoperto l’amore per la scrittura

Ho sempre avuto l’amore per la scrittura, in particolare se usata come mezzo di espressione, per questo ho scelto di frequentare il Liceo Classico. Sono cresciuto a Fiumicino, ma ho visitato tante città. Ho vissuto 5 anni in Olanda. Anche lì, ho sentito il forte richiamo di scrivere e mi sono impegnato sempre di più. Qui a Fiumicino ho scritto gran parte delle mie poesie nella biblioteca comunale di Villa Guglielmi, che mi ha offerto ispirazione e terreno fertile per ampliare le mie letture.

Poi mi ha contattato questa casa editrice di Roma, Libereria, e sono stato molto fortunato perché il mondo dell’editoria è diventato molto particolare, e prevale la popolarità social. Quello che vorrei è incentivare l’importanza della scrittura come mezzo di espressione terapeutico, in cui si può incarnare un messaggio che induca alla riflessione e al confronto costruttivo, in un momento storico purtroppo dominato dall’ alienazione e dove i disturbi mentali sono in vertiginoso aumento.

Hai deciso di devolvere in beneficenza il ricavato del tuo libro. Cosa ti ha spinto a prendere questa decisione?

Mi sono sentito di devolvere in beneficenza il ricavato del libro per restituire in cambio quello che mi ha dato la scrittura. E farlo è stata una rinascita. Dopo un viaggio in Africa con mio fratello ho visto la realtà con nuovi occhi. Ho visto come si può essere felici con molto poco, mentre nella nostra società abbiamo tutto ma non siamo mai felici. Per scegliere a quale associazione devolvere il ricavato ho chiesto aiuto a mia cugina che fa  volontariato e abbiamo scelto “Still I rise” che si occupa di garantire un’ istruzione d’eccellenza ai bambini dimenticati del mondo e per garantirgli un futuro. Sappiamo che nel Terzo Mondo, mancano mezzi, strutture e materiali didattici e con questo gesto vorrei sottolineare quanto sia importante investire nella cultura e nell’istruzione.

Le tue poesie sono molto profonde e parlano di temi toccanti come amore, speranza, vita e ricordi. Ma anche di temi più “cupi” come emarginazione, solitudine, guerra e morte. A cosa ti sei ispirato?

La mia filosofia è che la scrittura deve essere lo specchio dei nostri tempi. Quando scrivo cerco di fare una cronaca, di raccontare quello che c’è intorno a me. E tramite metafore e similitudini l’immagine si può rende ancora più vivida. Scrivo per indagare nel mio animo e non mi pongo mai in cattedra. Il mio libro si intitola “31 Ottobre” non a caso ma per due motivi: uno perché è la data del mio compleanno e due perché è il giorno in cui il mondo ultraterreno e quello dei vivi si incontrano. Parliamo, quindi, dell’incontro fra ombra e luce. E questo sta a  significare che in ognuno di noi ci sono entrambe le parti, sta noi decidere se far valere la nostra parte migliore o no.

Fra i tuoi componimenti, in particolare, mi hanno colpito molto le poesie “Gli esclusi”, “Verbo Eterno” e“Visioni” … come sono nati questi versi?

“Gli esclusi” è composta da 3 storie inventate, ma rappresentano realtà che fanno parte del mondo. Parla di tre persone che vivono un dolore invisibile, ma con resilienza riescono a far valere la loro parte migliore. C’è la senzatetto che si priva del pane per darlo al suo cane, il ragazzo bullizzato dai compagni di scuola, ma che dà tutto il suo amore a sua madre che è malata. Poi c’è una giovane ragazza, all’apparenza perfetta e a cui non manca nulla, ma che vive un incubo fra le mura di casa, dove suo padre abusa di lei. Nel componimento parlo di “eroi” silenziosi che nel loro quotidiano fanno dei gesti in cui prevale la luce, nonostante nella società siano esclusi e invisibili.

Con “Verbo eterno”, invece, voglio lanciare il messaggio che l’unica cosa che può vincere il senso di morte è il senso di amore. Amore per se stessi e di riflesso per le persone a noi care. Solo l’amore può vince la paura e l’abbandono. “Visioni” l’ho scritta molto di getto mentre tornavo da casa di mamma. La mattina ero stato al cimitero di Maccarese a trovare mio padre. Lì ho percepito un senso di pace, una sensazione che non provo in mezzo alla gente. Sono convinto che bisogna trascendere quello che abbiamo sotto gli occhi, mentre siamo troppo chiusi negli schermi dei telefoni. Solo così possiamo capire l’amore di un cane, la bellezza di un paesaggio e di tutto quello che ci circonda. Con le mie poesie cerco, però, di trasmettere un messaggio più grande: vorrei che il mio libro diventi una scintilla e un’ispirazione per tutti i ragazzi amanti della cultura.

Mirko Andriani libro

Il libro “31 Ottobre” di Mirko Andriani è ora in prevendita e può essere ordinato contattando l’autore all’indirizzo e-mail mirko31ottobre@gmail.com

Qui la sua pagina Facebook (https://www.facebook.com/profile.php?id=61565538591948)

*Illustrazione di copertina: realizzata da Francesco Petrella, direttore dei servizi educativi della Pinacoteca di Brera di Milano.