Rabbia e sgomento: De Rossi non si tratta così
Usato come parafulmine per placare la piazza dopo Mourinho, viene mandato via dopo 4 giornate. Ma che senso ha avuto rinnovargli il contratto, a fior di soldi?
Roma, 18 settembre 2024 – Sembrava un brutto sogno, uno di quelli da cui non vedi l’ora di svegliarti. Ma poi succede e la realtà arriva come una doccia fredda: Daniele De Rossi non è più l’allenatore della Roma. Amarezza, rabbia, sgomento, delusione? Non basterebbero queste parole per descrivere lo stato d’animo dei tifosi giallorossi, e non solo (leggi qui), che hanno appreso la decisione, ufficializzata in mattinata.
Così all’improvviso, da un giorno ad un altro, arriva l’esonero. Esonero che strappa il contratto che il tecnico aveva firmato per tre anni.Quel patto che legava, ancora una volta, Daniele alla sua Roma, alla sua gente. Sì, perché il ritorno di De Rossi in casa giallorossa ha mandato i tifosi in deliro, orgogliosi di avere l’ex numero 16 in panchina. Certo, il suo è stato un ruolo pesante, aveva alle spalle José Mourinho, cacciato a sua volta. Ma lì alla società DDR è stato utile, non vorremmo crederci, ma è stato davvero usato per placare gli animi e dare un nuovo sogno da inseguire al popolo giallorosso. E, invece, ora la storia si ripete.
Ma non doveva finire così, non stavolta… Daniele De Rossi si è subito dimostrato un bravo condottiero, ha impostato il suo gioco e ha fatto bene fino alla fine del campionato, al punto che gli è stato proposto un contratto triennale da 3 milioni di euro, che ha accettato con onore: “Da oggi è nero su bianco, anzi giallo su rosso”, aveva scritto sui suoi social DDR per annunciare la notizia. Poi si è ripartiti con la nuova stagione, i Friedkin hanno rivoluzionato la rosa giallorossa. Tante erano le aspettative, ma sono bastate 4 partite per prendere la decisione. Così poche? A quanto pare sì: per il club 3 pareggi e 1 sconfitta (Quindi 3 in tutto i punti presi) hanno messo la parola fine ad una storia che poteva essere infinita, senza nemmeno l’ultima possibilità.
Viene da chiedersi, e sono molti gli interrogativi che potremmo porci, cosa si intende con una decisione presa “nell’interesse della squadra”, come scritto nella nota ufficiale del club giallorosso. Ma su ulteriori motivazioni non potremmo mai avere piena contezza. Ma fa bene alla squadra ritrovarsi un “popolo” contro?
Quello che rimane è l’amaro in bocca e quel senso di nostalgia che comincia già a farsi sentire, anche per chi deve ancora realizzare. E arriva l’incertezza del futuro, nonostante la squadra abbia già ingaggiato Ivan Juric come nuovo allenatore. Un cambio di rotta che porterà a cosa? Non ci è dato sapere, ma una cosa è certa: non sarà facile accettare l’esonero di De Rossi e guardare avanti. Soprattutto se il passato lo hanno fatto coloro che alla Roma hanno dato tutto e ci hanno messo anima e cuore.
Senza parole è, infatti, la frase che riecheggia su tutti i social. Rabbia nei confronti dei Friedkin sembra il sentimento generale. Contestazioni al capitano Lorenzo Pellegrini fuori da Trigoria (leggi qui) in quella che è una giornata che non si vorrebbe vivere mai. Quello che lega Daniele De Rossi alla Roma è qualcosa che non si può spiegare, lo dimostra la sua carriera da giovane giocatore della primavera, diventato poi “Capitan futuro” e capitano nella prima squadra. Fino alla guida della squadra da allenatore. Per la Roma e con la Roma lo avremmo visto dare ancora una volta tutto se stesso. Eppure, basta un niente e tutto può finire. Ma non adesso e non così…. (Foto: asroma.com)
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