Alluvione Emilia Romagna, l’Ordine dei Geologi: “Basta polemiche politiche”
Il presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia Romagna bacchetta i politici. Ma intanto va in scena uno scontro tra il Governo e la Regione, mentre il maltempo imperversa
Ravenna, 19 settembre 2024 – “Le precipitazioni simili all’evento del maggio 2023, a Modigliana la situazione sarebbe addirittura peggiore. Determinate aree vicine ai fiumi che noi geologi conosciamo benissimo sono difficilmente difendibili dalle alluvioni, ora ci vuole coraggio, il coraggio di dirsi le cose in faccia, il coraggio per chi ha sempre rifiutato l’idea del cambiamento climatico di ammetterlo, il coraggio di smettere di fare polemiche politiche, il coraggio di fare azioni sul territorio drastiche, e il cittadino capisca che qui ci vorranno anni per risolvere in parte i problemi”. E’ l’intervento del presidente dell’Ordine dei Geologi dell’Emilia Romagna, Paride Antolini, in merito all’alluvione (l’ennesima) in corso nella regione. Nelle prossime ore, Antolini si recherà presso i luoghi colpiti.
“Il lavoro di un anno e mezzo sembra vanificato”
“Un particolare pensiero e piena solidarietà ai cittadini, ai sindaci, agli operatori di Protezione Civile coinvolti dall’alluvione in Romagna. Il lavoro di un anno e mezzo sembra vanificato, troppo vicino all’alluvione del maggio 2023 e troppo intenso questo evento, non ha lasciato il tempo per realizzare i complessi interventi necessari per affrontare il tema del cambiamento climatico” aggiunge.
“Dare spazio ai fiumi”
“Dopo l’alluvione del maggio 2023 i geologi avevano indicato nel dare spazio ai fiumi, la strada principale da intraprendere. Oggi più che mai, nella drammaticità di queste ore, ribadiamo il concetto come principale tipo di intervento necessario per affrontare i problemi legati agli eventi alluvionali. Siamo in allerta rossa, le precipitazioni simili all’evento del maggio 2023, a Modigliana la situazione sarebbe addirittura peggiore. Di fronte ad eventi del genere c’è poco da fare, non bastano le casse di espansione, non basta abbassare le golene e adeguare le sezioni, occorre dare spazio all’acqua senza se e senza ma” sottolinea.
“Sappiamo che c’è un folto gruppo di pensiero che invoca continuamente come un mantra la pulizia dei fiumi e dei fossi come operazione necessaria e sufficiente per affrontare il problema, soluzioni che con queste precipitazioni sono paragonabili alle cure omeopatiche. Determinate aree vicine ai fiumi che noi geologi conosciamo benissimo sono difficilmente difendibili dalle alluvioni, ora ci vuole coraggio, il coraggio di dirsi le cose in faccia, il coraggio per chi ha sempre rifiutato l’idea del cambiamento climatico di ammetterlo, il coraggio di smettere di fare polemiche politiche, il coraggio di fare azioni sul territorio drastiche, e il cittadino capisca che qui ci vorranno anni per risolvere in parte i problemi” conclude.
“Vivere queste situazioni, ti fa sentire impotente, guardi i livelli idrometrici dei fiumi, i punti di misura che progressivamente da verde diventano gialli, arancioni e rossi; il pensiero corre ai cittadini coinvolti, ai Sindaci, agli operatori della Protezione Civile. Il pubblico dovrà fare passi da gigante per adeguare le azioni sul territorio a questi eventi, ma anche il privato non è esente dall’essere coinvolto nella gestione di esso. Il messaggio è chiaro, il momento è difficile, niente polemiche e lavoriamo per uscire da questa situazione”.
Musumeci attacca la Regione
“Non mi lascio trascinare sul terreno delle polemiche che qualcuno, sotto la spinta emotiva della prossima campagna elettorale per le regionali, vorrebbe alimentare. Il Governo ha tutta l’intenzione di collaborare con la Regione Emilia Romagna perché crediamo che ai cittadini interessi poco la polemica quando l’acqua entra nelle case, invade le strade e le piazze. Quindi niente polemiche politiche. Noi vorremmo soltanto che si tenesse conto di un fatto: quello che accade ogni volta che piove in maniera abbondante è frutto di quello che abbiamo fatto e di quello che non abbiamo fatto in tempo di pace”. Lo ha detto il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci nel corso del punto stampa dopo l’ondata di maltempo che ha travolto l’Emilia Romagna.
“Nel 2023 è avvenuto quello che è avvenuto perché 20 anni prima non era stato fatto quello che doveva essere fatto. Gli eventi alluvionali portano una realtà territoriale così come è stata progettata e infrastrutturata non nei mesi, non negli anni ma nei decenni. Perché le infrastrutture idriche non si realizzano in sei mesi hanno bisogno di medi e lunghi tempi. E questo vale per tutte le Regioni”.