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Al fianco di Sinner, comunque Wada

3 ottobre 2024 | 07:00
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Al fianco di Sinner, comunque Wada

Nonostante il limbo è stato costretto a ri-piombare, con l’opinione pubblica che percepisce la situazione come un’ingiustizia, Jannik ad avere un rendimento altissimo e a gestire la cosa da uomo esperto e navigato

Roma, 3 ottobre 2024 – A Pechino abbiamo scoperto che anche Jannik Sinner è umano. Seppur chiunque di noi abbia avuto i suoi legittimi dubbi in merito, a causa della forza mentale paragonabile ad un robot, dobbiamo ricrederci. E a renderlo un po’ più umano ci ha pensato – ed è la terza volta quest’anno, dopo Indian Wells ed il Roland Garros – ci ha pensato Carlos Alcaraz. Il campione spagnolo ha infatti trionfato nella finale del China Open, proprio nel campo dove Jannik è il più forte di tutti: il tie break. In quella che è stata la partita più bella dell’anno, il numero uno del mondo si è infatti arreso 6-7 6-4 7-6. Si tratta del secondo tie break che perde nel 2024, su 19 giocati: una macchina da guerra che solo Alcaraz, a volte, è in grado di smontare.

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I numeri parlano chiaro: Sinner ha collezionato fin qui 59 vittorie, a fronte di soli 5 sconfitte, e 3 di queste gliel’ha inflitte proprio l’amico Alcaraz, che ora punta a soffiargli lo scettro di numero uno del mondo. La sfida potrebbe riproporsi al prossimo torneo di Shangai (al massimo in semifinale, dato che stanno dalla testa parte del tabellone), ma tutto dipenderà da Jannik più che da Carlos. Tuttavia, nonostante la sconfitta, l’Azzurro ha giocato una partita da incorniciare, e lo spagnolo per batterlo ha dovuto giocare una partita ai limiti della perfezione. Il livello di Sinner è alto, altissimo: ciò sarebbe normale, se non fosse per il fatto che si trova dinnanzi al rischio di una potenziale squalifica.

Sinner-doping, la Wada fa ricorso: Jannik rischia un lungo stop

Sinner e il ricorso della Wada

Come noto, l’Agenzia Mondiale Anti Doping (Wada) ha fatto appello rispetto alla sentenza dell’Itia, la quale ha accertato l’innocenza di Sinner in merito all’assunzione di quantità infinitesimale di clostebol, avvenuta a marzo. La vicenda sembrava chiusa ma, a sorpresa, la Wada ha deciso di fare ricorso, gettando ombre e costringendo Sinner a sprofondare nei dubbi. In caso di condanna da parte della Corte Arbitrale di Losanna, Jannik potrebbe fermarsi per 1 o 2 anni, come richiesto dall’Agenzia. Ma purtroppo saremo tutti costretti ad aspettare (lui soprattutto), dato che il processo e dunque la sentenza richiederanno diversi mesi di tempo.

Sinner, la Wada ed il caso dei nuotatori cinesi scagionati

Abbiamo già analizzato le criticità relative al ricorso, specie dopo il caso dei 23 nuotatori cinesi trovati positivi e non sanzionati prima delle Olimpiadi di Tokyo 2021, e dunque il timore che la Wada voglia in qualche modo salvare la faccia e farsi valere, dopo quella vicenda appena citata (leggi qui). E quale modo migliore per farlo, se non puntando il numero uno del tennis mondiale, giudicato in maniera unanime anche un campione di lealtà e pulizia?

E’ inutile gettarsi in pronostici: nessuno di noi sa se il Tas condannerà Sinner o meno. Certamente, Jannik ha dalla sua l’essere stato dichiarato innocente in 3 diverse udienze, vedremo se basterà (e noi tutti ce lo auguriamo).

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Campione in campo e ai microfoni

Eppure, nonostante essere ri-piombato nel limbo, una situazione percepita dall’opinione pubblica come una colossale ingiustizia, Sinner sta giocando ad un livello altissimo: ha vinto lo Us Open, il Masters 1000 di Cincinnati ed altri tornei importanti, arrivando lontano in tutti gli Slam giocati (anche in quelli non vinti). E chissà cosa sarebbe successo se avesse giocato le Olimpiadi: probabilmente il nostro palmares di Parigi 2024 conterebbe una medaglia in più. Ha giocato, e continua a farlo, come se non stesse succedendo nulla, come se il mare non fosse in burrasca. Gestisce la situazione da uomo esperto e navigato, nonostante la carta d’identità reciti la giovanissima età di 23 anni compiuti lo scorso agosto. E’ lucido nelle interviste, nelle conferenze stampa: non si lascia andare a facili sfoghi, che tra l’altro sarebbero anche giustificati, ma dimostra calma e freddezza, esattamente come in campo. Insomma, intervistare Jannik non è la sfida più semplice per noi giornalisti!

Sinner logora chi ce l’ha

E’ abile nel nascondere le sue emozioni, dato che una situazione del genere toccherebbe le corde interiori di chiunque, e decide di non lasciarsi trascinare in tutto questo, estraniandosi il più possibile, non dando soddisfazioni ai leoni che sperano di fiutare il suo sangue. Anche se un suo collega ben noto, con un palmares molto meno succoso e qualche anno in più, tenta di rifarsi un nome parlando di lui ogni giorno.

Viva Sinner, comunque Wada

Tutto ciò valeva prima, vale ora, e varrà soprattutto dopo, a prescindere dalla sentenza dei giudici di Losanna uno scelto da Sinner, uno dalla Wada Non saranno eventuali cavilli tecnici o altri discutibili criteri a cambiare ciò che Sinner è oggi e, soprattutto, ciò che rappresenta: una faccia pulita, nello sport come nella vita. Ed è questo che, più di tutto, lo rende un campione pronto a dominare la scena anche negli anni a venire. Viva Sinner, comunque vada. Anzi, comunque Wada. (Foto: Instagram @janniksin – Storia Instagram pubblicata da Jannik Sinner)

Sinner non si nasce, si diventa

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