I controlli

Latina, stretta della Polizia contro il degrado: due denunce

5 ottobre 2024 | 17:06
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Latina, stretta della Polizia contro il degrado: due denunce

L’operazione ha riguardato in particolare il Villaggio Trieste, il quartiere Nicolosi e l’area di Piazza Santa Maria Goretti

Latina, 5 ottobre 2024 – La Questura di Latina nella giornata di ieri, venerdì 4 ottobre 2024 ha nuovamente coordinato uno specifico servizio straordinario per il contrasto alle situazioni di degrado in questo capoluogo, in conformità a quanto disposto in sede di Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica e per soddisfare una crescente domanda sociale di sicurezza da parte dei cittadini.

Gli operatori della Polizia di Stato, in collaborazione con equipaggi dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, della Polizia Provinciale e della Polizia Locale, hanno effettuato numerosi controlli concentrati presso il Villaggio Trieste, il quartiere Nicolosi e l’area di Piazza Santa Maria Goretti. I servizi hanno avuto inizio nel primo pomeriggio e sono proseguiti sino a notte inoltrata.

Le attività, che hanno visto anche la partecipazione di 2 pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine della Polizia di Stato, hanno consentito di identificare 188 persone, delle quali 26straniere – nei confronti delle quali sono stati effettuati i dovuti accertamenti circa la loro legittimità a permanere sul territorio nazionale – sono stati inoltre controllati 135 veicoli, con l’irrogazione di 3 contestazioni al Codice della Strada.

Due persone sono state denunciate per possesso di oggetti atti ad offendere, significando che una deteneva un coltello a scatto di tipo proibito e l’altra era in possesso di spray capsicum, privo delle indicazioni di fabbricazione e pertanto vietato. È stato inoltre oggetto di verifica amministrativa anche un esercizio pubblico. Tale operazione straordinaria sarà ripetuta in piena sinergia con le altre forze di polizia, allo scopo di realizzare un più mirato e profondo controllo del territorio nelle aree degradate del capoluogo.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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