Tutti pazzi per il Romics. Ecco le foto dei cosplayer

6 ottobre 2024 | 18:20
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Tutti pazzi per il Romics. Ecco le foto dei cosplayer

L’edizione 2024 del Romics registra un grande successo. Magic, Pokémon e cosplayer animano i padiglioni, tra collezioni di carte e performance creative.

Roma Romics 2024 – “Amo’, c’è la partita tra poco…” Tenta (debolmente) il marito di riportare moglie e prole alla realtà. Ed è subito rivolta in famiglia.
“Teach your kids to play Magic. They won’t have money for drugs” recita il meme preferito dagli operatori del settore, per vendere di più. Per vendere meglio. “Insegna ai tuoi bambini a giocare a Magic. Non avranno i soldi per la droga”.

Un mondo parallelo, quello del Romics, contenuto all’interno dei 70.000 mq. dello spazio espositivo Fiera di Roma, che sembra esercitare su tutti, grandi e piccini, un’attrattiva irresistibile, addirittura ipnotica. E anche questa edizione, la 33a della serie, ha registrato un incredibile boom di presenze. Ad oggi, circa 16,000.

Il fascino dei giochi di carte collezionabili

Tutti pazzi per il mondo del TCG, acronimo ben noto agli addetti ai lavori, ma anche a una platea di appassionati sempre più vasta. Non è latino né greco antico, bensì l’acronimo inglese di “trading card game” che in italiano viene tradotto con “gioco di carte collezionabili” ma più letteralmente: scambiabili.

Ed il caposaldo di questo settore è proprio “Magic: The Gathering” ideato nel 1993 da Richard Garfield, oggi noto matematico e inventore. Il buon Richard aveva l’intenzione iniziale di indirizzarlo a un gruppo di players di nicchia, totalmente ignaro del successo enorme che da lì a poco avrebbe riscattato, rendendolo l’indiscusso “primo posto” della classifica di TGC mondiale. Seguito poi dal celeberrimi Pokémon, Digimon fino ad arrivare ai più moderni TCG usciti solo di recente, OnePiece e Disney Lorcana.

Una comunità unita dalla creatività

Un hobby rimasto nel cassetto per oltre 30 anni, quello della raccolta, collezione e scambio di carte e gadget legati a cartoni e fumetti, ritornato poi in auge nel terribile periodo della quarantena forzata dovuta al Covid, nel tentativo di sopperire alla grave mancanza di contatti veri, reali e come contrasto all’invasione di Skype e di Zoom, lavori e business da remoto. La ’90s nostalgia ha coinvolto tutti: perché? si domandano i profani.

La risposta, secondo Davide, un giovane appassionato presente questo pomeriggio all’evento – è che “da tanto tempo mancava molto il radunarsi tutti insieme, fisicamente, di persona; sedersi a un tavolo per giocare, socializzare e fare bellissime e autentiche amicizie, avendo tra l’altro la possibilità di usare un po’ di più il bel cervello che ci è stato dato, ormai impigrito e gradualmente atrofizzato da un mondo quasi tutto virtuale e omologato e un’ intelligenza artificiale che altro non fa che offrirci scorciatoie inefficaci se non addirittura contro produttive, nella maggior parte dei casi”.

“Persone di diversa provenienza, età, condizioni fisiche e status sociale unite dalla passione per anime, manga, fumetto e altro si ritrovano infine oggi tra questi padiglioni per godersi qualche attimo di gioiosa spensieratezza in un mondo che ha da tempo perso colore e non conosce il vero significato della parola creatività”, conclude Davide.

In gamba il ragazzo, viene fatto di pensare. In realtà sembrano tutti così, questi giovani e giovanissimi che si accalcano tra gli stand della manifestazione per cercare l’ultima chase card, o il Charizard originale del 1995 al prezzo più conveniente, il più recente romanzo fantasy, il corso di fumetto o addirittura di restauro di carte da gioco (c’è anche quello! v. video). Svegli, intelligenti, creativi, aggiornati quelli della generazione Z, sorpresi?

Il mondo dei cosplayer: passione e impegno

Non potevano mancare i tavoli attrezzati per i tornei e loro, i cosplayer termine coniato dal reporter giapponese Nobuyuki Takahashi per la prima volta nel 1984 durante il World Con di Los Angeles. Buffi, dark o colorati, queer o super sexy ma sempre pronti al dialogo e alla battuta scherzosa, spendono dai 100 ai 600 euro solo per crearsi l’abito adatto per il loro personaggio preferito“Se è per questo dobbiamo pagarci tutto, anche il viaggio in treno, i pasti. Nessuno ci paga per le nostre perfomance e la partecipazione a eventi come questo. Ma noi lo facciamo per passione! Chissà – dice la ragazza con gli occhi truccati, tra un battito di ciglia e l’altro – magari un giorno…”

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