I controlli

Latina, “lavoro nero” e poca sicurezza: titolare di un’azienda agricola multato per 10mila euro

18 ottobre 2024 | 10:22
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Latina, “lavoro nero” e poca sicurezza: titolare di un’azienda agricola multato per 10mila euro

Numerosi le violazioni riscontrate dalla Polizia eaccertate dall’Ispettorato del Lavoro

Latina, 18 ottobre 2024 – La Polizia di Stato di Latina con la collaborazione dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Latina, nei giorni scorsi ha svolto specifiche attività di controllo presso un fondo agricolo pontino, volto all’accertamento della sussistenza di irregolarità e sfruttamento lavorativo del personale impiegato.

Dagli accertamenti esperiti dai poliziotti della Squadra Mobile impegnati nei controlli, 6 lavoratori stranieri sono risultati non in regola con la normativa sul lavoro e 5 di questi, sprovvisti di qualsivoglia documento identificativo, sono risultati, anche irregolari sul territorio nazionale, condotta che ha portato alla denuncia in stato di libertà del titolare per aver impiegato stranieri irregolari sul territorio nazionale.

Le attività hanno permesso di constatare la sussistenza di numerose violazioni, tanto in materia di adempimenti per la sicurezza sul lavoro, per le quali il datore di lavoro è stato denunciato in stato di libertà ai sensi della specifica normativa, tanto in materia di “Lavoro nero” per l’impiego di soggetti privi di regolare contratto.

Le violazioni inerenti il lavoro nero accertate dall’Ispettorato del Lavoro, hanno inoltre comportato la Sospensione dell’attività imprenditoriale, disposta a partire dall’ 11 ottobre, con contestuale sanzione di Euro 5000,00. Per i 6 lavoratori “in nero” verrà inoltre applicata la cd. “maxisanzione” per un importo totale di Euro 25.000,00. Inoltre, per le violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, relative alla mancata sorveglianza sanitaria, mancata formazione e mancato adeguamento del Documento Valutazione Rischi, sono state adottate prescrizioni per un importo totale di Euro 10.000,00.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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