Il fatto

Femminicidio a Civitavecchia: soffoca la compagna. Lui aveva il braccialetto elettronico

19 ottobre 2024 | 19:39
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Femminicidio a Civitavecchia: soffoca la compagna. Lui aveva il braccialetto elettronico
Foto d'archivio

La donna è stata trovata nei pressi di un edificio situato nel parcheggio adiacente la Stazione ferroviaria

Civitavecchia –  Era stata segnalata la presenza di una donna prima di vita, intorno alle ore 02,30 di notte di venerdì 17 ottobre, a Civitavecchia. Il corpo è stato trovato nei pressi di un edificio sito nel parcheggio adiacente la Stazione ferroviaria. Sul posto intervenivano sia il locale Commissariato di P.S. sia il 118, che constatava il decesso di una donna di nazionalità rumena di anni 56. I primi accertamenti, secondo quanto comunicato la procura di Civitavecchia – purtroppo, vanno nella direzione dell’ennesimo femminicidio in Italia, questa volta ad opera di un suo connazionale, subito sottoposto in stato di fermo.

“Gli elementi raccolti nell’immediatezza raccontano di soggetto fermato perché indiziato di omicidio pluriaggravato in danno della sua compagna. In precedenza, infatti, è stato indagato per atti persecutori – si legge nella nota della Procura – in danno della stessa persona, fatti per cui veniva tempestivamente raggiunto dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla persona offesa, con prescrizione di mantenersi a una distanza non inferiore ai 500 metri dalla stessa e con applicazione dei dispositivi elettronici di controllo (cd. “braccialetto elettronico”). In particolare, all’indagato veniva applicato un braccialetto elettronico e gli veniva messo a disposizione un cellulare per segnalare l’eventuale avvicinamento alla sua compagna. Anche alla vittima era stato consegnato un cellulare per intercettare l’eventuale avvicinamento del suo compagno”.

“In sede di ispezione della salma, – spiega ancora la Procura – in attesa degli esiti dell’esame autoptico disposto dal P.M., sul corpo venivano evidenziati segni sintomatici di soppressione per soffocamento e altre lesività riconducibili ad aggressione. Sul posto interveniva il P.M. nella persona della Dott.ssa Frattin per il coordinamento delle indagini sotto la direzione dello scrivente. La vittima, così come il suo presunto assassino, dai primi accertamenti, sono risultati entrambi etilisti e senza fissa dimora. Indagini tecniche e le prime informazioni raccolte hanno consentito di indirizzare le indagini sulla persona poi fermata”.

L’esito degli accertamenti investigativi allo stato delle indagini

“La vicenda di sangue è allarmante e di eccezionale gravità e si iscrive nel triste rosario dei femminicidi che hanno toccato solo nel 2024 quota quasi 70 – spiega la Procura di Civitavecchia -.  Si annota che, nonostante le precauzioni adottate e imposte dal caso, mentre lo strumento elettronico del braccialetto e del cellulare sono stati trovati in possesso del presunto assassino, purtroppo la vittima è risultata sprovvista del cellulare, pure assegnatole, così impedendo la funzione di segnalare per tempo la presenza nelle immediate vicinanze della vittima del suo probabile aguzzino.

Alla luce della letteratura criminale cui stiamo assistendo negli ultimi tempi, – si legge ancora – l’Ufficio requirente di Civitavecchia purtroppo è costretto a registrare anche nel proprio Circondario il triste fenomeno dell’accanimento su persone fragili e indifese. Infatti, solo pochi giorni orsono a Santa Marinella una donna è scampata alla morte del suo feritore nonostante le martellate ricevute. Questa volta, la vittima non ha avuto la stessa fortuna.

Lo stato del procedimento – conclude la Procura – penale in corso rilascia, comunque, sullo sfondo un soggetto attinto da sola gravità indiziaria in stato di fermo, in attesa di sviluppare pienamente il suo diritto di difesa, impregiudicata la sua innocenza sino a sentenza definitiva di condanna. Si ribadisce che, nei limiti ordinamentali e di tutela delle dinamiche in corso, il Commissariato della Polizia di Stato di Civitavecchia ha proceduto al fermo dell’indiziato e il P.M. di Civitavecchia, condividendone l’operato, ne ha richiesto la convalida al Gip del Tribunale di Civitavecchia”.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

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